L’ippica italiana ha un enorme potenziale, ma – ribadiamo – manca chi la Governa e chi aiuta a governarla.
Anni di assistenzialismo l’hanno privata di ogni stimolo imprenditoriale.
Mancano idee e fantasia, figuriamoci un piano tecnico – finanziario di rilancio, demandato purtroppo solo a chi ha il coraggio di lottare per un’inversione di rotta e che si guarda bene dal consegnarlo agli emulatori dei “capponi di Renzo”. L’Organismo Ippico Italiano consegnerà al Mipaaf e al Mef il piano tecnico – finanziario insieme agli altri documenti richiesti per la gestione privata del settore. Sarebbe bene una volta tanto, invece di proporre “tavoli” di tutte le dimensioni, che anche qualcun altro provi a redigere e proporre un piano strategico per salvare l’ippica. Sembra che l’unico interesse di certi personaggi sia partecipare a qualche concorso dell’Ikea.
Insomma, continua la caccia alle poltrone e il leitmotiv è sempre quello: questua e assistenzialismo.
Passa oggi che viene domani .
L’ippica perde euro 40.000 di ricavi al giorno, la filiera non riceve quanto dovuto da mesi, scompaiono allevatori e proprietari, diminuiscono verticalmente le nascite, chiudono gli ippodromi, il Mipaaf non paga da mesi, si fa fatica ad arrivare a fine mese, ma l’ancien regime si prodiga per conservare lo status quo.
Basta riflettere su cosa sta succedendo all’Anact.
26.04. 2017 Stralcio della nota inviata da Mauro Gaddoni all’Anact e ai consiglieri.
“Con riferimento alla riunione del CD del 28 aprile p.v., dedicato all’esame del bilancio 2016, debbo constatare come la relativa documentazione (fra l’altro parziale, non essendovi menzione della messa a disposizione di tutti gli atti ed i documenti sui quali la bozza di bilancio si fonda) sia stata inviata in data odierna, di guisa che appare improponibile un esame sinanche superficiale: ed invero, dovendo essere a Roma il 28, resta solo la giornata di domani per la disamina.
Ad esempio, riterrei opportuno avere preventivamente in visione le schede relative ai crediti da riscuotere, le schede relative agli istituti bancari, le schede di spesa del Presidente e del Segretario.
La mancanza di tempo e l’indisponibilità della predetta documentazione rende sostanzialmente impossibile un’analisi e quindi un argomentato e convinto parere.
Chiedo di conseguenza un rinvio del CD, almeno di sei giorni, appunto per consentire a tutti i Consiglieri di rendersi conto del contenuto dei bilanci e della documentazione allegata.
In tale contesto, non essendo in grado di partecipare ad una informata discussione, appunto per impossibilità di un esame, e tanto meno di una consultazione dei documenti e degli atti cui il bilancio fa riferimento, ribadisco l’assoluta necessità di un differimento: negarlo significherebbe sottrarsi, inspiegabilmente, ma consapevolmente, al contraddittorio ed al confronto.
Ipotesi polemica e deprecata cui non voglio credere, ma che, comunque, mi costringerebbe ad una ferma disapprovazione……”
Risposta del Presidente Anact, Valter Ferrero
“Buongiorno,
non ritengo opportuno dover rinviare il Consiglio, anche per un riguardo a coloro che hanno da tempo programmato i loro impegni per la giornata di domani (anche con prenotazioni di treno o di aereo). Il Consiglio potrà decidere in merito sul Bilancio oppure valutare la vostra richiesta di differire la decisione di alcuni giorni.”
28.04 CD Anact
Su proposta del Presidente viene espulso il consigliere Mauro Gaddoni nonostante l’argomento non fosse all’ordine del giorno. Prevale la volontà di Ferrero e si vota: 3-4 contro, 4-5 astenuti, 5-6 per l’ espulsione. Alcuni dei contrari, hanno motivato il loro gesto affermando perché disapprovavano la richiesta del foglio dei carichi pendenti.
