Doping alla sbando. I consiglieri Santulli, Gaddoni, Vecchi, Toniatti, Carraretto reclamano trasparenza.

Attualmente la situazione dei controlli sulle sostanze proibite versa in una situazione drammatica con evidenti storture sia regolamentari, procedurali e disciplinari.
Il tutto in un silenzio assordante di tutte le componenti ippiche.
Nel passato le associazioni professionali sono sempre state in prima linea per segnalare le incongruenze del sistema, oggi invece nessuno critica il ministero.
Alcune associazioni continuano ad insistere per la linea dura, altre meno.
Sul profilo facebook della scuderia Delmar è riportata – con tanto di video – un’intervista di Pierluigi D’Angelo, Presidente degli ippodromi di Napoli e Garigliano all’interno della trasmissione televisiva “ No Problem ippica “ del febbraio scorso, puntata n. 504, trasmessa su Sky 220.
Il noto imprenditore dichiara esplicitamente “ ….stanno contrastando Ferrero…non so per quale fine…questi prenditori…non devono dimenticare che grazie a Ferrero sono stati gratificati che nel 2015 su 70 cavalli presenti alle aste 30 sono stati positivi al fenilbutazone …Ferrero questa vicenda se l’è tenuta tranquilla…c’è gente che si permette di parlare che ha portato alle aste…cavalli trattati con fenilbutazone…e adesso si permette di dire che sta facendo Ferrero
In linea con il commento di Joan Lindberg: “Il doping è del tutto inaccettabile e le persone coinvolte non hanno posto nel mondo del trotto”, segretario generale della ST norvegese, in seguito alla sospensione per 15 anni di Fabrice Souloy per doping.
Ci sbaglieremo, ma l’esperienza c’insegna che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.
Non vorremmo che a fronte di un silenzio sulle storture del sistema sotto sotto si cerchi ancora di  favorire alcuni casi particolari, magari usufruendo della propria posizione, soprattutto sui casi di cocaina del 2017 iniziati a gennaio con Thunder di Poggio e Velina Gio.
Sin dai tempi di panzironiana memoria, con il beneplacito di alcuni vertici di associazioni, decine di casi furono insabbiati e venuti alla luce solo dopo molti anni.
Cambiano i volti e i nomi, ma il modo di ragionare è sempre lo stesso.

