Le considerazioni di Marco Montana e la risposta  Maurizio Mattii

Questa caldissima estate vede l’Anac  sotto la spinta del Presidente Massimo Parri e del suo vice Cesare Cava molto attiva.
I due si stanno interessando sia al futuro assetto ippico in seno al Coni, sia al bando per l’assegnazione della gestione dell’ippodromo di  Capannelle che dovrebbe essere pubblicato entro il 31 dicembre 2017. Sul contenuto del bando e sui soggetti interessati  ritorneremo nei prossimi giorni.
Per quanto concerne il passaggio dell’ippica dal Mipaaf al Coni pubblichiamo le considerazioni ricevute dal dott. Marco Montana

IPOTESI A

FARE QUALCOSA CHE ASSOMIGLIA AL CONI

Questo esisteva già ed era l’ UNIRE che prima della riforma del 1999 era  l’ente amministrativo che distribuiva i soldi alle sezioni tecniche (come federazioni) ENCAT/JOCKEY ecc.
Questo assetto è stato bocciato dalla riforma del 1999 e poi dalla creazione dell’ASSI e successivamente nel 2012 dall’abolizione di tutto e alla confluenza nel Ministero.
Quindi ben 3 atti politici in un arco di tempo di 13 anni  hanno bocciato tale impostazione in quanto ha portato ad avere bilanci totalmente “falsi”  che arrivavano al pareggio di bilancio con il calcolo di crediti inesigibili come ampiamente dimostrato nel bilancio di chiusura del 2012 (vedi relazione collegio sindacale e società di revisione) dai  90M certificati nel decreto 31 gennaio 2013.
La via di riforma intrapresa dal 2013 in avanti porta alla creazione di un soggetto di diritto privato senza scopo di lucro.
Idea condivisa e votata da almeno due legislature e 4 governi di colore politici differenti

IPOTESI B

ENTRARE A FARE PARTE DEL CONI

Preambolo

Nel 2001 sia il CONI che l’ UNIRE  a causa del mancato pagamento dei minimi garantiti erano in forte dissesto finanziario (CONI 174M di crediti circa 150M l’ UNIRE).
L’allora ministro TREMONTI nel 2002 propose il salvataggio attraverso la privatizzazione dei due ENTI, lo svincolo del finanziamento dalle scommesse con l’erogazione di un fisso stabilito in finanziaria.
Il CONI aderì, fu creata la CONI servizi SPA di proprietà del MEF e le federazioni furono riconosciute come soggetti di diritto privato ancorché anomalo.
L’ ENTE pubblico CONI rimase una scatola “politica” dove vengono distribuiti i soldi alle federazioni e alla CONI servizi che di fatto svolge il lavoro pratico per il CONI e le federazioni .
Dal 2003 in finanziaria viene stabilito il contributo base a cui si aggiungono vari altri finanziamenti centrali e periferici (regioni, enti, comuni)
Dai 450M del 2003 ad oggi il CONI viene finanziato con circa 420M di contributi.
Dunque la quasi totalità dei soldi pubblici stanziati dallo stato e distribuiti dal CONI sono gestiti da soggetti di diritto privato che ne rendono conto all’ENTE controllore.
L’ippica nel 2002 (ministro ALEMANNO/ Panzironi) rifiutò la privatizzazione e il fisso mantenendo in piedi l’UNIRE pubblica, arrivando al 2003 con una legge che, salvando la rete rinunciava ai pregressi minimi garantiti in cambio di un prestito di 150M da restituire e dell’attribuzione all’UNIRE dell’ anagrafe equina.
Quindi da un credito di 150M l’ippica si trovò un debito di 150M, quindi un delta di 300M che ha ucciso il futuro dell’ ippica  in cambio di una liquidità immediata ed illusoria.
Il cambio di passo del CONI costrinse la Federazioni a non contare solo sul contributo statale e ad iniziare un percorso “virtuoso”.

ATTUALMENTE

L’entrata dell’ippica nel CONI può avvenire solo con il riconoscimento dello stesso (a norma della legge competente) di un soggetto che deve essere obbligatoriamente di diritto privato e senza scopo di lucro.
Il collocamento all’interno del CONI potrà avvenire solo come disciplina associata e non come federazione in senso vero  in quanto queste devono essere storiche o essere o essere state  olimpiche.

Il mondo CONI è così costituito:

45 federazioni sportive;
19 discipline associate;
17 enti di promozione sportiva nazionali;
1 ente di promozione sportiva territoriale;
19 associazioni benemerite.

