
E’ incredibile come la disinformazione stia cercando di cancellare le tracce delle responsabilità del taglio di dicembre.
L’esercizio più semplice è leggere attentamente il decreto emesso dove la fonte del taglio è chiaramente scritta in italiano corrente.
Invece i portavoce delle cose inutili adesso cercano di convincere la filiera ippica delle cose più assurde per cercare di coprire i propri sbagli:
- Taglio dovuto per uno stanziamento eccessivo del montepremi nei mesi precedenti: impossibile in quanto i decreti di spesa sono controllati e vistati dalla Corte dei Conti che avrebbe bloccato il decreto;
- Taglio dovuto per coprire il costo delle corse estere: impossibile si riferisce ad altro capitolo di spesa e i soldi del montepremi non possono essere spesi per altra voce (legge Zaia);
- Taglio ai troppi soldi dati al settore galoppo: tragico tentativo di giustificarsi davanti alla filiera del trotto per il silenzio tenuto sul taglio che colpirà dicembre, mese dove le corse al trotto sono prevalenti.
Il taglio è stato possibile perché l’ippica è in un ministero che deve sottostare ai tagli lineari (1000M a questo giro) imposti dal MEF per non fare scattare interventi drammatici sulla popolazione tutta quali ad esempio l’aumento dell’IVA.
Certo la scelta politica di riversare sull’ippica la maggior parte del taglio in quota MIPAAF sta a dimostrare tutta la debolezza della filiera ippica all’interno del ministero, nonostante i proclami contrari.
Certo una gestione meno dilettantistica e vanagloriosa del PREU avrebbe eliminato il problema, ma non è stato fatto.
Certamente il risultato del taglio solo sul mese di dicembre porterà a variare su base annua la proporzione tra quanto dato al galoppo e al trotto e questo non perché il galoppo abbia fatto qualcosa, ma solo per l’incapacità di prevenire i problemi di chi il trotto a parole dice di chi difenderlo.
A chi ha accusato il ministro Zaia di aver dato con il suo intervento i soldi solo ad alcuni facciamo presente che senza la legge “Zaia” oggi il montepremi sarebbe forse di 30M e accusarlo di non aver fatto una riforma da parte di chi si batte per affossare ogni tipo di riforma è meschino.
Meschino invece è sapere del taglio del 38% con mesi di anticipo e coprirlo, per poi consigliare al MIPAAF di ufficializzarlo solo a dicembre, il giorno dei partenti, per evitare scioperi e manifestazioni, anche se pubblicamente si dichiara il contrario, lucrando sull’ignoranza e la miseria di una filiera che si afferma voler proteggere …più esatto affossare.
Un’annotazione ai puntuali chiosatori sui web, non abbiamo biliardi ma “calma e gesso” sono un “binomio irreversibile”, citato dalla enciclopedia Treccani e specifichiamo che questo non vuol dire che siamo proprietari di canili.
Redblack
G.P. DUOMO U.E.T. Mt. 1600 € 110.000
1° 6 PEACE OF MIND A. GOCCIADORO 11.4
2° 1 TAMURE ROC SANTO MOLLO 11.7
3° 2 TATOO DEL RONCO M. MINOPOLI JR 12.0
4° 4 ARAZI BOKO E. BELLEI 12.4
5° 5 SAIMON BARBOI R. PEZZATINI 13.6
SUPERBO CAPAR R. VECCHIONE R.P.
DIJION R.DERIEUX R.P.
Nel Duomo come nel Palio dei Comuni
Continua il momento magico di Alessandro Gocciadoro e il suo team.
Nel Gran Premio Duomo, lo storico gruppo 1 fiorentino, si ripete l’arrivo del Palio dei Comuni di appena quindici giorni addietro, Peace Of Mind infatti ha la meglio di spunto sulla battistrada Tamure Roc.
Nella fase iniziale, ritenuta da tutti determinante ai fini del risultato finale vista la presenza di fior di partitori, sbagliavano prima Superbo Capar, quindi gli attesi Arazi Boko e Dijon, quest’ultimo nel tentativo di sfilare su Tamure Roc, veloce lungo la corda.
Così mentre Superbo Capar e Dijon venivano squalificati e Arazi Boko veniva rimesso in tempo utile da Enrico Bellei le posizioni si assestavano. In testa Tamure Roc a dettare il ritmo e dietro di lei, in fila indiana, Tatoo Del Ronco, Peace Of Mind, Saimon Barboi e Arazi Boko che al passaggio provava l’attacco alla testa senza riuscire a rendersi veramente pericoloso. Ai quattrocento finali dalla terza posizione spostava Peace Of Mind che, dopo aver sorpassato Totoo Del Ronco, attaccava Tamure Roc per averne ragione nettamente già ai cinquanta finali.
1.11.4 il tempo al chilometro.
Vittoria netta e meritata per la figlia di Uronometro e Erica D’Alfa, apparsa ancora più pimpante rispetto alla finale del Palio dei Comuni considerato che in quella circostanza si affermò sprintando all’interno dalla seconda posizione, mentre questa volta è venuta avanti dalla terza posizione e ha dovuto fare la curva finale in seconda ruota. Encomiabile Tamure Roc, anche se ancora una volta arrendevole in retta d’arrivo.
Tatoo Del Ronco, terzo in arrivo, si conferma soggetto molto utile. Arazi Boko ha un po’ deluso, soprattutto le attese dei tanti che lo avevano appoggiato.
Per Peace Of Mind, che ha otto anni, ma non li dimostra, si tratta del secondo gruppo 1 dopo quello del Palio dei Comuni.
In entrambi i casi ha fatto registrare due vittorie da record.
Fral