Ferrero su Trotto&Turf: parole a vuoto tanto per cambiare.
Walter Ferrero ha pubblicato su Trotto&Turf una lettera dal titolo “Ferrero su Preu e ippodromi”, condivisibile per quanto concerne la classificazione definitiva degli impianti prevista dal Dpr 169/98, ad oggi ancora in alto mare, opinabile per le ulteriori tematiche esposte. Rispettando l’elencazione del Presidente dell’Anact, gli facciamo notare:
- Nessun commento di Ferrero sulla scomparsa del Preu dalle risorse destinate all’ippica.
Contrariamente a quanto annunciato dal Walter Ferrero, nel bilancio di assestamento dello Stato 2017, firmato dal ministro Pier Carlo Padoan e da noi pubblicato il 19 luglio e oggi riallegato, l’1,4% del preu risulta essere attribuito al Mipaaf “Dipartimento ippica e pesca”, ma non al settore ippico, in palese contrasto con il dettato di legge.
Le poste di bilancio relative a montepremi, sovvenzioni agli ippodromi, gestione, vigilanza e controllo del settore ippico sono rimaste immutate rispetto a quelle inserite nel bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017.
Quindi montepremi e provvidenze per l’allevamento dei cavalli non sono aumentati di un euro perché dai bilanci, non dalle chiacchiere, non risulta arrivato un euro in più rispetto agli stanziamenti messi nel bilancio di previsione del Mipaaf per l’anno in corso.
- Continua affermando “ …il mio programma prosegue con soddisfazione …” e ancora “abbiamo cercato di lavorare adeguandoci ai tempi cercando di evitare gli errori del passato con meno forma e più sostanza…Il Ministero, la politica è disponibile..”
Forse noi viviamo l’ippica di un altro pianeta, ma dai dati in nostro possesso – fonte Aams per le scommesse – al 30 giugno risulta:
- I ricavi dalle scommesse sono in discesa verticale. Al 30.06 il movimento dei due totalizzatori segna – 17,46% tra gioco al totalizzatore e quota fissa 5.710.988 rispetto al 2016.
- Un minore ricavo quotidiano pari a 31.552 euro, 11.485.081 in proiezione annua.
- Il danno erariale al 30.06 è di 3.006.644 (tot. – 3.051.406, quota fissa + 56.390) pari a – 17,41% rispetto al 2016;
- Ippodromi, allevatori, proprietari, allenatori, guidatori, fantini attendono da più di sette mesi di essere pagati dal Mipaaf e sono “alla fame”;
- I prodotti nati al trotto sono passati dai 4530 del 2008 ai 1693 del 2016 per una diminuzione pari al 62,62%, in percentuale maggiore al galoppo;
- Il 10% dei premi al trotto vinti all’estero dai proprietari italiani ad oggi, a distanza di un anno, non è stato erogato a nessun allevatore;
- Il tanto sbandierato premio aggiunto 2016 ad oggi è ancora solo una promessa;
- Dell’’importo di euro 600.000 relativo alle provvidenze 2011 non se ne sa niente.
- La riduzione dei convegni in assenza di criteri per la rimodulazione del calendario delle corse è una pratica consueta. Roma Capannelle ha chiesto la cancellazione di 21 convegni (11 per il trotto e 10 per il galoppo) non tanto per assicurare una maggiore redditività alle singole giornate di corse, ma per portare a termine la procedura di licenziamento di 19 lavoratori;
- Molti impianti sono in svendita, la situazione è a un punto di non ritorno;
- Manutenzione delle piste, servizi al pubblico sono ridotti al lumicino, la trasparenza nelle corse un optional. Contribuiscono ad allontanare il pubblico e ostacolare quel ricambio generazionale indispensabile al settore per un rilancio.
Per Ferrero il suo “ programma prosegue con soddisfazione evitando gli errori del passato”.
Numeri e fatti sono invece la prova comprovata del fallimento del suo programma, pubblicato da Trotto&Turf sabato 7 gennaio 2017.
Non sono gli ippodromi che sembrano rimasti come i giapponesi sulle isole a guerra finita. E’ Ferrero che continua a difendere una posizione che nei fatti e nei numeri sta portando l’ippica italiana a seguire le orme tedesche.
In qualsiasi azienda privata con i risultati sopraelencati, chiunque avrebbe avuto il ben servito.
Alla sua associazione non vengono attribuiti “poteri e di conseguenza responsabilità”.
Se li attribuisce da solo con l’aiuto di associazioni e pseudo associazioni che non rappresentano altro che sé stesse. L’Anact non è che un mezzo utilizzato dal ministero per il suo progetto di smantellamento dell’ippica al fine di poterla metterla sul mercato a “costo zero”.
Si sta (Repubblica 26 aprile 2012) contribuendo a sfilare l’ippica dalle mani di allevatori, proprietari, allenatori, driver e fantini per consegnarla deprezzata a immobiliaristi e ai grandi fondi d’investimento – Clessidra, Axa, Permira, Bonomi, Anima – che nelle ultime stagioni hanno preso il controllo dei concessionari dei giochi.
Il documento di “Logico“ sulla quota fissa ne è un lampante attestato.
Il progetto e il piano finanziario di Mipaaf e Lega prevedono che i 42 ippodromi diventino 12.
I 12 si divideranno quello che oggi viene distribuito tra 42, senza alcun criterio meritocratico.
Le cose si sono complicate dopo l’entrata in campo dell’Organismo con il suo piano inclusivo che ha al centro la “buona occupazione”.
Ferrero, forse saremo anche dei sognatori che s’illudono di salvare l’ippica, forse a Lei, più che i numeri e i fatti, interessano le wild card e le formazioni filo ministeriali come Trotto Italia, ma noi non siamo mai stati accusati di concussione, non abbiamo mai patteggiato – “Ho patteggiato” La Stampa 18.06.2015 – e grazie a noi non sono mai stati gratificati 30 cavalli positivi al fenilbutazone su 70 presentati alle aste 2015. “Ferrero questa vicenda se l’è tenuta tranquilla…”- Pier Luigi D’Angelo “No Problem Ippica” puntata n. 504-
Inoltre possiamo vantarci di un curriculum ippico di tutto rispetto, chi come allevatore, chi come stalloniere, chi come proprietario, chi, come il sottoscritto, proprietario, allenatore, guidatore, responsabile tris, ex socio di ippodromi, coprogettista e direttore di Montegiorgio e Milano San Siro con un Mangelli a cui hanno partecipato i primi 3 dell’ Hambletonian, Mony Maker e una vincitrice dell’Amerique nelle corse di contorno.
Per Lei invece parlano i suoi fatti…
Maurizio Mattii
Allegato: stralcio bilancio assestamento 2017
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