Gli ippodromi italiani stanno vivendo una stagione di estrema difficoltà aggravata dal fatto ben noto della inadempienza da parte dello Stato per quanto riguarda la remunerazione, è inevitabile che tale situazione si ripercuota negativamente sul lavoro. Abbiamo perciò chiesto a Carlo Tarlini, sindacalista della Cgil che da anni si occupa del lavoro nel settore dell’ippica, qual è il punto di vista del Sindacato sulle condizioni in cui versa l’ippica italiana.
” E’ sotto gli occhi di tutti che la situazione in cui versa l’ippica italiana è preoccupante e il problema principale è che questa condizione di autentico stillicidio passa del tutto inosservata. La perdita di posti di lavoro è iniziata nelle piccole aziende e negli ippodromi di periferia fino a toccare le roccaforti dell’ippica. Mi riferisco ai casi di Milano e Montecatini dove sono stati previsti licenziamenti e parliamo di aziende che hanno già ridotto del 40% il personale“.
“E’ necessaria una riforma del settore. Se ne parla da anni, c’è una legge che la prevede ma a tutt’oggi non si è fatto nulla. Ci dobbiamo rendere conto che si sta perdendo il patrimonio della filiera che avrebbe una grande potenzialità. Più di una volta abbiamo sollecitato un incontro con il Mipaaf, ma le nostre richieste sono risultate inascoltate. Il 7 aprile abbiamo ricevuto dal Direttore Generale Saverio Abate assicurazione della convocazione di un tavolo composto dal Mipaaf, dalle Organizzazioni sindacali e dal Ministero del Lavoro, ma ad oggi non se ne ha notizia. Ora anche in considerazione del fallimento dell’incontro del 3 maggio con la Trenno, c’è la volontà di manifestare insieme per ottenere delle risposte attendibili. In conclusione la soluzione non è quella di agire sul personale riducendo gli organici perché ciò significherebbe abbassamento dei servizi a discapito della tenuta degli ippodromi con relativa perdita di appeal. E’ necessario che il Ministero si faccia carico delle sue responsabilità riguardo gli ippodromi e che intervenga sul montepremi”.
Fral