Se l’“amministrazione trasparente”, come scritto sul sito del MIPAAF, è da ritenersi realmente trasparente e veritiera allora abbiamo una parola definitiva sulla reale tempistica dei pagamenti con fattura elettronica dei premi al traguardo.
Partendo dall’obbligo delle pubbliche amministrazioni di ricevere le richieste di pagamento solo per via elettronica, dobbiamo ritenere che quanto pubblicato sul sito ministeriale sia la fotografia reale dei pagamenti.
Nell’allegato abbiamo riportato le causali (compreso il riferimento fiscale) di tutti i pagamenti effettuati dal MIPAAF nel terzo trimestre 2017 con riferimento il capitolo di bilancio 2295 (montepremi e provvidenze).
Nel terzo trimestre (1 luglio–30 settembre) sono stati effettuati 358 pagamenti e tranne pochi casi di pagamenti riferiti ancora al 2016, tutti gli altri si riferiscono al primo trimestre 2017 (gennaio-marzo)
Queste transazioni sono leggibili sul sito del MIPAAF, non sono pagamenti occasionali, ma un numero consistente di mandati.
Se esistono altri pagamenti effettuati in quel periodo perché non sono riportati?
Su queste tabelle il Mipaaf calcola il rispetto delle tempistiche di pagamento e questo controllo è obbligatorio per le pubbliche amministrazioni.
Ci continuano a ripetere ministeriali e giullari, senza presentare un documento ufficiale, che i pagamenti sono a 90 giorni anche per i premi con IVA. Paolo Santulli su Gaet ha affermato che addirittura non viene pagato un euro da otto mesi.
Probabilmente ci racconteranno che dal 1 ottobre al 30 novembre avranno pagato 6 mesi di arretrati: non scrivetelo, pubblicate i documenti attestanti quanto asserite e non solo alcune decine di esempi, ma qualche centinaio come abbiamo riportato noi e come sempre facciamo per dimostrare la veridicità delle nostre asserzioni.
Continua l’ippica delle parole…a vuoto, della disinformazione, degli irresponsabili.
CASO PALERMO
L’ippica siciliana merita di essere sostenuta.
E’ legittimo chiedere una rapida risoluzione del problema, è legittimo chiedere un sostegno economico per la filiera sicula che vuole continuare a vivere di cavalli.
Il Mipaaf doveva vigilare sulla regolarità della situazione e nulla ha fatto.
L’ippodromo di Palermo è già stato chiuso una prima volta il 3 marzo 2017 per fatti occorsi il 24.02, a seguito del quale era stata istituita dal Mipaaf una Commissione d’indagine.
Commissione d’inchiesta per i fatti composta per i tre quarti dagli stessi responsabili dei normali controlli.
Commissione istituita con decreto (Prot. n. 30747 del 13/04/2017) firmato dal Capo Dipartimento Luca Bianchi e composta dalla dirigente dott.ssa Stefania Mastromarino, dirigente delegato del settore tecnico, dal dott. Alessandro Lazzaro – incaricato di svolgere tutte le attività inerenti al controllo, coordinamento e aggiornamento degli addetti alla vigilanza corse e di verifica di eventuali inidoneità e inefficienze di strutture, servizi ed impianti degli ippodromi,…- dal presidente di giuria al trotto signor Gabriele Graziani e dal dott. Giuseppe Chirico con funzioni di segreteria.
Il decreto, tra le varie specifiche, recitava: “…La Commissione ha il compito di procedere a un’organica ricostruzione delle vicende che hanno determinato la sospensione dell’attività presso l’ippodromo di Palermo nella loro successione cronologica. La Commissione ha, altresì, la funzione di verificare l’adeguatezza delle azioni poste in essere dalla società di corse per assicurare il rispetto degli obblighi regolamentari, in particolare di quelli afferenti al controllo degli accessi, anche al fine di proporre all’Amministrazione l’adozione di eventuali provvedimenti di autotutela o atti comunque idonei a garantire il controllo e la disciplina delle corse”.
La commissione autorizzò la riapertura dell’ippodromo dal 1 luglio 2017, pensando evidentemente di aver esaurito il suo compito. Da lunedì scorso il MIPAAF ha dovuto revocare la gestione dell’ippodromo all’Ires e sospendere nuovamente l’attività delle corse per un’interdittiva antimafia del prefetto di Palermo.
Qualche spiegazione questi signori dovranno pur darla prima o poi a qualcuno !!
Mentre si aspettano sia gli esiti legali sia una presa di posizione del Mipaaf all’intervento – denuncia in questo sito di Mario Minopoli per l’aggressione e le intimidazioni a suo fratello Ferdinando ritorniamo a domandarci: quis custodet custodem?
Il controllore che si autocontrolla.
Sembrerebbe che i controlli si vogliano solo imporre e non subire.
Per un prodotto certificato necessita non solo competenza, professionalità e funzionalità delle giurie alle quali va assicurata indipendenza, ma cui si richiede trasparenza, assunzione di responsabilità in caso di errori e anche prontezza nella repressione delle condotte illecite e contrarie ai Regolamenti, perpetuando la formulazione di un prodotto–corsa falsato ancora prima di entrare in pista.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Questo è il controllo delle corse effettuato dal MIPAAF, responsabile di una gestione deficitaria della giustizia sportiva, di mancanza di trasparenza e d’incapacità tecnica – amministrativa.
Probabilmente nel concorso di fine anno per il nuovo supervisore tutto questo sarà sicuramente preso in considerazione ……o no?
Redblack
All.to 1
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