Esiste una notevole differenza tra un’acuta provocazione e una sequenza di parole senza scopo.
Nel novero della prima categoria è da ascriversi la lettera scritta da Maurizio Ughi al futuribile ma probabilmente inesistente” Ministero dei giochi pubblici”, alla seconda quanto scritto da Attilio D’Alesio al già esistente Ministero dello sport.
Vediamo il perché.
La lettera aperta dell’Amministratore Unico di Obiettivo 2016 ha la finalità di sottolineare in modo provocatorio il fatto che i vari settori della Cosa Pubblica chiamati a mettere in pratica quanto già scritto in alcune leggi o decreti non venga portato a compimento o per i vari ostacoli sollevati o per le paure dei vari settori che si occupano del gioco pubblico.
L’appellarsi a un ministero a oggi (ed anche in futuro) inesistente è un arguto invito a tutti i politici che siederanno nel prossimo parlamento di porsi l’obiettivo di dare attuazione a quanto già doveva essere portato a compimento nel 2016.
Quanto auspicato dal Presidente del Coordinamento Ippodromi invece cozza con quanto scritto e condiviso da due legislature e più governi e messo per iscritto dal parlamento in più leggi ora vigenti.
Se ne faccia una ragione, il sostentamento dell’ippica arrivava e dovrà ritornare ad arrivare solo dalle scommesse, esattamente come avviene in quasi tutte i paesi con corse di cavalli.
Il fisso fu dato al CONI dal ministro Tremonti in cambio dello smantellamento del carrozzone pubblico che era allora il CONI, con il trasferimento di quasi tutte le attività a soggetto di diritto privato, al pari di tutte le federazioni.
Purtroppo l’allora Ministro dell’agricoltura Alemanno rifiutò tale proposta per mantenere il carrozzone UNIRE che vedrà arrivare Panzironi sul ponte di comando.
Quindi non è una provocazione per risolvere un problema ma il continuare l’incubo attuale della filiera ippica solo con un apparato burocratico diverso.
Ci rendiamo conto che la privatizzazione che terrorizzava allora lo sport ha ottenuto ottimi risultati, mentre purtroppo la filiera ippica, oltre alla paura dell’ignoto deve fare i conti con i residui – burocrazia e denaro – ministeriali di alemanniana memoria che vogliono continuare a detenere il potere e alimentare un circuito clientelare di politicanti di seconda mano e di speculatori che vogliono continuare a vivere d’assistenza, incapaci di ogni iniziativa imprenditoriale, senza il coraggio di accettare le sfide del nuovo mercato globale, desiderosi di coltivare solo il proprio orticello.
Con l’aiuto di un Ministro, un Sottosegretario in apnea di voti e di qualche generale senza esercito che senza attenzione per il disagio e la sofferenza di allevatori, proprietari, allenatori, guidatori, fantini, buona occupazione che sino a ieri hanno sfamato e mandato avanti con le corse tutto il carrozzone – ippodromi, giustizia sportiva, concessionari e burocrati – e che ora non vedono più futuro, considerati solo dei numeri da chi ha destinato loro solo gli avanzi di una torta che qualcuno ha voluto destinare ad altri.
I soliti giochi di prestigio di un ministero che continua a considerare subnormali gli operatori ippici e a usare un pallottoliere truccato.
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