In tutto il mondo, le autorità ippiche cercano di migliorare il prodotto corsa e di garantire la certificazione dei risultati, questo a tutela di scommettitori, allevatori e proprietari.

L’Italia in questo processo di certificazione dei risultati ne rimane totalmente assente crogiolandosi nel suo piccolo giardino in via di scomparsa.

La BHA (British Horseracing Authority) in questi giorni ha emanato una norma che obbliga a comunicare al pubblico se i cavalli partenti siano stati sottoposti ad interventi sull’apparato respiratorio questo sia per la trasparenza che per il benessere del cavallo.

Inoltre l’IFHA (International Federation Horseracing Authority) nel confermare la lotta alle sostanze proibite, ha stabilito che le corse di primo livello (galoppo) saranno controllate da un circuito di eccellenza di laboratori di controllo, individuati in 5 unità, dove ovviamente manca l’Italia.
Probabilmente a breve anche l’UET per il trotto si adeguerà, e così nonostante le dichiarazioni auto elogianti il laboratorio italiano, non avrà alcun riconoscimento di qualità.

Del resto è già da alcuni anni che per disposizione della BHA i cavalli galoppatori italiani, che sono stabulati in italia, per correre o presentarsi alle aste in Inghilterra devono recarsi con congrui giorni d’anticipo per essere sottoposti a controlli preventivi agli anabolizzanti. Ciò non è richiesto per i galoppatori irlandesi, tedeschi, francesi e pensate un po’ svedesi, questo è il risultato della qualità dei controlli in Italia.

Questo si aggiunge ai mancati adeguamenti dei regolamenti su argomenti sottoscritti a livello internazionale o ad adeguamenti fatti (vedi cobalto) oltre un anno dopo gli altri paesi e comunque senza avere ancora acquistato gli strumenti idonei.

Quadro perfetto di un sistema d’ippica statale (unico esempio in Europa) dove l’importante è eseguire la corretta procedura amministrativa e non il risultato migliore, dove, come si legge sui giornali, i dirigenti si auto valutano e si distribuiscono gli incentivi sui risultati raggiunti stabiliti da loro stessi, dove si privilegia la salvaguardia delle loro competenze rispetto alla risoluzione dei problemi urgenti.

Restiamo fiduciosi in attesa del decreto sul montepremi di dicembre e del miracolo di Natale.

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