Conti ancora più in rosso. Gli allevatori chiedono le dimissioni di Ferrero e  difendono Mauro Gaddoni.

Aggiorniamo il bollettino di guerra dell’Organismo

Mipaaf

Finalmente il Mipaaf ha terminato l’ultimo capitolo del piano strategico per il rilancio dell’ippica: la terza tris.
Riduzione corse, declassamento Grandi Premi, calendario scriteriato, una convenzione con gli ippodromi preistorica e avulsa da qualsiasi criterio meritocratico, terza tris sono fattori approfonditi e ponderati dai cervelloni del Ministero per muoversi lungo una dorsale ben definita, appositamente studiata per screditare e affossare definitivamente  l’ippica italiana.
Un’oscenità la spiegazione contenuta nel decreto del Mipaaf “ …al fine di realizzare una politica di sviluppo mediante una mirata programmazione tecnica delle competizioni”.
Ma Saverio Abate, Stefania Mastromarino, Alessandro Lazzaro e chicchessia  sanno  cosa è una corsa di cavalli o le false promesse e l’approssimazione dei ministeriali, i suggerimenti dei servitori di corte senza dignità  hanno talmente confuso le idee, da costringere il Mipaaf a scelte improvvisate e senza senso?
La terza tris non porterà nemmeno un euro in più nelle casse dello Stato.
Dequalificherà il prodotto corsa e concorrerà all’ennesima emorragia di pubblico, scommesse, ricavi e mancanza di trasparenza, causando danni finanziario ed erariale.
Solo qualche gettone in più per i funzionari addetti al controllo delle corse.
Meno lo spettacolo è interessante, meno sono gli appassionati, meno interesse circola intorno al settore e più diminuiscono pubblico, scommettitori, filiera ippica e posti di lavoro.
Il sillogismo è di una logica stridente.

Preannunciavamo qualche mese fa una calda estate, adesso pensiamo proprio che il prossimo inverno al Mipaaf non avranno bisogno del riscaldamento.

Trotto&Turf

Marco Trentinimeritevole il suo intervento sulla terza tris  – nella rubrica “Tra politica e scommesse” del 20 giugno, scrive nell’articolo Le corse…. senza il resto:Prendete il week end di Milano che abbiamo appena vissuto come esempio,…..da una parte il Nazionale alla Maura, dall’altra il Milano a San Siro…Stessa città, stessa società di gestione e due giorni dal clima identico, quindi paragone coerente. Escludendo gli addetti ai lavori, il rapporto di presenze del pubblico è stato quasi di uno (trotto) a venti (galoppo) e parliamo di 200 a 4.000: come lo giustificate ?

Il paragone non è coerente.

Milano S. Siro (galoppo) è uno dei migliori ippodromi del mondo per geometria delle piste e per strutture, la Maura un ippodromo di campagna, non degno della cultura e della storia ippica della città che lo ospita.

Anche poco curato, …purtroppo !!

Anact

Duri comunicati – di cui riportiamo degli stralci – delle associazioni degli allevatori lombardi e dell’Emilia Romagna indirizzati a Presidente e Consiglio Anact, in cui si chiedono con urgenza le dimissioni dell’intero consiglio dell’Anact non ritenuto in grado di operare più secondo mandato

Anact Lombardia

 “Cari Consiglieri,
il settore dell’ippica nazionale sta affrontando un momento particolarmente delicato, caratterizzato da un trend costantemente negativo di tutti i suoi fondamentali con la sola eccezione della qualità dei nostri prodotti, frutto delle scelte felici dell’allevamento italiano degli ultimi anni.
E’ necessaria un’operazione di ricostruzione e di rilancio che deve vedere l’Anact attiva nel suo ruolo di guida, in grado di proporre le linee  per un nuovo corso.
……….A causa di una serie di iniziative assunte dalla Presidenza in assenza di adeguata condivisione con i componenti del Consiglio e la base associativa, oggi purtroppo abbiamo di fronte un’Anact divisa, in cui il Consiglio è spaccato ed incapace di procedere sulla via che ha costituito la base del mandato dei Soci ai vertici designati, come dimostrato dai casi recenti del Bilancio ancora
non approvato, dall’affare Trotto Italia  ed addirittura dalle denunce e dalle espulsioni. Ciò non è tollerabile per la nostra Associazione.
…..Alla luce della situazione esistente, proprio per il fondamentale ruolo della nostra associazione, non resta che una cosa sola da fare: una assunzione collettiva di responsabilità da parte dell’intero Consiglio Direttivo e del Presidente e Vicepresidenti eletti.
Solo le dimissioni dell’intero Consiglio Direttivo – o quanto meno della maggioranza più responsabile – potranno consentire di costruire una compagine più affiatata e coesa attraverso nuove elezioni.
Ogni giorno in più di stallo dell’Associazione, peraltro condito da mortificanti querelle, è un atto di egoismo che non si può che condannare fin d’ora”.

Anact  Emilia Romagna

Al Presidente e al Consiglio dell’Anact.

Gli allevatori dell’Emilia Romagna rappresentati dalla consigliera Vecchi oltre ad aver già dimostrato la solidarietà al consigliere Gaddoni sospeso in modo illegittimo, chiedono il reintegro immediato del consigliere Gadoni. Inoltre come già evidenziato in presenza del presidente Ferrero esigono il divieto assoluto di una partecipazione  dell’associazione all’ente chiamato Trotto Italia, viste le modalità di realizzazione del progetto che sono di grave minaccia per l’associazione stessa. La posizione attuale del consigliere Gaddoni impedisce ad una delle regioni di maggior consistenza di esprimere la propria volontà in consiglio. Qualora questa situazione dovesse perdurare  gli allevatori che sottoscrivono questa lettera chiedono le dimissioni del presidente e del consiglio. L’Anact è degli allevatori, se la gestione non è trasparente siamo disposti a togliere il disturbo non rinnovando la quota associativa.

Valter Ferrero, menestrello della corte dei miracoli e a tempo perso addetto stampa del Mipaaf continua nella sua strategia di rilancio del settore: riduzione delle corse, declassamento dei Grandi Premi, chiusura degli ippodromi, eliminazione di cavalli e scuderie, politica delle briciole.
Poco importa se gli allevatori sono costretti a svendere i loro prodotti. Poco importa se i regolamenti non vengono rispettati e il pubblico abbandona gli ippodromi. Poco importa se perdiamo ogni giorno 31.378 euro di ricavi dalle scommesse. Poco importa se ippodromi e operatori non sono pagati da mesi. Poco importa che il buco del Mipaaf aumenti al pari della fame degli operatori.

Sarebbe bene spiegare questo e tanto altro con parole accompagnate  dai fatti.

E’ venuto il tempo in cui rendere conto di aver ridotto ai minimi storici la credibilità dellAnact.

Tev

Di

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