In molti si domandano: che cosa sta succedendo nell’Anact?

L’Anact è sempre più divisa. Difficile prevedere una ricomposizione senza un’inversione di rotta in termini di disponibilità, trasparenza e di apertura ai vari indirizzi di pensiero.

Come si spiega nel direttivo 28.04.2017 l’espulsione di un consigliere nel momento della predisposizione del bilancio? L’esclusione di Mauro Gaddoni dal Consiglio Direttivo sembra costituire un atto illegittimo e ne deriverebbe l’invalidità di qualsiasi intervento.

Ancor più inammissibile è l’allontanamento di un socio del quale si abbia motivo di prevedere un dissenso.

Come si spiega la mancata predisposizione del bilancio da parte del Consiglio Direttivo (art. 22 lett. M dello Statuto allegato) e quindi il mancato invio ai sindaci revisori trenta giorni prima della convocazione dell’assemblea (art. 27 dello Statuto allegato) del 20 maggio, cui tale bilancio deve essere presentato per l’approvazione?

Senza entrare nel merito delle questioni, e tanto meno prendere le parti di una o dell’altra fazione, l’apparente superficialità con cui sembra essere diretta l’Anact si riflette e proietta anche nella consulenza tecnica che questa presta al Mipaaf: corse scadenti, regolamenti delle corse ignorati, ricavi dalle scommesse – rispetto al 2017 – in calo di circa 40.000 euro al giorno, calendario penalizzante per i campi dei partenti e scommesse, doping e giustizia sportiva allo sbando.

 Il contrario di quanto auspicato da Ferrero nell’intervista pubblicata su Trotto&Turf il 7 gennaio scorso, in cui poneva le sue scelte – diminuzione delle corse, Derby a € 1.000.000,00, Lotteria a € 700.000,00 – alla base del rilancio del settore. Avremmo preferito che si fosse battuto per sollecitare i pagamenti del montepremi alla filiera e i corrispettivi alle società di corse, entrambi in apnea e senza ricevere un euro da mesi.

Uniche preoccupazioni sembrano l’istituzione di Trotto Italia senza preventiva modifica dello statuto e gli inutili, sterili attacchi verbali tra i Consiglieri.

Senza volere poi approfondire il curioso viaggio di un conto corrente partito da Roma per Torino, rientrato poi a Roma.

L’Anact è patrimonio degli ippici, deve ritornare a lavorare per l’ippica.

Basta con enunciazioni di principio che non trovano riscontro nemmeno nel mondo dei sogni!

Mauma

artt. 22-27 Statuto Anact

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