E’ dalla notte dei tempi che l’uomo ha su molti argomenti un rifiuto totale dell’accettazione del “fatto nuovo” che cambia un’opinione radicata nella ottusa e retriva cultura dominante.
Sull’altare di queste paure anche alcuni dei migliori ingegni mondiali quali Galileo Galilei hanno dovuto rinnegare le loro opinioni  per evitare di finire al rogo.
Vi domanderete cosa c’entra questo incipit con l’ippica nostrana?
Anche nel nostro piccolo orticello ippico esiste una cultura “dominante” che ha declinato un “vangelo” che deve essere obbligatoriamente applicato e che bolla come eresia ogni cambiamento e chiede il rogo mediatico per chi afferma il contrario.
Questa cultura si basa su radici passate valide, ma che ormai sono superate dall’evoluzione e dal cambio imposto da del mondo intorno all’ippica.

Il teorema base è che “non può esistere ippica fuori dall’abbraccio statale” con il relativo postulato “lo stato ci deve dare i soldi” e “l’onorevole/ministro/ sottosegretario ci ha promesso …”
Certo fino all’inizio del nuovo millennio tutto ha retto e l’ippica si auto sosteneva.
Poi il combinato disposto tra scelte scellerate sulle scommesse (minime garantiti) e scelte politiche opinabili (Alemanno-Panzironi) hanno portato un tracollo tecnico-economico che ha avuto il suo compimento nel 2008.

E’ in questo periodo che s’inizia a parlare di riformare il settore in modo nuovo e al passo con i tempi, infatti, il ministro Zaia avviò il processo fornendo anche i fondi (legge 2/2009) per agevolare il risultato, ma i Custodi dell’ippica immutabile riuscirono a utilizzare i soldi facendo passare nel dimenticatoio, complice l’addio di Zaia, ogni cambiamento.
Ma siccome il mondo prosegue, anche se i “custodi dell’ippica immutabile” (C.IPP.I) non se ne accorgono in pochi anni, i bilanci UNIRE hanno disintegrato ogni credibilità finanziaria portando alla soppressione della stessa UNIRE e del mai nato ASSI.
E cosi finalmente i “custodi  ippica immutabile” ( C.IPP.I) arrivano gaudenti nelle braccia del Ministero .
Contestualmente per cercare di arginare il disastro s’inizia a parlare di cambiare il mondo ippico cioè di equipararlo a tutte le altre ippiche mondiali cioè di “privatizzare” la gestione.
A questo punto i “custodi dell’ippica immutabile” (C.IPP.I) iniziano a terrorizzare il popolo ippico facendo leva sull’innata paura del nuovo: la privatizzazione porterà alla rovina l’ippica!

La legge che privatizza, riduce i fondi pubblici ogni anno del 20%: rifiutatela!

La conclusione dei C.IPP.I è di rimanere felici e contenti nelle braccia amorevoli del Ministero che ci sosterrà e ci aiuterà: affidiamoci  dunque all’onorevole/ministro/sottosegretario che ci procurerà i soldi necessari!

Ma i fatti purtroppo smentiscono i C.IPP.I.

I fondi ippici per l’anno 2013 erano 250M come da legge finanziaria (all.1) e nel 2017 gli stessi fondi si sono ridotti a 177M (all.2).
Quindi l’amorevole Ministero e l’amico di turno onorevole/ministro/sottosegretario hanno tagliato il 15% all’ippica ogni anno!
Ma se pensiamo che almeno 30M di questo periodo sono stati utilizzati per pagare il 2012 il taglio reale è di fatto del 20% annuo.
In cambio di questo tranquillo futuro (-20% annuo) che cosa il MiPAAF e i C.IPP.I hanno assicurato agli ippici:

  • Pagamento premi a 6 mesi;
  • Pagamento ippodromi a 10 mesi;
  • Giustizia sportiva costosa;
  • Televisione imbarazzante;
  • Programmazione tecnica carente;
  • Nessuna possibilità di cambiare il trend negativo;

Però per i C.IPP.I il disastro è il nuovo, la “privatizzazione”, il  futuro calo delle risorse, del resto già in atto, utilizzato come spauracchio.

Esistono due Piani industriali, ognuno con le proprie particolarità, redatti da seri professionisti che spiegano come sia possibile invertire il trend negativo dell’ippica, ma probabilmente nessuno dei C.IPP.I si è mai preso la briga di leggerli ed eventualmente capirli.

Le parole d’ordine sono:

  • Che non esiste nessun piano se non i tagli che invece oggi, come abbiamo visto, non esistono;
  • Niente funzionerà perché faranno i loro comodi mentre oggi tutto funziona e non esistono privilegiati;

L’ippica deve avere il coraggio di prendere in mano il proprio futuro perché ne ha le capacità e le idee vincenti e abbandonare al proprio destino i vetero statalisti ancorati a un passato che non ritornerà più.

PS: tutti i buoni risultati che l’ippica italiana sta ottenendo sono frutto d’iniziative e volontà imprenditoriali private ottenuti nonostante i C.IPP.I e il Ministero, emblematiche le Aste del trotto i cui risultati sono il frutto del lavoro di privati ed organizzate da ITS fino a ieri osteggiata e ostacolata da quelle istituzioni che oggi se ne rivendicano i meriti.

Marco Montana

PRIVATIZZAZIONE

Per i disinformati e i millantatori precisiamo che il Consiglio dei Ministri non è programmato per domani, ma per venerdì 22 pv e che sino a ieri i due decreti attuativi relativi alla privatizzazione non erano ancora presenti tra i documenti all’ordine del giorno.

Tev

All.to 1

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