Il Derby del trotto programmato domenica scorsa a Capannelle è lo spunto per una riflessione  sull’ippica italiana.

INFORMAZIONE

Meglio parlare di “disinformazione”, una delle maggiori cause del degrado del settore.

Ci si aspettava che su Trotto &Turf nel commento del Post–Derby si analizzassero presenze, scommesse (57.826 euro totale campo, 47.558 sulle sole corse di Capannelle), critiche al fondo della pista, valutazioni di Pietro Gubellini rese a Unire Tv.
Su quell’avvallamento prima della dirittura di arrivo, normale nelle piste progettate per correre alla rovescia, ma che con svolgimento alla “dritta”, in caso di repentini cambi di marcia è all’origine di rotture.

Silenzio assoluto.

L’importante, più che sostenere un prodotto certificato, è non prendere posizione, stare in equilibrio.

Dopo un inizio anno promettente Trotto&Turf con l’approssimarsi dell’inverno è ritornato in letargo.

PROGRAMMAZIONE

E’ come sparare sulla croce rossa, specialmente se si entra nel merito dell’ippica di tutti i giorni che è quella che produce, anche se non più come un tempo e viene dimenticata dai soloni della programmazione come attesta il gioco: – 17% .

Ritornando al Derby non c’erano i presupposti per un Derby milionario e lo svolgimento, un corsa mediocre, ne è stata la conferma ce ne fosse bisogno.

Vivid Wise As era il “predestinato” del Derby milionario, con questi avversari non può correre. Se sta bene vale il doppio.

Soltanto che, come spesso succede nei cavalli, qualcosa si è inceppato.

Problemi respiratori a parte, già a Napoli il cavallo non era bello nelle sgambature e ad Enghien aveva perso malamente dal già squalificato Varietà Luis.

Lo dice anche Somma, debbono essere considerati, come in tutta in Europa, altri parametri che non la sola partecipazione a Gruppi 1 e Gran Premi.

Somme vinte e piazzamenti nelle ultime corse innanzitutto e il ritorno del Derby a luglio.

Anche nell’articolo a firma di Luigi Migliaccio due precisazioni sarebbero state gradite:

  1. La Spagna non sembra un termine di paragone con le nazioni ippicamente più importanti: ha un solo gran premio in assoluto, riservato ai cavalli indigeni di tre anni. L’altro è riservato ai soli trottatori francesi;
  2. In Francia l’Amerique si affronta soprattutto a sei anni in poi, più raramente a cinque, ma Bold Eagle l’ha vinto l’anno scorso a cinque e anche qualche quattro anni ha provato ad affrontarlo. Andando indietro nel tempo lo vinsero due quattro anni di Orsi Mangelli  (Muscletone e De Sota) e in tempi recenti, nel 2013, ci ha provato la femmina francese Vanika Du Ruel, una delle migliori della sua generazione.

Due argomenti che però poco hanno a che fare con l’analisi tecnica di questo Derby.

Oggi purtroppo l’ippica, a tutti i livelli, vive di slogan e proclami senza fondamenta.

Bisogna ripartire dal basso con un prodotto trasparente, senza violazioni di regolamento e garantito da persone competenti cha abbiano il coraggio di assumersi le proprie responsabilità.

Il corretto uso delle regole è fondamentale per la trasparenza delle corse.

E questo non potrà realizzarsi sino a quando non ci sarà un Organismo capace di proteggere l’ippica dalla politica, l’opposto di quanto avviene oggi, dove il Mipaaf è uno strumento d’ingerenza della politica nell’ippica.

Maurizio Mattii

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