Si susseguono le ipotesi su come saranno reperiti e da quali capitoli stornati i 2,5 milioni mancanti dal bilancio del Mipaaf per il mese di dicembre.
Le tesi più accreditate propenderebbero per un taglio – la cui legittimità tutta da verificare – da suddividere tra le tre voci portanti del bilancio del Mipaaf: ippodromi, montepremi, spese connesse alla gestione, vigilanza e controllo del settore ippico.
Come dire “Un po’ per ognuno non fa male a nessuno” .
A luglio, i trionfanti portavoce ministeriali – Anact e sparring partner – hanno strombazzato la grande vittoria di aver portato 8,5M di Preu al montepremi e chi, come l’Organismo, conti alla mano, faceva notare come queste cifre non fossero reali e che bisognava avere assicurazioni nel merito, è stato subissato d’insulti.
La cosa ancora più grave è che, quando è arrivato il PREU, il ministero aveva il dovere di chiedere certezze sugli stanziamenti al Mef e comportarsi di conseguenza.
Invece per far fare bella figura a chi lo puntella, ha pubblicato un decreto che riporta aumenti di stanziamenti non veritieri.
In sintesi veniamo a scoprire – almeno per quanto concerne il settore ippico- che:
- le cifre riportate in finanziaria (legge dello stato) sono “variabili” in diminuzione a discrezione del Mef e del Mipaaf durante l’anno;
- le cifre poste al montepremi, corrispettivi ippodromi, gestione e controllo delle corse ad inizio anno possono essere diminuite e non sono più intoccabili. Pensate cosa succederebbe se il Mef improvvisamente tra qualche mese ritrattasse l’indirizzo dato in finanziaria al Mipaaf di aggiungere 14M ai 74 stanziati per il 2018 a montepremi dal medesimo ministero dell’economia. Dagli 88 in finanziaria ritorneremmo ai 74M, sarebbe la bastonata finale per il settore;
- le cifre riportate nei decreti di stanziamento premi potrebbero essere non veritiere;
- la notizia del taglio a dicembre era già conosciuta da settembre – mese in cui si chiudono i conti del Mipaaf – ed è stata nascosta agli assidui frequentatori delle stanze ministeriali ai quali veniva elargita solo la storiella dei pagamenti imminenti. I filo ministeriali – Anact e sparring partner– invece di raccontare storielle a chi si alza presto la mattina e fa fatica ad arrivare a fine mese, farebbero bene a starsene a casa.
Farebbero meno danni.
L’ippica del futuro (se ci sarà) non dovrà aver bisogno di sentinelle negli uffici per monitorare pagamenti sempre in ritardo ed eventualmente accelerati per alcuni, sentinelle che in cambio di una libera circolazione nei ministeri nulla hanno visto della mancanza di fondi per alcuni milioni di euro, sentinelle – testimonianza del degrado dell’ippica – sempre appiattite sulle posizioni ministeriali, in cambio del nulla visto che per loro stessa ammissione il ministero fa quello che gli pare.
Organismo Ippico Italiano