I conti non tornano

Oggi assemblea Anact a Bologna.

I conti non tornano:

  1. – I ricavi dalle scommesse sono in discesa verticale. Al 28.05 persi 10.570.967 rispetto al 2016;
  2. – Alcuni ippodromi sono chiusi, altri stanno per chiudere o non disputeranno le riunioni programmate, altri in svendita;
  3. – Ippodromi, allevatori, proprietari, allenatori, guidatori, fantini attendono da mesi di essere pagati dal Mipaaf e sono “alla fame”;
  4. – Posti di lavoro ridotti al lumicino;

Questi i regali del Mipaaf, gestito dalle ex seconde linee Unire-Assi, con la benedizione delle poche categorie amiche capeggiate dall’Anact presieduta da Valter Ferrero e dal fido Tonino Torciere. Appoggiati da Cesare Meli su input del suo mentore Gianfranco Fabbri, impegnato a tessere la tela con cui alla fine invischiare anche il povero Ferrero. Questi signori non devono avere le idee troppo chiare, altrimenti non avrebbero mai avallato il progetto Trotto Italia, di distruzione del settore e che prevede proprio gli allevatori fra le prime vittime. In questi giorni è venuto a galla un fenomeno ampiamente prevedibile. “Gestione casareccia”, programmazione e calendario scriteriato del Mipaaf e soci hanno provocato la graduale mancanza di cavalli necessaria per rendere una corsa appetibile. Basta riflettere sui numeri degli ippodromi di mercoledì scorso (Trotto&Turf) che vanno per il gioco sul campo da un massimo di euro 16.457 per Capannelle a un minimo di 3.826 per S. Giovanni Teatino, con Milano e Trieste appena sopra i 10.000. E’ evidente che in poco tempo l’allevamento italiano non esisterà più (allegato). I risultati di questo elevamentiqualitativi” di calendario, programmazione e suddivisione del montepremi stanno provocando una costante emorragia nel movimento delle scommesse, nei prodotti nati, nel depauperamento della filiera tutta.

Ma non è questo che stupisce. Le sottrazioni le sappiamo fare tutti e le previsioni non si smentiscono quasi mai. Quello che colpisce è sapere le intenzioni di chi spinge i bottoni.  O meglio l’incapacità e l’indifferenza di tutti coloro che sono chiamati a formulare un piano di rilancio degno di questo nome.

Non ci resta che sperare nel Signore. Sappiamo che esiste e che è dalla nostra parte.

Intanto continua la migrazione di cavalli e operatori italiani all’estero. Nonostante le tante difficoltà tengono alto il nome dell’allevamento Italiano. Ieri a Vincennes nel premio  Villeneuve – sur – lot (€ 48.000) su mt 2.850, successo a grossa quota (43,3 al PMU) di Picone con Santo Mollo: 1.13,2 il ragguaglio. Nello stesso convegno ottima performance di Orient Horse (P. Levesque) sui 2850 mt del Prix de Quercy (€ 85.000), secondo dietro al favoritissimo Anzi Des Liards (R. Derieux).

Tev

Prodotti nati in Italia 1982/2016

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