Quanto meno te l’aspetti dal cilindro esce Cranky Srl.

Dopo i  concorsi in cui il vincitore deve essere un predestinato analizziamo ora un esempio di affidamento di servizi fatto sempre da UNIRELAB  dove si dimostra l’enorme capacità dei responsabili di questa società a gestire l’ingente quantità di soldi ippici” (circa 4M) che ricevono.

In data 21 dicembre 2015 viene pubblicato un verbale di aggiudicazione per l’esecuzione di opere edili (all. 1).

L’ importo è limitato (11 mila €) e questo permette di applicare l’iter dell’ affidamento diretto (all. 1 pagina 1 evidenziato n°2).

L’affidamento diretto secondo quanto disposto dal codice degli Appalti e dal regolamento interno degli acquisti permette di invitare con lettera  le ditte individuate come descritto a pagina 1 (evidenziato n°1) :

  • Dopo ricerca di mercato
  • Iscritte ad albo fornitori

Se una ditta non è invitata non può partecipare anche se offre una cifra inferiore.

La ditta vincitrice, con l’offerta più bassa, risulta essere la CRANKY Srl  la cui offerta è stata ricevuta il 17 dicembre.

SEMBREREBBE tutto in regola anche andando a vedere quando sono state inviate le lettere d’invito (all.2) cioè l’11 dicembre.

Quindi la ditta si è iscritta all’albo fornitori in un periodo antecedente al 10 dicembre o UNIRELAB ha fatto un indagine di mercato per reperire nuove ditte, anche qui SEMBREREBBE tutto in regola.

Ma se andiamo a controllare sul sito dell’ AGENZIA dell’ENTRATE appare che la ditta CRANKY srl ha iniziato l’ attività il 9 dicembre (all.to 3).

Questo è l’incredibile capacità dei responsabili UNIRELAB l’aver fatto una ricerca di mercato il giorno 10 dicembre e sono riusciti a trovare una ditta creata il giorno prima che incredibilmente è la più conveniente.

Sorge spontanea la domanda: è la gallina (UNIRELAB) ad avere generato l’uovo (Srl) o l’uovo ad aver trovato la gallina?

Unirelab costa al Mipaaf 4 milioni di euro e insieme alla selezione e nomina dei giudici/veterinari, al controllo della funzionalità ordinaria, alla nomina delle Commissioni disciplina, e all’istituzione di eventuali Commissioni di controllo costituisce l’ ”insiemegiustizia sportiva;

Non si può negare, perché emerge per tabulas dai bilanci Mipaaf, che le “Spese connesse alla gestione, vigilanza e controllo del settore ippico”, in cui rientra la giustizia sportiva per l’anno 2017 risultano stanziate a consuntivo (capitolo 2298 bilancio Mipaaf)  per 28.537.691 e 29.182.456 per il 2018.

Il Mipaaf non è in grado di gestire né la giustizia sportiva né qualsiasi altra branca del settore, ma vuole ostinatamente continuare ad amministrare i 170.000.000 milioni di euro destinati all’ippica con il sostegno di una corte di miracoli composta da un Presidente Anact patteggiatore e che sembra interessato (Gaet 11.08) a tutelare più interessi personali di quelli collettivi e da generali senza esercito alla ricerca di qualche briciola.

Poco importa se si affamano gli operatori e si mortifica lo sport del cavallo da corsa con false promesse, bugie, approssimazione e mancanza di trasparenza.

Poco importa dei posti di lavoro a rischio, di ippodromi fatiscenti e disfunzionali, di manager incapaci, di pubblico, proprietari, allenatori, guidatori, fantini in calo, scommesse in picchiata.

Dati incontrovertibili e alla portata di tutti che fanno sorgere dubbi e perplessità sull’operato del Mipaaf.

E’ necessaria un’ippica sana, capace di produrre nell’intero comparto un diverso approccio culturale assumendo come prioritari i valori della qualità, imprenditorialità, rigoroso rispetto delle regole ed etica professionale: una nuova ippica in grado di soppiantare l’ippica delle menzogne, dei personalismi, della poca trasparenza e di un deleterio pseudo assistenzialismo, che hanno caratterizzato la conduzione dell’ex Unire prima, dell’Assi e del Mipaaf dopo .

Mamo

All.to 1: verbale di aggiudicazione

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All.to 2: lettera invito a trattativa aperta

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All.to 3: estratto Agenzia delle Entrate 

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