Mamo

Anact: messa in discussione la gestione Ferrero

Contestiamo la gestione Ferrero, non siamo ribelli

Le contestazioni di Bologna e di Milano non è riuscito a digerirle, il Presidente dell’Anact non se le aspettava.
Come non prevedeva le richieste di dimissioni sollecitate dagli allevatori della Lombardia della Emilia e della Romagna.
Non ha argomenti Ferrero, se non le contumelie contro di noi, che contestiamo nei fatti, atti alla mano, la sua gestione.
Vuole, riduttivamente, farci passare per ribelli, allontanando la verità.
Il mondo dell’Ippica ci conosce, non ci dobbiamo presentare.
Il nostro obiettivo è la trasparenza, attività probabilmente poco nota al nostro interlocutore, e la chiediamo con determinazione, per il rispetto prima di noi stessi e poi per quanti, avendo fiducia in noi, ci hanno eletti.
E’ vero, abbiamo partecipato alle assemblee regionali che si sono tenute a Bologna e a Milano, ma era nostro diritto.
Di cosa si lamenta Ferrero, eravamo presenti legittimamente, alcuni in qualità di Consiglieri e Santulli, in qualità di vice Presidente.
Invece di esserci riconoscente per l’aiuto che gli abbiamo dato, tutti in generale, ma da qualcuno in particolare, che per i suoi trascorsi, lo ha anche introdotto al Ministero.
Purtroppo oggi non gli stiamo più bene, perché vogliamo capire, entrare nel merito delle questioni, avere risposte convincenti, partecipare.
Ogni nostra attività è considerata colpevole di lesa maestà, il suo cruccio è non essere riuscito a renderci suoi “dipendenti”.
Quando si parla dei risultati positivi riportati dall’Anact quest’anno, attribuisce tutti i meriti a se stesso ed ai suoi fedelissimi, niente di più falso, sono il frutto del lavoro di tutti i Consiglieri, di tutto il Consiglio.
Si lavorava di concerto, fino a quando non è iniziato il suo protagonismo assoluto e la prevaricazione nei nostri confronti.
Ai Consigli dell’Anact siamo stati presenti più di altri, contrariamente a quanto afferma il nostro detrattore, basta leggere i verbali.
Purtroppo, ultimamente, i Consigli si sono svolti tutti senza il rispetto delle norme statutarie, tutti illegittimi, cosa che noi, puntualmente, abbiamo denunciato, congiuntamente a tutti gli abusi perpetrati, è tutto, incontrovertibilmente, verbalizzato.
Per Ferrero contano solo le alzate di mano della sua maggioranza, ritenendo così di poter cancellare il Diritto Amministrativo, Civile e Penale, oltre al povero Statuto della nostra associazione, che per lui è solo un optional.
Nel prossimo Consiglio ha messo, ancora una volta, all’ordine del giorno, le posizioni di Carraretto, Santulli e Toniatti.
Volendosene liberare, ha inventato una loro presunta incompatibilità, hanno, infatti, il torto di essere anche soci di imprenditori ippici e /o della Lega ippica.
Devono essere cacciati, così come Gaddoni, che inopinatamente, senza il rispetto di nessuna norma è stato espulso dal Consiglio e sospeso, ed è all’ordine del giorno della prossima Assemblea il suo…. processo.
Questi sono i tentativi di epurazione che, il democratico Presidente, sa mettere in campo, forte dei voti di cui può contare in Consiglio.
Ci manca solo la purga.
Si ritiene il Padrone, il Duce dell’Anact, fa quello che vuole e non dice nulla a nessuno, senza chiedere mai autorizzazioni o il nostro parere.
Prima si vanta del Derby, del Lotteria e della programmazione, e poi se lo contesti, perché l’Anact non ha partecipato a nessuna di queste scelte, si schernisce, affermando che sono decisioni che ha preso il Ministero.
Al prossimo Consiglio ha messo all’ordine del giorno anche la nomina di quindici allevatori, che dovranno entrare a far parte di Trotto Italia.
Ma chi lo ha mai riconosciuto questo Trotto Italia, ma che centra con gli allevatori, con l’Anact? Mai nessun Consiglio ha dato via libera a questa sua iniziativa, ne tantomeno l’Assemblea.
Quello che denunciamo noi, però, non viene portato in discussione in Consiglio, prendiamo ad esempio l’incompatibilità di Antonio Torciere, dipendente e Segretario dell’Anact, deus ex machina da sempre, che è tra i fondatori di Trotto Italia, che tra le principali finalità si occupa dell’ allevamento dei cavalli trottatori……., perché l’
Anact non basta, o intendiamo sostituirla? A nostro giudizio ciò determina un assoluto conflitto d’interessi.
Ed inoltre abbiamo segnalato l’incompatibilità di Ferrero e Bisacchi, rispettivamente legale rappresentante e fondatore di Trotto Italia.
Perché queste cose non le mettiamo all’ordine del giorno del Consiglio? Potremmo farlo congiuntamente alla valutazione dello statuto di questo nuovo soggetto, cui, questi signori, hanno assegnato come sede il n. 131 di via del Policlinico in Roma, la sede dell’Anact…..! E come se non bastasse hanno previsto, per fare cassa, anche di far pagare dall’Anact le quote dei soci dell’Anact che aderiscono a Trotto Italia.
Le suddette iniziative, naturalmente, senza nessuna approvazione ne del Consiglio, ne dell’Assemblea dell’Anact.
Questi sono fatti, non chiacchiere.
Perché questi abusi, che abbiamo segnalato in tutti i modi, non sono all’ordine del giorno di qualche Consiglio? Probabilmente il Presidente, che ha la titolarità della stesura degli ordini del giorno, come prevede lo statuto, non li ritiene importanti.
Certe anomalie a nostro giudizio hanno anche altre responsabilità, ad esempio, nonostante lo Statuto prescriva la presenza dei Sindaci ad ogni Consiglio, da molto tempo i Sindaci sono quasi sempre assenti, esclusa qualche sporadica circostanza.
Forse, probabilmente, li rivedremo da adesso, dopo che abbiamo denunciato e verbalizzato questo stato di cose. Certo, adesso rischiamo, oltre alle prevaricazioni della maggioranza e di Ferrero, anche la probabile antipatia dei Sindaci.
Però è arrivato il momento di arrestare il malcostume.
Il Presidente parla di
trasparenza, allora perché non ha fatto verbalizzare la sua pressante richiesta di assunzione all’Anact del figlio di Torciere? La sua pretesa, che ha scandalizzato anche i “suoi”, noi l’abbiamo contestata e bloccata, pretendendo che fosse regolarmente registrata nel verbale del Consiglio, cosa che non era stata fatta.
Un’ atto di arroganza, come tanti, per definirlo in modo eufemistico, che non poteva ne doveva passare sotto silenzio..! Come non può essere sottaciuto che il nostro Monarca, sia riuscito a
spendere, con la carta di credito dell’Anact, oltre 33.000, 00 euro, solo per il 2016, per attività di “servizio” che decide da solo.
L’ultimo Presidente, Viani, ha speso per la stessa attività
6285, 12 euro per il 2014 e 7.134, 77 per il 2015.
Complessivamente Viani ha speso, per due anni,
13.500, 00 circa, a fronte dei 33.000, 00 di Ferrero per un anno solo.
Veramente una gestione, la sua, molto onerosa, che non ha tenuto conto delle difficoltà economiche dell’Anact.
Ferrero riferisce di nostre azioni con avvocati e di nostri contenziosi, probabilmente lo immagina, non sa che
non ancora abbiamo iniziato, ma siamo pronti, la misura è colma.
Siamo però, ragionevolmente, disponibili a dimetterci, per consentire un rinnovamento del Consiglio dell’Anact, a cominciare dal Presidente, sempre che insieme a noi si dimettano la maggioranza dei Consiglieri.
E’ giusto che si rifacciano le elezioni, tenuto conto dell’attuale impraticabilità gestionale.
Oltretutto, in questo modo, Ferrero avrà la possibilità di prendere atto del consenso che ha conquistato, in questi mesi, presso gli allevatori italiani, con la possibilità di riprendersi tutta l’Anact, senza rompiscatole come noi, per poterne, così come desidera, disporne a
piacimento.
Grazie dell’ospitalità e saluti.
(Gaet 28.06.2017)

Firmato
Carraretto, Gaddoni, Santulli, Toniatti e Vecchi 

Se al Mipaaf quest’inverno non avranno bisogno di riscaldamento, all’Anact potranno tenere aperte anche le finestre.

Tev

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