Nella giornata di venerdì sono stati presentati gli emendamenti relativi alla legge finanziaria 2018.

Circa 4000 che dovranno essere ridotti a scelta dei partiti che li hanno presentati in proporzione del loro peso in senato a circa 900.

L’articolo che riguarda l’ippica è il 90 e ai nastri di partenza sono stati presentati 6 emendamenti (90.15-90.16-90.17-90.29-90.30-90.0.01)

Vedremo quanti di questi sopravvivranno.

Comunque di questi uno solo chiede un aumento delle disponibilità economiche per il comparto e precisamente l’aumento di 1M di euro da destinarsi al comune di Merano per la ristrutturazione dell’ippodromo.

La maggior parte degli altri chiedono solo un’applicazione parziale del collegato agricolo, specificatamente  quello relativo alla riforma delle scommesse.

Questa interpretazione cozza con il parere della Ragioneria dello stato allegato all’approvazione  del collegato agricolo che indica  in modo  chiaro come la riforma delle scommesse(quota fissa e totalizzatore) debba essere funzionale alla creazione dell’ organismo privato.

Lo ribadiamo ancora una volta, la riforma delle scommesse è una necessità, ma deve essere inserita in un contesto di riforma globale del settore che porti alla messa a disposizione dello scommettitore un prodotto certificato e di qualità.

Già molte volte in passato la filiera ippica ha assistito passivamente a interventi – falliti -solo sulla tipologia di scommesse fatte in modo affrettato :

  • Ippica nazionale (doppio totalizzatore);
  • V7;
  • Quartè e quintè.

Questi interventi erano stati “venduti” come essenziali per incrementare le disponibilità economiche della filiera ippica che in modo acritico hanno sostenuto questi interventi.

Praticamente vendiamo magliette “made in Taiwan”, ma firmate “Ermenegildo Zegna” .

E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: fallimento di questi prodotti, il calo delle risorse e un progressivo allontanamento degli scommettitori, delusi dal prodotto offerto.

E c’è ancora chi vuole insistere su questa strada. Liquidare il Collegato Agricolo con l’approvazione – contro legge- della sola – lett- a) relativa al riordino delle competenze ministeriali in materia d’ippica e di disciplina delle scommesse ippiche, dimenticandosi il resto, ovvero l’Organismo tecnico, decretando la morte della filiera italiana.

Il motivo?  Ci si è resi conto che vendere servizi, applicando il palinsesto complementare sulle corse estere di cui si sono comprati i diritti, interfacciandosi solo con Aams, senza nessun controllo dell’Organismo sulla qualità del prodotto commercializzato, è più producente e semplice che cercare di rilanciare l’ippica di casa nostra.

Una sorta di Betradar dell’ippica, che potrà immettere sul mercato anche le corse del Guatemala, magari anche del Madagascar, senza certezze sul doping, sulla programmazione, sulle licenze dei guidatori e fantini.

Dei Robin hood alla rovescia. Si continua a rubare ai poveri per dare ai ricchi, con il sostegno di uno sparuto gruppo di generali senza esercito, sempre al Mipaaf, chi per racimolare qualche spicciolo, chi solo per dire di avere libero accesso a palazzo.

Gente senza cuore, poveracci pronti a vendere l’anima per un piatto di lenticchie.

Dobbiamo partire con il piede giusto, un ulteriore errore sarebbe fatale.

Organismo Ippico Italiano

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