Inizia una settimana decisiva per il futuro dell’ippica, con la possibile approvazione dei due decreti attuativi dell’ art. 15 del Collegato Agricolo, riguardanti nel concreto le lettere a) – tv e scommesse– e b) – passaggio dal pubblico al privato -.
I filo ministeriali se ne sono resi conto e ipotizzano varie soluzioni, la più accreditata, a loro dire, quella che lascerebbe giustizia sportiva e scommesse dentro il Mipaaf e di fatto ridurrebbe le funzioni del nuovo soggetto a poco più di un contabile.
Le notizie che trapelano dal Mef sono discordanti da quelle diffuse dal Mipaaf, tanto da indurci paradossalmente a ipotizzare che il famoso “piano di mezzo” tanto vicino un tempo ad Alemanno e Panzironi ne sappia meno di noi e metta le mani avanti utilizzando i suoi lacchè.
L’Organismo ha lavorato duramente e seriamente: ha sensibilizzato 3 ministeri, tenuto contattati con 2 ministri e 1 sottosegretario e presentato un dettagliato piano industriale – finanziario mettendo al centro la “buona occupazione”.
E’ pronto ad assumersi le sue responsabilità a patto che:
- La decurtazione annua del 20% del contributo pubblico non parta dal 2018 – mancano meno di quattro mesi – come sostengono al Mipaaf, ma dal 2020, come ha proposto l’Organismo a Mipaaf, Mef e Ministero del lavoro, ovvero quando saranno a pieno regime la riforma delle scommesse ippiche – riordino tv, 74% destinato alla scommesse al totalizzatore, tassa sul margine e palinsesto complementare – e la rete di scommesse generata dal prossimo bando per le nuove concessioni delle scommesse, fermo dal 30 giugno 2016 ;
- La giustizia sportiva – come del resto, sul piano testuale, vuole il Collegato Agricolo- sia svincolata dal Mipaaf. La riforma dell’ippica (Collegato Agricolo, art. 15, lett. b) prevede la costituzione di un organismo a cui demandare le funzioni di “organizzazione”degli eventi ippici e non di sola “rendicontazione” come invece sembra volere indirizzare il Mipaaf. Sottraendo al costituito organismo gli svariati milioni di euro relativi al costo della giustizia sportiva che rimarrebbe al Ministero, perpetuando la formulazione di un prodotto – corsa falsato ancora prima di entrare in pista.
Le risorse a disposizione dell’ippica scenderebbero dagli attuali 169.000.00 a poco più di 150.000.000.
Per quanto concerne i giudici di gara occorre domandarsi: “Chi controlla i controllori ?”
Nell’ordinamento sportivo questo fatto è rigidamente diviso tra federazioni e CONI e laddove il Coni è l’esecutore esistono organismi sopranazionali indipendenti di salvaguardia.
Non è certo il ministro dello sport che nomina gli arbitri ogni settimana e per tutti gli sport.
L’Organismo Ippico Italiano ha già affermato con fermezza la necessità dell’autonomia dei giudici di gara. Il modello di riferimento dell’OII è l’AIA.
L’AIA ha autonomia operativa – amministrativa e rapporti con la Figc ben precisi e strutturati, ma anche di subordinazione, dal controllo preventivo e consuntivo dei bilanci all’approvazione dei regolamenti.
Quando poi è stata espressa dal Mipaaf perplessità sul modello AIA perché l’ippica è uno sport sui cui è possibile effettuare scommesse riconosciute dallo Stato, ignorando che anche sul calcio è possibile giocare (il quadruplo dell’ippica), ci sono cadute davvero le braccia, preferendo non porci…domande.
Vale la pena ricordare che le gestioni ippiche di tutte le nazioni europee sono di natura privatistica e che la giustizia sportiva è organizzata, controllata e regolata dalle stesse associazioni private.
La giustizia sportiva include anche i veterinari il doping e le Commissioni di di disciplina e senza un doping trasparente, l’opposto dell’attuale, nessun concessionario europeo è disposto ad investire sul prodotto corsa italiano. Il PMU è stato molto esplicito in proposito;
- sia garantita inizialmente al nuovo soggetto privato la disponibilità finanziaria necessaria per pagare da subito ogni 15 del mese i premi al traguardo e i corrispettivi alle società di corse e gli stipendi a fine mese.
Senza mettere in conto che per rendere funzionale la nuova macchina organizzativa, tra sede, bandi, personale e quant’altro ci vorranno come minimo dai 6 ai 10 mesi.
Chiariti i punti sopraelencati l’Organismo si candiderà alla gestione del settore.
In caso contrario, senza assicurazioni certe lasceremo a qualcun altro il ruolo di becchino dell’ippica italiana.
La privatizzazione è l’unica carta da giocare e le perdite di tempo, soprattutto per perseguire interessi particolari e non collettivi, sono letali.
Maurizio Mattii
CONTINENTALE E FILLY
Nel Continentale un Urlo Dei Venti semplicemente stratosferico
Il sessantanovesimo Continentale dell’Arcoveggio per merito di uno stratosferico Urlo Dei Venti e di un ottimo Unicorno Slm parla italiano. Solo terzo Dreammoko e addirittura quinto l’altro francese Dijon, in difficoltà in retta d’arrivo.
Il figlio di Mago D’Amore partiva con circospezione poi dopo quattrocento metri di corsa veniva avanti deciso e otteneva strada da Unicorno Slm che in partenza aveva sorpreso tutti e si era portato subito al comando. Da quel momento in poi per Urlo Dei Venti, bellissimo d’andatura, si è trattato di una vera e propria marcia trionfale a suon di parziali. In arrivo lasciava a distanza Unicorno Slm e Dreammoko che, dopo aver pedinato Dijon nel suo tentativo all’esterno, finiva bene in mezzo alla pista su Uno Italia all’interno.
Nettissimo il risalto di Urlo che chiudeva in 11.5, nuovo record sulla distanza della pista e ovviamente anche del Continentale. 12.0 per Unicorno Slm, 12.4 per Dreammoko, stesso tempo per Uno Italia e 12.7 per Dijon.
In premiazione grande soddisfazione per il proprietario di Urlo, Stefano Simonelli che ne è anche l’allevatore e per Enrico Bellei che da alcuni mesi ne cura l’allenamento.
Filly: Une Etoile Gar
Nel Continentale Filly un arrivo che non ti aspetti, considerato che United Roc una volta in testa senza spendere più del dovuto sembrava praticamente padrona della corsa. In arrivo però la figlia di Filipp Roc accusava lo sforzo e doveva soccombere al finish di Une Etoile Gar che l’aveva seguita diligentemente fin dal via e a quello della solita Uma Francis che metteva in campo la sua ormai nota progressione finale venendo da lontano.
Dunque una Une Etoile Gar che finalmente riesce a dimostrare tutto il suo potenziale, una ottima Uma Francis, sicuramente condizionata dal numero, una United Roc deludente al pari dell’altra attesa Ultimaluna Grif. 12.6 il ragguaglio al chilometro della figlia di Varenne e Lorin.
Fral