Attilio D’Alesio contro la privatizzazione. Abate continua a spararle grosse.
Attilio D’Alesio si augura che l’articolo 15 del collegato Agricolo (riforma delle scommesse e riforma tecnica del settore) venga accantonato.
Così da poter continuare a posteggiare in sosta vietata la sua Jaguar davanti al Mipaaf, solo per poter dire di essere stato al ministero, dato che nei fatti, per quanto concerne pagamenti, rinnovo convenzioni, applicazione dei criteri meritocratici e quant’altro non succede mai nulla.
Quello che contano sono i risultati.
Il settore è alla fame e al Mipaaf poco importa.
Sindacati, Organismo, Lega ippica invece la pensano in maniera opposta.
Vogliono che il decreto delega, che scade a gennaio 2018 e non dopodomani, in merito al quale oggi è programmata una riunione Mef–Mipaaf, diventi, con i dovuti correttivi e accorgimenti, legge e sia applicato.
Mipaaf e operatori non sono capaci di elaborare un piano industriale, solo annunci spot.
In tutti questi anni le società di corse non hanno fatto altro che chiedere la questua sottraendosi risorse l’un l’altre e il Mipaaf ha adottato e reiterato decisioni sbagliate per favorire pochi a discapito di molti, portando il settore a un punto di non ritorno.
Non ce ne voglia il direttore del “piano di mezzo” Saverio Abate, ma a proposito di Collegato Agricolo, lett b), a lui tanto caro, gli ricordiamo che la fideiussione che dovrà presentare l’Organismo a cui sarà affidata la gestione dell’ippica, per legge dovrà:
- essere conforme agli interessi pubblici;
- conforme e funzionale al piano industriale presentato;
Non comprendiamo perché e da chi gli derivi l’autorità per parlare a più riprese d’importi di 90, 97 e ultimamente 150 milioni.
Non si tratta di un’asta al rialzo.
Debbono incidere piano industriale, occupazione e competenze. Sono argomenti delicati – in parte sconosciuti al Mipaaf – da cui dipende il futuro di un settore stremato.
Pretendiamo maggiore serietà e rispetto per operatori e lavoratori che rischiano di chiudere le loro aziende e rimanere disoccupati e a cui il Mipaaf non ha proposto soluzioni solo “imbarazzanti“, ma anche offensive.
Tev