
Oggi alle 12.00 Cdm.
In agenda nessun riferimento all’ippica. Probabilmente se ne riparlerà la prossima settimana o dopo il 31, appena formalizzato il decreto siglato dal Mef con la Conferenza Stato Regioni.
Per quella data il decreto sulla riforma delle scommesse, corretto rispetto a quello pervenuto in Cdm con l’inserimento all’art. 6 della lettera c) – mancante –, potrebbe essere affiancato dal provvedimento che sancisce il passaggio dal pubblico al privato delle funzioni non solo – come vorrebbe il Mipaaf – di ripartizione e di rendicontazione, ma anche di organizzazione degli eventi ippici.
Vale la pena ricordare che la legge (v. art.15 collegato agricolo) non prevede solamente la delega per il decreto sulle scommesse, ma anche la delega sulla privatizzazione dell’ippica, in un contesto complementare, e quindi in termini di interdipendenza.
Non è quindi proponibile un solo decreto, per attuare la legge e completare una riforma dell’ippica che è indilazionabile e unica via di sopravvivenza per il settore, per l’indotto, per l’occupazione, occorre emanare il decreto sulla privatizzazione dell’ippica.
“In 10 anni” – riproponiamo l’intervento di ieri di Marco Montana su questo sito – “la quota di mercato dell’ippica dal 7,6% è scesa allo 0,9%, pari alla quota di mercato relativo ai giochi con vincite non in denaro, che sono precisamente apparecchi dove:
- possibilità di ricevere un oggetto in premio (gru, pesche di abilità, ecc…);
- semplice intrattenimento(videogiochi e apparecchi meccanici ed elettromeccanici come biliardo, calcio balilla, flipper, ecc…).
L’introito dell’erario è stato nel 2016 di soli 28M (all.2) a fronte di un contributo dello stato all’ippica di circa 100M quindi con un saldo negativo di più di 70M.
Il contributo statale all’ippica è simile a quanto elargito dallo stato per la parità scolastica oppure per gli istituti di cultura italiani all’estero o contributo dell’Italia per l’ONU.
In un periodo in cui lo stato sociale viene pesantemente tagliato, i servizi ai cittadini di tutti gli enti locali vengono costantemente ridimensionati, fino a quando lo Stato verserà a fondo perso contributi all’ippica? “
Eppure nonostante il cataclisma economico, tecnico e di credibilità, un settore dell’ippica continua imperterrito a chiedere improbabili aiuti economici allo Stato, alle Regioni o ai Comuni.
Rifiutando un’impostazione diversa, nella direzione dell’applicazione di un vero e proprio criterio meritocratico tesa a camminare con le proprie gambe, a investire sui propri mezzi e non più tesa a chiedere sussidi pubblici in perenne assistenza.
Organismo Ippico
MEMORIAL GIUSEPPE BIASUZZI
Sull’errore di Urlo Dei Venti facile da un capo all’altro Dijon.
Il primo gruppo 1 del Sant’Artemio Memorial Giuseppe Biasuzzi parla francese. Vince infatti Dijon, avversario dichiarato del favorito Urlo Dei Venti. L’allievo di Derieux con un sicuro percorso di testa si afferma in 12.7 nei confronti di Ursa Caf e Urlo Dei Venti.
Dopo cento metri di corsa il colpo di scena dell’errore del favorito che più sollecito del solito in partenza era praticamente riuscito a scendere alla corda dietro il francese davanti a Ursa Caf.
Il figlio di Mago D’Amore rimesso di trotto finiva lontano dalla testa poi una volta ripreso il contatto con il gruppo, sul secondo quarto passato in rallentamento da Dijon, risaliva prepotentemente per portarsi a fianco del leader e pressarlo fino a metà retta d’arrivo dove, anche in virtù della chiusa in 28.2, cedeva leggermente lasciando il secondo posto a Ursa Caf che aveva mirato al sodo nella scia di Dijon.
Difficile dire come sarebbe andata se Urlo dei Venti non avesse sbagliato, di sicuro ne avrebbe guadagnato lo spettacolo.
A onor del vero va detto che il binomio Dijon-Derieux è apparso più concentrato e in palla rispetto alla prova del Continentale. Quanto a Urlo Dei Venti, al di là dell’errore, si può dire che non ha sfigurato per nulla.
Nel rispetto dei valori in campo buoni il secondo posto di Ursa Caf e il quarto di Une Etoile Gar.
Fral