Certezze: il totale disinteresse del Ministro e del sottosegretario per l’ippica, la totale “immobilità” della TV ippica di stato.
Uno dei siti più attenti a quanto avviene nel mondo agricolo (e l’ippica oggi ne fa parte integrante con oltre il 15% del budget del ministero) “agricolae.eu” come tutti gli anni ha chiesto un giudizio su quanto di buono è stato fatto nel 2017 e un auspicio per il 2018 al ministro e al sottosegretario con delega alla pesca e all’ippica. Il sottosegretario ha parlato della delega che gli interessa, la pesca, il ministro di tutto fuorché dell’ippica. Che non potessero vantarsi dei risultati raggiunti era ovvio, ma almeno un accenno al comparto in grave crisi era doveroso.
Mutuando il protagonista di un romanzo di Calvino sono “cavalieri inesistenti” entrambi sono paragonabili a corazze vuote senza nulla dentro.
L’altra conferma sull’incapacità di cogliere l’attimo fuggente da parte della televisione ministeriale è ottimamente espressa sullo spigolo spigoloso presente sul sito Gaet.
I cantori ministeriali lo attaccheranno di nuovo, ma come disse il poeta “non ti curar di loro, ma guarda e passa…..“
Conferme: ancora una volta interventi parziali del legislatore su segmenti nel mondo ippico possono rivelarsi vuoti di risultati, nessun privato investe in un settore senza una prospettiva di sviluppo futuro.
Il comma della finanziaria che conteneva un intervento parziale rispetto a quanto richiesto dal collegato agricolo totalmente svincolato dagli altri interventi era stato osannato dai portavoce ministeriali come il primo passo per un radioso futuro che avrebbe portato le scommesse ippiche allargate in tutti i corner, ora l’attento Pierini ha segnalato la rinuncia di Sisal a prorogare per il 2018 circa 2000 punti e sembra che anche Snai ne abbia disdetto 1.300. La rete dei corner ippici come da noi anticipato dopo l’approvazione in finanziaria del posticcio emendamento sulle scommesse anziché aumentare si ridurrà del 60%, da 6.000 a 2.500 circa. Stesso ragionamento per molti negozi di scommesse, rinnovati dai maggiori concessionari solo per quanto riguarda lo sport, aggravando il già terribile trend delle scommesse ippiche.
Comunque si consolino i proseliti della disinformazione e delle chiacchiere a vuoto: i maggiori concessionari– esteri compresi – non avrebbero rinnovato le concessioni dei corner e dei negozi ippici (rispettivamente 3.500 e 6.000 euro cadauno) nemmeno se la tassa sul margine fosse stata del 10%.
Da buoni imprenditori aspettano il prossimo bando, dove ogni concessione potrà essere ippica e sportiva allo stesso tempo o soltanto ippica o sportiva.
Hanno solo testato il terreno in attesa di verificare che fine farà il settore, sfruttando l’approssimazione, l’incompetenza e il semplicismo di qualche società di corse, concessionari bisognosi e politicanti di seconda mano.
Su un articolo del Tirreno si fa il punto sull’ippodromo di Grosseto con le ovvie dichiarazioni dei proprietari: nessuno vuole più mettere soldi in un comparto che non ha certezze per il futuro, assistenzialismo e sovvenzioni non sono compatibili con un qualsiasi progetto imprenditoriale.
Speranze: nello stesso articolo l’on. Sani del Pd indica come speranza di soluzione ai problemi ippici l’attuazione immediata della delega governativa per la riforma ippica, specificando che questo cammino è possibile basta volerlo……speriamo, anche se al peggio non c’è mai fine.
Speranza è che anche per il 2018 i cavalli, trottatori e galoppatori, i professionisti, allenatori, fantini e guidatori tengano alta la bandiera italiana in Europa e nel mondo, ma, e qui chiudiamo il cerchio, vista la professionalità e la qualità dei nostri pensiamo sia una certezza.
Redblack