Considerazione
Come mai del “caso Gaddoni” non è stata scritta mezza riga sul sito dell’Anact, sulla pagina facebook dell’Anact o sui media di settore? Solo Gaet del 05.04 ha riportato la notizia senza scendere nel particolare.
Finalmente una voce fuori dal coro: Ilaria Vecchi
“Buongiorno a tutti,
Dopo lunga riflessione ho deciso di scrivere queste poche righe per manifestare tutto il mio disappunto sulla gestione della associazione.
Premetto che tutto quello che è scritto in questa mail sarà di dominio pubblico a disposizione di tutti gli associati.
Spinta dalla vergognosa ed a mio avviso irregolare sospensione del consigliere Gaddoni, ritengo che quanto sia stato fatto in consiglio non è regolare, in quanto non era all’ordine del giorno ( motivo questa posizione ricordando a tutti che fu messo all’ordine del giorno il comportamento del consigliere Carraretto sottoposto a critiche dal consigliere Cesarano).
È mia opinione che lo scambio di mail tra i consiglieri deve essere a disposizione di tutti gli associati, entrando nello specifico le mail girate dal consigliere Gaddoni riguardavano argomenti inerenti alla associazione e non a persone e fatti personali. Frasi sentite come “i panni sporchi li laviamo in casa” non sono accettabili, quando io scrivo in veste di consigliere non scrivo ai 4 amici del bar, e sono consapevole che quanto scritto oltre ad essere frutto del mio pensiero e di volere degli allevatori che rappresento può essere divulgato (questa è trasparenza).
Se le modalità di sospensione sono invece state regolari vorrei sapere cosa ha spinto alcuni consiglieri ad astenersi (nella vita in certe situazioni c’è il bianco o il nero non le sfumature di grigio!). Dante gli ignavi li ha collocati all’inferno!
Avete tutti permesso che un consigliere mi aggredisse verbalmente (e questo non è un problema visto che la mia dialettica è ben superiore rispetto ad un dialetto locale) oltre alla aggressione verbale il consigliere Diana ha cercato di scavalcare il tavolo non riuscendo nell’impresa ha cercato di aggirare il tavolo per arrivare alla mia persona (tutto registrato e con testimoni). Cari consiglieri e Presidente il problema non è che sono l’unica donna il problema è che Voi non siete uomini!
Le scuse del consigliere Diana erano doverose. Non sono mai arrivate non arriveranno mai. L’educazione non si compra e non si vende.
Argomento TROTTO ITALIA: con iniziativa personale senza alcun mandato dal consiglio, presidente segretario ed altri consiglieri presumo invitati vanno da un notaio per registrare uno statuto.
Prima domanda se ci siete andati a titolo personale non esiste che venga associata ANACT alla Vostra iniziativa personale ( se fosse così posso fondare trotto Europa che geograficamente è più importante di trotto Italia ed utilizzare sede a proprio piacere).
In consiglio non si è mai parlato di notaio la Vostra e’ stata una forzatura alla possibilità di lavorare ad un progetto che è stato presentato in un foglio di carta scritto in italiano sempliciotto con attori ben diversi da quelli che si sono poi presentati dal notaio. Non entro nel merito della iniziativa, ma nelle modalità con cui si vuole realizzare che non segue mai una regola quella di coinvolgere il consiglio.
Domanda chi ha pagato il notaio?
Per fortuna che passerà tutto in assemblea generale o in quella straordinaria e confido nel buon senso degli allevatori!
Non mi piace questo modo di gestire le cose, ci sono regole e vanno rispettate cosa che puntualmente non viene fatto, mi rivolgo al Presidente, tra gli allevatori che rappresento c’è molto mal contento ed hanno ragione! L’ANACT è degli allevatori non è il mezzo per ottenere benefici personali! Mi sono candidata per dare un contributo personale non sono incollata alla poltroncina da consigliere e non mi invidio in questa posizione fatevi un esame di coscienza se ne avete!”
Il seguito al prossimo TG
MauMa