Come si vede il peso specifico dell’ ippica all’ interno del CONI sarebbe trascurabile:

GIUNTA NAZIONALE

74 componenti di cui 3 delle discipline associate quindi il peso eventuale sarebbe 1/74.
Nella GIUNTA a fronte di 20 partecipanti nessun rappresentante delle discipline associate.
Quindi in teoria i finanziamenti all’ippica se transitano al CONI e poi ridistribuiti, potrebbero condurre a un massacro per il poco peso del settore, a meno che non siano garantiti per legge, ma in questo caso il CONI a cosa serve?
Dei soldi a disposizione del CONI nel 2016 circa 150M sono andati al CONI servizi e 280M così distribuiti: 250M alle federazioni  3M agli enti di promozione e 25M alle discipline associate.
Mediamente il contributo CONI per le federazioni è pari al 40% delle entrate, mentre il 60% arriva da entrate proprie.
La federazione che ha il contributo più alto e la FGCI (calcio) con 44M.
Con tutti questi soldi il CONI ha 11M di tesserati, circa il 15-20%  della popolazione e da vita a milioni di eventi sportivi con un ritorno di immagine nazionale e politica di livello altissimo.
Le entrate dello stato per la via diretta sono di circa 190M per la quota erariale delle scommesse sportive e senza contare la tassazione indiretta sulle società sportive ed altro.
Quindi l’ investimento di soldi pubblici non derivanti da produzione diretta ha una giustificazione sia dal punto di vista sociale che di ritorno di visibilità politica.

L’ ippica in tutto questo  come si inserirebbe?

Se il finanziamento sarebbe svincolato dalle entrate delle scommesse, con un  contributo supponiamo pari a 150M essendo escluse le cifre per l’allevamento che dovrebbe rimanere al MIPAAF (cifra già molto critica per l’ ippica).
Il CONI vedrebbe aumentato di circa il 30% il suo appannaggio senza averne nessun vantaggio.
La “federazione ippica“ in quanto disciplina associata porterebbe il contributo alle discipline associate al medesimo livello di quello delle federazioni (165M contro 250).

L’ ippica avrebbe un contributo pari al triplo del calcio.

La capacità di reperire risorse , come le altre federazioni , ad oggi è pari a zero, in totale controtendenza rispetto a quanto richiede il CONI alle federazioni.Il tutto per mantenere un circuito di 40 IPPODROMI, e magari 10000 tesserati .
Un ritorno di immagine giornalistica e televisiva pari a zero e un peso a livello internazionale pari  quasi zero.

CONCLUSIONE

Se deve essere fatta una associazione senza scopo di lucro, se sono disponibili i soldi a cosa serve il CONI?
Con il fisso l’ unico soggetto che ci guadagna è l’ assuntore di gioco che incrementerà la quota che gli compete e che avrà interesse a modificare il palinsesto principale e complementare a suo piacimento, l’esempio sono i palinsesti televisivi del calcio e della formula 1 che però riceve un pacco di soldi dalla tv.
Inoltre il fisso rischierebbe di diminuire nel tempo con nessuna possibilità di appoggi politici per invertire la tendenza: l’ippica non è il CONI e le pressioni politiche a favore dello sport nei confronti dell’ippica sono in rapporto di 100 a 1.
Sport- LOTTI  Ippica- CASTIGLIONE e il futuro sarà peggio.

Marco Montana

Caro Marco sono stato invitato a risponderti e lo faccio con piacere.

A prescindere dal numero di ippodromi e corse che rimarranno, la tua disamina è ineccepibile, ma di tutto si potrà discutere tranne del fatto che il settore ippico stia attraversando una crisi giunta ad punto di non ritorno. Il quadro generale, in assenza di tempestivi interventi, prospetta l’anno 2017 come l’anno nel quale potrebbe essere celebrato il funerale dell’ippica italiana. Pesanti sono la responsabilità delle Istituzioni (Mipaaf in primo luogo), delle categorie e delle società di corse che a distanza di anni dall’azzeramento della struttura di governo del settore (UNIRE prima e ASSI successivamente) non sono stati in grado o non hanno voluto mettere in campo un progetto credibile di risanamento, consolidamento e rilancio dell’intero comparto.

E’ necessaria un’inversione di rotta.

Non c’è più tempo per le parole, inutile piangere sul latte versato.
Per questo, pur non essendo la mia ippica, pur non avendo intenzione di parteciparvi, vedo di buon occhio la soluzione CONI se desse certezze economiche, pagamenti regolari, doping sicuro e rispetto delle regole.
Sono sicuro che poi l’ippica, svincolata dai lacci di chi non aspetta altro che acquistarla a “costo zero” saprà trarre le risorse per ricollocarsi e rilanciarsi.

Maurizio Mattii

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