Dobbiamo chiedere scusa.

Pensavamo, a dire il vero lo pensiamo ancora, che lo spessore tecnico e amministrativo dei dirigenti ippici ministeriali a partire dal capo dipartimento fosse scarso ed invece siamo sicuri che dai prossimi giorni saranno invitati a tenere dei seminari presso tutte le pubbliche amministrazioni sparse sul territorio nazionale in quanto si sono rivelati gli unici capaci di risolvere un problema grave per l’Italia.
In molti giornali è riportata la notizia che il nostro paese è stato denunciato presso la corte europea per: “Il sistematico ritardo con cui le amministrazioni pubbliche italiane effettuano i pagamenti.
E’ stato rilevato, infatti, che i pagamenti, in media, sono effettuati a 100 giorni contro l’obbligo di pagamento in 30 giorni, eccezionalmente prorogati a 60.
I nostri dirigenti dovranno spiegare ai loro colleghi di tutta Italia come sono riusciti a pagare i premi degli ippici a 150 giorni facendoli risultare perfettamente in regola (sic!) con i dettami della comunità europea.
Il comparto ippico è l’unico in tutta l’Europa che subisce l’obbligo di emettere fattura non quando lo stabilisce il creditore, ma solo quando l’ufficio pubblico lo autorizza e dato che l’autorizzazione arriva solo dopo alcuni mesi dal giorno utile alla fatturazione ecco che tutti i numeri vanno al loro posto.
Si può pensare che questa metodologia bizzarra sia tenuta in un binario oscuro: niente di tutto questo, è tutto certificato dal sistema informatico ministeriale.
Quindi per regolarizzare i tempi non bisogna accelerare i pagamenti, ma rallentare l’emissione delle fatture! Italian style……….oddio il comitato pattern del galoppo sollecitato dai pochi proprietari stranieri vincenti in Italia non è proprio soddisfatto, ma si sa è possibile che non tutti riconoscano il genio!
Ultima annotazione sul taglio effettuato a dicembre, visto che molti ci accusano di scrivere solo da casa e di non frequentare gli uffici ministeriali: facciamo presente che già il 17 ottobre sul nostro Tg (controllare per credere) avevamo avvisato che un taglio massimo di 4,2M era in arrivo sul settore ippico.
Com’è possibile che noi immobili ci siamo accorti di questo rischio, mentre i dirigenti e gli assidui frequentatori nulla sapessero?
Eppure il decreto da noi segnalato è lo stesso citato nel decreto dei tagli, ma leggere e prevenire è esercizio molto più complesso che tagliare sulla pelle degli altri.

Oddio in un mondo dove i tagli sono funzionali (Castiglione), dove i tagli influiscono relativamente (Ferrero), dove sui social si grida alla vittoria per l’arrivo di soldi dovuti del 2016 (vedi sopra) per di più ridotti del 16% senza un perché, dove presidenti di associazioni dissertano di scommesse (aspettiamo che gli esperti di scommesse suggeriscano montepremi e tattiche di corsa) tutto è possibile.

Marco Montana

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