Siamo sull’orlo di un baratro, ma ogni criterio meritocratico è rifiutato.

Non ci stancheremo mai di produrre, cifre, fatti e progetti, che stanno determinando la morte dell’ippica e capovolto il sistema dei flussi finanziari in entrata ed in uscita
Il movimento e il ricavo dalle scommesse al 31 luglio 2017 rispetto al 2016 (tutti i dettagli nello schema pubblicato nella home) , sono in discesa verticale.
- Al 30.07 il movimento dei due totalizzatori segna – 17,20%. Il solo totalizzatore nazionale, nonostante l’introduzione della terza tris, – 16,62%;
- Il movimento delle scommesse a quota fissa segna un + 29,79%, da € 53.963.417 a € 70.037.575;
- Il movimento dalle scommesse a riferimento segna – 22,96%;
- Il minore ricavo giornaliero (tot ippico + tot nazionale + quota fissa + riferimento) è pari a 33.231,20 euro, 12.096.137 in proiezione annua;
- Il danno erariale al 31.07 è di 3.245.858 (tot. Ippico + nazionale – 3.302.447, quota fissa + 62.790, riferimento – 6. 201 ) pari a – 16,70% rispetto al 2016;
- allevatori, proprietari, allenatori, guidatori, fantini attendono da più di 7 mesi di essere pagati dal Mipaaf, le società di corse da più di 8 mesi e sono “alla fame”;
- I prodotti nati al trotto sono passati dai 4530 del 2008 ai 1693 del 2016 per una diminuzione pari al 62,62%, in percentuale maggiore al galoppo;
- Il 10% dei premi al trotto vinti all’estero dai proprietari italiani ad oggi, a distanza di un anno, non è stato erogato a nessun allevatore;
- Il tanto sbandierato premio aggiunto 2016 ad oggi è ancora solo una promessa;
- Dell’importo di euro 600.000 relativo alle provvidenze 2011 non se ne sa niente;
- La riduzione dei convegni in assenza di criteri per la rimodulazione del calendario delle corse è una pratica consueta;
- Il Tar del Lazio con un’ordinanza ha chiesto al Mipaaf di fornire documentazioni e chiarimenti entro 45 giorni, per replicare al ricorso che alcune società di corse hanno intentato contro il decreto del febbraio 2016 che detta i criteri per la ripartizione delle sovvenzioni ippiche. Lo ha stabilito con un’ordinanza il Tar Lazio, chiedendo al Ministero di depositare le risultanze istruttorie sulla base delle quali sono stati rimodulati i programmi delle corse, i criteri per l’erogazione dei finanziamenti e gli altri contenuti dispositivi degli atti impugnati
- Fronte sindacale:
- Napoli Agnano: le RSU locali a seguito della procedura di mobilità dalla società di gestione di 22 su 67 dipendenti hanno proclamato una protesta iniziata il 5 agosto con il ritardo di 15 minuti a cui seguirà un ulteriore inasprimento delle iniziative sino all’attuazione di un pacchetto di 20 ore di sciopero da utilizzare anche a livello territoriale con le modalità e i tempi ritenuti utili per le vertenze in atto;
- Roma Capannelle: scaduti i termini previsti dalla legge 223 per scongiurare il licenziamento di 19 dipendenti. Le lettere di licenziamento sono attese da un giorno all’altro e non ci sono segnali per un ripensamento. Concluso anche il rapporto tra società e Piero Celli. Hippogroup Capannelle ha chiesto la cancellazione di 21 convegni (11 per il trotto e 10 per il galoppo);
- Molti impianti sono in svendita, la situazione è a un punto di non ritorno;
- La manutenzione delle piste, servizi al pubblico sono ridotti al lumicino, la trasparenza nelle corse un optional. Contribuiscono ad allontanare il pubblico e ostacolare quel ricambio generazionale indispensabile al settore per un rilancio.
Ogni tanto cambiano nomi e volti.
Ma il modo di ragionare e di risolvere i problemi da parte del Mipaaf e società di corse (con il tacito e colpevole silenzio delle categorie) è sempre quello.
Quello che ha portato il settore sull’orlo del baratro, alimentando assistenzialismo ed escludendo ogni criterio meritocratico.
Si è creata una filiera di dirigenti incapaci, di falsi proprietari, falsi allevatori, falsi allenatori che ha contribuito a far perdere il significato di professionalità a ogni componente dell’ippica, portando allo sfascio tecnico e amministrativo e al degrado che è sotto gli occhi di tutti.
E’ necessario un piano, risultato di un’attenta ponderazione dei problemi alla ricerca dei correttivi adatti.
Un piano che il Mipaaf non ha perché non ha le competenze per redigerlo.
La privatizzazione è l’unica carta da giocare e le perdite di tempo, soprattutto per perseguire interessi particolari e non collettivi, sono ferali.
Tev