Sul sito dell’Anact è pubblicata la lettera aperta ai soci (allegata) del Presidente Valter Ferrero.

Un documento proiettato nel futuro: ”applicheremo, aggiorneremo, chiariremo”. Finalmente si parla di rispetto dello statuto e delle regole. Sicuri che per il Presidente il rispetto delle regole è elemento fondante del viver civile, sia si tratti di legge dello stato, di regole societarie e/o riguardanti la vita di una associazione.  Contravvenirle vuol dire escludersi dalla comunità. Adesione Anact a Trotto Italia: il parere dell’avvocato Mauro Cimino “Solo l’assemblea dei soci può disporre l’adesione dell’associazione (Anact) ad altra associazione (Trotto Italia) e soltanto previa modifica dello statuto perché ciò sia ammissibile. Ogni intervento in proposito, da parte del Consiglio Direttivo, costituisce un abuso, e non può avere alcuna validità e/o efficacia”. “ Ringrazio il Presidente Ferrero” – aggiunge Mauro Cimino- “ per il “ perle di giustizia”. Non merito tanto. Non mancheranno le occasioni per conoscerci”. Non si comprende però perché Trotto Italia – prima denominazione Ente Intercategoriale – potrebbe entrare “in contrapposizione” con Lega e Organismo Ippico (verbale 493 allegato) anziché “in collaborazione” come prevede la lett. b dell’art. 15 del Collegato agricolo (homesezione legislativo) : “ … prevedere che la disciplina degli organi di governo dello stesso organismo sia improntata a criteri di equa e ragionevole rappresentanza delle diverse categorie di soci e che la struttura organizzativa fondamentale contempli organismi tecnici nei quali sia assicurata la partecipazione degli allenatori, dei guidatori, dei fantini, dei gentlemen e degli altri soggetti della filiera”. In linea con gli statuti di Organismo (art. 20, home- sezione Organismo) e Lega che prevedono le consulte tecniche del trotto e del galoppo, di cui acquisire obbligatoriamente e preventivamente il parere. Altro discorso se si volesse imporre preventivamente il proprio parere.

Non in stile con Ferrero e la sua Anact.

Altrimenti veramente: “ A pensar male si farebbe peccato, ma a volte ci s’indovinerebbe “.

Rapportandoci al presente, menzionando la Sua affermazione (verbale 491 allegato): “…l’Anact ha acquistato una forza politica presso il Ministero che si traduce in responsabilità verso tutto il settore..“ , Presidente, sommessamente, Le ricordiamo:

  1. Ippodromi, allevatori, proprietari, allenatori, guidatori, fantini attendono da più di sei mesi di essere pagati dal Mipaaf e sono “alla fame”. I pagamenti non arrivano, le banche non concedono ulteriori proroghe agli anticipi concessi per fatture, interessi e giri di assegni si moltiplicano;
  2. Alcuni ippodromi sono chiusi, altri stanno per chiudere, altri ancora non disputeranno le riunioni programmate, altri ancora in svendita;
  3. I posti di lavoro diminuiscono esponenzialmente;
  4. Scommesse: al 28.05 (home- dati Aams)  nel 2016 totalizzatori, quota fissa, riferimento hanno portato nelle casse dell’ippica € 31.214.013 contro gli attuali € 26.915.925 per un  13,76% e per una perdita giornaliera, rispetto al 2017, di € 29.041,12. Minori ricavi in proiezione annua per 10.570.967.  Da quale voce di bilancio saranno stornati?
  5. Le scelte del Mipaaf e dei suoi consulenti relative a taglio delle corse, innalzamento montepremi Derby e Lotteria, giustizia sportiva, programmazione, calendario, suddivisione montepremi, si sono rivelate, dati alla mano, fallimentari;

sicuri che ce La metterà tutta per risollevare l’ippica italiana.

Tev

Condiviso da: Guido  Melzi, Francesco Gragnaniello (Presidente Upt e Vice Presidente OII), Maurizio Mattii, Marco Folli, Antonio Merola, Salvatore Minopoli, Vittorio Ballardini, Nicola Esposito, Remigio Talpo;

 

Martedì 6 la società Capannelle ha convocato i sindacati. Confermati i tristi presagi.

E’ stata comunicata – decisione a dopo il Cda, previsto in settimana – l’intenzione di rinunciare a 21 convegni e di ricorrere all’art. 223: “licenziamento collettivo”. In alternativa, tagli al personale. L’ippica attraversa la crisi più brutta e cattiva della sua storia, ma a pagare sono sempre gli stessi: lavoratori, proprietari, allevatori, allenatori, guidatori, fantini. Gli ippodromi (la maggior parte), anche se al capolinea, anziché pensare a un percorso comune con filiera e organizzazioni sindacali, continuano nella politica dei tagli, l’uno contro l’altro.

L’ippica ormai è quasi cadavere. “Nessuno ha interesse a comprarla a costo zero, c’interessa solo salvarla.  La responsabilità di seppellirla la lasciamo al Mipaaf , che fa di tutto per non mollarla.

Tev

Lettera aperta ai soci dell’Anact

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Verbale 493

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Verbale 491

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