Più che un taglio è una mazzata.
E come disse Francesco Ferrucci a Maramaldo durante la battaglia di Gavinana:
“Vile tu uccidi un uomo morto”
E questo è quello che sta succedendo, la soppressione volontaria di tutto un comparto quasi con sprezzo, senza curarsi delle conseguenze, considerando l’ippica l’ultima ruota del ministero, il settore derelitto su cui è facile infierire tanto ci saranno sempre dei presenzialisti che giustificheranno tutte le azioni ministeriali e addirittura considerano l’azione ministeriale perfetta e dei sabotatori chi invece puntualmente sottolinea le nefandezze dell’ippica statale.
Prima commettiamo la cosa più macroscopica cioè il taglio che tra giornate soppresse e calo del montepremi, prendendo ad esempio alcuni ippodromi (Roma, Montegiorgio) si arriva oltre il 35% con un taglio complessivo che arriva quasi a 2,5M (all.1).
D’altronde tutto questo è la diretta conseguenza dell’azione di un ministero che dal 2013 al 2017 ha tagliato all’ippica ogni anno passando da 250M a 170M, che con una gestione tecnica disastrosa ha ridotto sia le scommesse ippiche al ritmo del 15% annuo, e che ha già programmato un ulteriore taglio per il 2018.
Gli schiaffi al comparto come conseguenza del decreto sono molteplici.
Infatti, il taglio delle giornate porterà a un’ulteriore calo delle scommesse, con una diminuzione delle future risorse e per riempire il palinsesto si dovrà ricorrere ai campi stranieri con esborso immediato dei costi.
Veniamo ad analizzare gli argomenti più gravi che risaltano da questo decreto:
- Il taglio disposto dal MEF con il decreto legge 148 non era diretto all’ippica, ma si inseriva in un contesto di tagli lineari ai ministeri di cui 4,2M al MIPAAF (all.2);
- E’ il MIPAAF che ha deciso che il dipartimento coinvolto maggiormente dal taglio fosse solo quello dove è presente l’ippica.
Quindi la decisione del taglio non è un fatto tecnico, non un errore sui costi, non un errore di valutazione sulle corse straniere come i ministeriali e i loro portavoce hanno cercato di far filtrare in questi giorni, ma è un chiaro atto di scelta politica fatto dal Ministro, Sottosegretario con delega e dai vertici dirigenziali del ministero.
Viene a cadere un caposaldo dei cantori ministeriali cioè che il montepremi è intoccabile in quanto garantito per legge (Dpr 169/98 art. 12)!
E ci sono dei folli che hanno urlato la necessità di sopprimere la riforma dell’ippica in nome di un fisso elargito dallo Stato che come abbiamo visto lo potrebbe ridurre in corso d’opera se ne avesse necessità.
Comunque un taglio che arriva da lontano, deciso probabilmente già da fine Agosto nella predisposizione del testo del Decreto e che è rimasto nel silenzio più assoluto alla faccia della trasparenza amministrativa e dell’assidua presenza nelle stanze ministeriali.
Un taglio che contribuisce a togliere certezze e ad allontanare le poche persone serie disposte a frequentare ancora un ippodromo.
L’ippica dei capizona che ci siamo meritati!
Marco Montana
All.to 1
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All.to 2
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