Non ci stancheremo mai di produrre cifre, fatti e progetti.

La cultura del cavallo e la passione per l’ippica stanno subendo oltraggi continuati, che conducono inevitabilmente alla fine del settore.

Le voragini sono all’ordine del giorno, i soldi per l’ippica sono (stati) finiti, i sacrifici di lavoratori e appassionati sono stati derisi.

I conti non tornano, continua l’emorragia – rispetto al 2017delle scommesse, per minori ricavi  giornalieri di 31.378 euro, pari a 11.457 milioni di euro in proiezione annua.

Il bollettino di guerra volge, neanche a dirlo, al brutto.

 

Assemblea Anact – Lombardia del 20.06

Valter Ferrero a No Problem ippica ha parlato di programmazione, ma anche di Trotto Italia.

Una “mandrakatadegna del miglior Silvan con la complicità di Cesare Gianfranco (detto Franco) Meli, come rilevano – riportiamo degli stralci – nella” Lettera aperta ai soci dell’Anact relativa a Trotto Italia  il  vice presidente Santulli e i consiglieri Gaddoni, Toniatti, Carraretto e Vecchi.

Come esposto dallo stesso Ferrero al consiglio Anact 494 del 21 marzo l’Anact e Federnat, fanno parte di Trotto Italia, come socio COLLETTIVO, entrando con tutti gli associati. Il che significa che i soldi dei soci dell’Anact saranno trasferiti COLLETTIVAMENTE a Trotto Italia……, andiamo bene…..!

Ma l’Anact è proprietà dei soci o i soci sono proprietà dell’Anact e del suo Presidente ?”.

Ci siamo rivolti all’avvocato Mauro Cimino: “ L’art. 5 dello statuto di Trotto Italia prevede che i Soci devono versare una quota annuale determinata dal Consiglio Direttivo. Nel caso dei soci Allevatori iscritti all’Anact e amatoriali iscritti alla Federnat, la quota relativa ai singoli soci viene versata direttamente dalle Associazioni Anact per gli allevatori e Federnat per gli amatori. Pertanto annualmente i Presidenti delle due Associazioni rimetteranno un elenco di soci che intendono far parte di TROTTO ITALIA con il relativo versamento delle quote sociali.

Ne segue– continua Cimino- che Anact e Federnat erogherebbero ogni anno denaro proprio per la quota d’iscrizione annuale a qualunque socio che intenda far parte di Trotto Italia. Quindi distribuiscono denaro anche ai soci morosi pur di far numero. Solo l’assemblea dei soci conclude Cimino può disporre l’adesione dell’associazione (Anact) ad altra associazione (Trotto Italia) e soltanto previa modifica dello statuto. Inoltre nel caso di modifiche statutarie (ex art. 13 ultimo comma) occorre l’indicazione degli articoli da modificare con allegato il testo delle modifiche proposte, di competenza poi in seconda battuta dell’assemblea straordinaria (art. 16 statuto, settimo rigo).”

Per quanto concerne Trotto Italia  Ferrero e Meli sinora senza autorizzazione dalle assemblee  non si preoccupano di introitare le quote dai propri soci, ma di pagare l’iscrizione a Trotto Italia anche per i soci morosi.

Se oggi dalle intenzioni si passasse ai fatti, ci s’imbatterebbe in un reato di appropriazione indebita. “Aggravata” per il legale.

Non devono essere Valterino Ferrero e Cesarino Meli a blaterare e decidere in maniera delirante sugli interessi dell’ippica, cantando e ballando sull’orlo di un burrone.

Da una parte ci sono solo tante parole di assicurazioni per un futuro, dall’altra i fatti che confermano il punto di non ritorno o quasi.

 

Società di corse

Gli ippodromi sono stati convocati dal Mipaaf per martedì pv alle 16.00. Sarà loro sottoposto il testo – la copia dovrebbe pervenire agli interessati solo oggi (sic!!) – della sovvenzione 2017 che da quanto si  apprende contiene una diminuzione del punto corrisposto ad ogni ippodromo. Da 22.000 a 20.000 euro per un calo vicino al 10%. Si dovrebbe passare dai 50.000.000 del 2016 ai 45.940.500 di euro, iscritti al capitolo 2297 del bilancio.

Continuerà la politica dei tagli.

Meno soldi, meno servizi al pubblico, meno pulizia, meno sorveglianza, meno pubblico, meno appassionati, meno scommesse,  meno allevatori, meno proprietari.

Il festival dei meno.

 

Bilanci

Dopo l’estate si parlerà di finanziaria e di risorse destinate all’ippica.

In questi giorni, circolano insistenti le voci di una diminuzione del contributo pubblico (legge Zaia n. 2/2009) 2018 del 20%.

Dalle parole ai fatti.

Viene messo in pratica quanto previsto dall’art. 15 del Collegato Agricolo, lettera e), per il primo anno successivo alla privatizzazione. Una riduzione degli oneri a carico della finanza pubblica pari al 20%.

Una sforbiciata di 19.179.021. Dai 95.896.052 del 2017 ai 76.716.084  del 2018.

Se questo avvenisse senza la costituzione  [lettere a), b), art. 15] di un organismo cui affidare le funzioni di rendicontazione e organizzazionenon solo rendicontazione come nelle intenzioni, contro legge, del Mipaaf– degli eventi ippici e riordino delle competenze ministeriali in materia di diritti televisivi e scommesse – di conseguenza senza un piano programmatico in grado di garantire certezze agli operatori – l’ippica perderebbe le ultime speranze di sopravvivenza.

Il Mipaaf non sta lavorando per il rilancio, la sua opera d’indebolimento prosegue giorno dopo giorno.
Non ha senso programmare G. Premi in ippodromi con strutture inidonee, senza illuminazione, senza controlli agli accessi riservati, senza adeguata promozione e con solo qualche centinaio di spettatori.

L’esito sarà controproducente e contribuirà al degrado del settore.

Non è con la guerra ai poveri che si riqualifica lo sport del cavallo da corsa.

Tev

Di

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