Machiavelli nel suo trattato di dottrina politica “il principe” giustificando i principi necessari e le modalità di gestire il potere, espose il famoso detto “il fine giustifica i mezzi”.
Nel nostro piccolo mondo ippico, invece, il Principe (ministro Martina) ha capovolto il dettato machiavellico, ma come e perché lo ha fatto?
Partiamo dal giugno 2015 quando la delega fiscale contenente la riforma sia delle scommesse ippiche sia di tutto il comparto viene bocciata perché contenuta in un veicolo quale la riforma dei giochi che è osteggiata da tutti gli enti locali (regioni e comuni) e il Presidente del Consiglio per quieto vivere archivia la pratica.
Siccome in tutto il percorso della delega il Mipaaf è stato soggetto passivo e non collaborativo in contrasto con il MEF, i più pensavano che tutta la riforma era ormai defunta e sepolta .
Ma improvvisamente il Principe con abile mossa e con un vigore inaudito ricolloca la riforma ippica nel cosiddetto “collegato agricolo”.
L’abilità sta nel fatto che la riforma viene inserita in un contesto abbastanza alieno e già in avanzato stadio di discussione parlamentare e il vigore politico si estrinseca nel fare approvare il tutto in circa 5 mesi, che per la politica italiana è un fatto eccezionale, come se una cinquecento vincesse un GP di formula uno.
In questo frangente tutte le remore siciliane e dei ministeriali vengono o respinte o ignorate.
Poi improvvisamente tutto si ferma.
Normale stanno lavorando si pensa, stanno scrivendo………….
Oddio visto il tempo impiegato, l’estensore era probabilmente analfabeta e ha dovuto imparare a scrivere!
Riassumendo se, come pare, al Principe dell’ippica non interessa nulla perché ha resuscitato un morto del 2015?
Proviamo a formulare un’ipotesi: anche se non interessato, il Principe era stato convinto della necessità di una riforma, ma improvvisamente la necessità di raggiungere il fine viene meno perché il mezzo è più importante.
Il mondo di mezzo burocratico ministeriale è necessario per superare ostacoli più importanti (vino?) e le alleanze politiche per le elezioni siciliane prevalgono su tutto.
La povera ippica viene dunque sacrificata sull’altare di un macchiavellico interesse di potere e di partito e chi se ne frega se un comparto va in malora per uno zero virgola o qualche sponda per nomine: ci sono sempre persone che esulteranno per le briciole che riusciranno ad afferrare.
Speriamo di essere smentiti e che i decreti delegati, che stanno viaggiando verso il Consiglio dei Ministri con una lentezza esasperante (essendo a Roma useranno l’ATAC, resa “efficiente” da Panzironi) contengano una riforma in linea con i dettami del Collegato Agricolo e non con quelli delle forze oscure.
Principe, forza, uno scatto di buon senso, pensi al fine e getti via il mezzo!
Blackred