Sotto l’albero di Natale si trovano sempre dei regali.

In questo caso parliamo di quello che hanno trovato le società di corse.

Il sottosegretario con delega all’ippica quando si avvicina la fine dell’anno entra nel tunnel della classificazione degli ippodromi.

Nel 2015 pubblicò il decreto contenente:

“Criteri generali per l’erogazione delle sovvenzioni in favore delle società di corse e per la classificazione degli ippodromi”

Che fu modificato a febbraio 2016, su invito della Corte dei Conti, a causa di un “vizio parziale d’incompetenza”.

Parziale, sic!.. Lasciamo perdere.

Nel fine anno 2016 il ministro Martina, in un raro momento di pensiero rivolto all’ippica, approfittando della decadenza della delega all’on. Castiglione, causa il cambio di governo, posticipò di un anno l’entrata in vigore del decreto all’1 gennaio 2018.

Ora nel mese dedicato alla classificazione degli ippodromi il delegato all’ippica ripropone modifiche al decreto originale.

Come dicevano i latini: “in cauda venenum”, il peggio sta alla fine.

Come tutti sanno attualmente i finanziamenti agli ippodromi sono erogati come sovvenzioni tanto che per questo motivo hanno un loro capitolo di spesa specifico nel bilancio del ministero (2297).

Nel 2017 sono stati messi a bilancio per “sovvenzioni alle società di corse per le attività di organizzazione delle corse ippiche e per i servizi televisivi delle immagini delle corse” euro 45.940.500.

Per tale motivo nel decreto precedente un comma (il n°3 dell’articolo 13) impediva ovviamente l’erogazione di fondi in misura superiore ai costi.

Cioè non era possibile avere un utile da una sovvenzione.

Ora questo comma è stato abolito, quindi la sovvenzione erogata può essere superiore ai costi di gestione dell’ippodromo.

Contemporaneamente in finanziaria viene presentato un emendamento che reca vantaggi solo ai concessionari e ad alcune società di corse. Le stesse che hanno promosso anni addietro la privatizzazione e ora, prevedendo più sacrifici che guadagni immediati, rifiutano di giocarsi la partita sino in fondo, appoggiando una privatizzazione di serie B.

Una privatizzazione di serie B, dei ringraziamenti a cottimo, con una giustizia sportiva di serie C, con qualche raccomandato di partito e che soprattutto spiani la strada per la presidenza a un altolocato ministeriale, poco importa che non sappia distinguere la coda dalla testa di un cavallo.

Una riforma che permetta di far rimanere all’interno del Mipaaf gran parte delle risorse destinate all’ippica.

Surreale? No, un percorso iniziato più di un anno fa e che l’Organismo non ha accettato, convinto che si debba giocare la partita sino in fondo e che l’attuale crisi non sia un problema di regole, ma di persone.

Le stesse che senza etica, sempre supine al potere, indifferenti allo sfascio dell’ippica, ancora bramose di  rosicchiare l’osso fino in ultimo, la partita non la vogliono giocare.

Si credono furbe, invece sono dei poveracci!!

Redblack

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