Nella giornata di oggi sono stati presentati gli emendamenti alla legge di stabilità che saranno esaminati nei prossimi giorni.

A oggi si conosce solo il numero approssimativo (4000), ma non i testi dei singoli emendamenti, probabilmente ve ne saranno alcuni che coinvolgeranno l’ippica solo negli aspetti del suo finanziamento, precisamente su modifiche delle scommesse o integrazione o diminuzione delle risorse poste nella tabella 12 del MIPAAF.

Nei prossimi giorni terremo aggiornati gli ippici sia sui contenuti sia sui risultati dei singoli emendamenti.

A oggi però rimane in sospeso una domanda: chi è il benefattore dell’ippica?

Certo perché un benefattore esiste sicuramente. Infatti, a fronte  di entrate disposte dal MEF di circa 139M di certa destinazione ippica (64M dalle scommesse, 73M al montepremi per la legge Zaia, 2M da entrate varie) si arriva a distribuire 165M alla filiera e circa 7M di spese di gestione MIPAAF.

La matematica ci dice che sono stati aggiunti oltre 30M, di solito chi elargisce una cifra così cospicua, soprattutto in politica, lo fa per avere quantomeno una visibilità e ottenere una gratificazione dalla filiera tutta.

Chi dobbiamo ringraziare: il Ministro, il sottosegretario con delega, uno o più dei tanti bistrattati dirigenti o addirittura il MEF?

Il silenzio un po’ ci inquieta, Il MIPAAF deve rendere conto dei propri provvedimenti e delle proprie spese e precisare:

  • Se questi soldi sono stati presi da altri capitoli di spesa del MIPAAF e destinati all’ippica;
  • Se questi soldi arrivano dal MEF dai giochi perché non metterli direttamente nel comma 4 della legge Zaia salvaguardando cosi il montepremi.

Nella prima ipotesi potrebbero essere tolti, così come sono stati inseriti, nel prossimo assestamento di bilancio del 30 giugno 2016. In questo caso nel secondo semestre correremo con un montepremi inferiore al primo. L’opposto di quanto successo nel 2017.

Nella seconda ipotesi il montepremi rimarrebbe invariato poiché il denaro proveniente dal comma 4 della legge Zaia deve essere destinato solo al montepremi.

Perché non dirlo?

Non vogliamo essere maligni, ma poiché a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, non vorremmo, visto i trascorsi, che questi che fondi arrivino da un portafoglio con già soldi ippici, all’interno di cui sono stati utilizzati solo una parte e il resto dirottato verso altri lidi: debito pubblico o altre voci di bilancio MIPAAF).

In questo caso il silenzio del benefattore è più che comprensibile, e siamo certi che gli ippici non applaudiranno, ma collera e condanno per l’ennesimo finanziamento del montepremi a proprie spese.

Organismo Ippico Italiano

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