Si avvicina fine anno, si avvicina la fine della legislatura speriamo che non si avvicini la fine dell’ippica.
Purtroppo la fine dell’anno non è una cosa che fa felici gli ippici poiché l’anno che verrà sarà caratterizzato dalle solite certezze:
- Tagli al montepremi;
- Pagamenti in ritardo;
- Calendario pubblicato a singhiozzo;
- Soldi sperperati in varie attività non essenziali;
- Calo delle scommesse;
- Danno erariale.
A dir la verità alcuni aspetti positivi si possono intravedere:
- Scadenza del contratto con teleippica;
- Fine del mandato del sottosegretario;
- Cambio del ministro;
- Anagrafe equina destinata al Ministero della sanità.
E poi ci sono quelli che credono alle fiabe:
- I pagamenti a 60 giorni;
- La riforma delle scommesse risolverà i problemi;
- Il buon funzionamento della giustizia sportiva;
- Nessun taglio al montepremi durante l’anno.
Purtroppo ci stiamo accorgendo che molti ippici hanno fatto dell’immobilismo una scelta di vita, sperando che nascondendo la testa sotto la sabbia i problemi non esistono e che lo stato darà soldi all’ippica per sempre preferendola a tutte le emergenze sociali, comprese le zone terremotate ancora in allarme rosso.
E’ vero come afferma Ferrero che i cavalli italiani continuano a vincere, ma è anche vero che molti – i migliori – hanno dimora all’estero presso allenatori esteri e che in Italia corrono sempre meno, solo per qualche Gran premio.
In compenso però in Italia – nei recinti riservati – sono presenti allenatori che all’estero, dove la giustizia sportiva funziona, non possono entrare nelle scuderie e in pista perché squalificati per doping.
A meno che il Mipaaf abbia come fine l’incremento delle razze equine estere e delle corse non italiane, che è poi quello di cui si potrebbero comporre i palinsesti ippici delle nostra agenzie tra qualche mese.
Mipaaf e filo-ministeriali non ne azzeccano una e farebbero anche un po’ di tenerezza se non si stesse parlando della sopravvivenza di uno sport, che è un patrimonio socio-culturale, che non è soltanto scommessa, ma soprattutto passione, impiego del tempo libero, cultura e opportunità per posti di lavoro e che non può e non deve essere considerato alla stregua del gioco d’azzardo.
Speriamo che la stella cometa indichi alla filiera la strada giusta per evitare ulteriori perdite e avviare un percorso comune per il rilancio del settore.
Redblack