Lo sfascio presente e quello che verrà.

 

Bilanci di fine mese: i conti non tornano mentre ministeriali e filo ministeriali continuano a camminare a braccetto con l’indifferenza. I numeri, come al solito, sono chiari. Molto meno le intenzioni di chi spinge i bottoni. Il prelievo dalle scommesse al totalizzatore al 31 maggio segna meno 17,52% (241,928 contro 199.840 milioni di euro) rispetto al corrispondente periodo 2016 per un minore prelievo tra totalizzare e quota fissa  pari a 4,753 milioni di euro. Minori ricavi giornalieri per 31.378 euro, pari a 11.457 milioni di euro in proiezione annua (tabella allegata).

Nessuno è più disposto ad investire in un settore in cui la trasparenza delle corse, delle associazioni, del doping è fonte di perplessità e dubbi. Più che di inversione di tendenza sarebbe meglio parlare di tendenza al ribasso.
O meglio di incapacità, per tutti coloro che sono chiamati a farlo, di formulare un piano di rilancio degno di questo nome.

I vertici Mipaaf parlano di qualità delle corse e (giustamente) di rilancio, ma di fatto non riescono a formulare un piano strategico pluriennale, continuano a confezionare programmazione e calendario clientelari, scriteriati, improvvisati e squilibrati cadendo così gravemente in contraddizione.

Il Presidente dell’Anact e i suoi fidi pensano a Trotto Italia e  al collegamento diretto con Lab DNA di Settimo. La sua ricetta prevede che le corse debbono essere diminuite e i cavalli mandati al macello.

Perplessità sulla trasparenza con cui è amministrata la giustizia sportiva. Il fenomeno della difformità di giudizio applicato da giurie diverse in relazione ad identici casi (incidendo all’evidenza, in maniera profonda, sia sulla regolarità delle corse, sia sul piano economico per i singoli operatori, per non parlare della credibilità per gli scommettitori), risulta seguire percorsi accelerati. Al contrario casi di doping, di scambi di cavalli sono gestiti con estrema lentezza, rischiando di creare situazioni paradossali come la partecipazione a corse di cavalli  “veri” con le prestazioni dei  “falsi”. Mistero ancora sui 25 casi doping denunciati dalla scuderia Del Mar sulla rete. Per non citare la poca trasparenza del totalizzatore tris e del sistema informatico e dei criteri di nomina delle giurie, che risultano avulsi dalle norme, dispendiosi e clientelari.

Resta misteriosa l’inerzia delle Istituzioni di fronte a simili palesi violazioni della trasparenza. E’ ora che qualcuno si muova. Il giorno in cui questi signori toglieranno il disturbo e si decideranno a privatizzare sarà sempre troppo tardi.

Anche perché, se andiamo avanti così, resteranno solo loro e le loro chiacchiere, senza i cavalli e senza le corse.

Tev

Comparazione movimenti e ricavi scommesse al 31.05

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