
Ammettiamolo, ci ripetiamo sempre, quindi ribadiamo quanto più volte scritto:
- Urlare non vuol dire aver ragione
- Insultare dimostra solo la mancanza di argomenti
- Parlare non vuol dire avere delle idee
In ogni caso, invitiamo chi non vuole essere convinto, a non leggerci, il nostro scopo è diffondere informazioni che illustrino la situazione ippica senza censure o deferenza verso il politico o consulente che hanno il potere oggi.
Purtroppo, molti degli argomenti che abbiamo anticipato, si sono rivelati veri, alla faccia di chi ha negato e nega la realtà dei fatti, per poter frequentare, inutilmente, gli uffici ministeriali per atteggiarsi ad ippico impegnato.
Riprendendo una massima di Roberto Gervaso “non si è mai abbastanza intelligenti da riuscire a convincere uno stupido che è uno stupido”.
Richiami sulla tragica realtà:
- La situazione di Capannelle è tutt’altro che risolta, che le parti si parlino direttamente e non per carte bollate, è un punto di partenza e non di arrivo, i punti difficili (soldi e durata del contratto) non sono ancora stati affrontati e la stagione del galoppo si avvicina.
- La manifestazione di ieri davanti al comune, a prescindere dall’utilità nella discussione in corsa, ha evidenziato due fatti:
- La disperazione profonda degli ippici;
- Un numero di partecipanti (150 contro 7) superiore a tutti i presidi organizzati dall’associazione auto nominatasi l’unica riconosciuta ciò conferma quanto scritto nei giorni dello sciopero dalle associazioni campane: siete guidatori di un autobus vuoto, parcheggiate e andate a casa.
- Dalle notizie che trapelano sui pagamenti, si evince che il ritmo è rimasto lento, sono in pagamento, quindi i soldi arriveranno tra 15 gg, settembre con fattura e ottobre senza, nel frattempo pasqua (15 aprile) si avvicina e i mesi da saldare sono ancora molti.
- La nebbia sui decreti riguardanti gli ippodromi è sempre fitta, nulla succede, e continua lo scandalo che si svolgano corse in strutture che non hanno firmato un contratto. Certo alcuni ippodromi hanno corso e correranno, come diceva Totò, “a prescindere”, ma l’ippica ha bisogno degli ippodromi migliori per avere un futuro e sperare in un rilancio non solo di strutture “a prescindere”.
Una costatazione finale, nessuno ha saputo dare una risposta certa e documentata sugli eventuali introiti per l’ippica italiana derivanti dalla raccolta scommesse in Inghilterra, nonostante il silenzio poniamo una nuova domanda: è possibile sapere almeno quale è stato il movimento?
RedBlack