Movimenti e ricavi dalle scommesse a totalizzatore e a quota fissa aggiornati al 31.12.2017, pubblicati, insieme alle somme destinate all’erario, nell’home del sito (dati Aams).

Premesso che la trasparenza amministrativa non è un optional e che la Pubblica Amministrazione deve renderne conto, motivando dei propri provvedimenti e delle proprie spese, occorre intimare al Mipaaf di esibire pubblicamente le schede delle voci di bilancio, che stanno determinando la morte dell’ippica e capovolto il sistema dei flussi in entrata e uscita.
Non ci stancheremo mai di produrre cifre, fatti e progetti.

Mipaaf, Anact e filo ministeriali perseguono interessi contrari al settore e continuano a negare l’evidenza. I tagli al montepremi sono all’ordine del giorno, i pagamenti ritardano di mesi e gli ippodromi chiudono.
Il settore e la cultura del cavallo da corsa stanno agonizzando.

I conti sono sempre più in rosso e negare l’evidenza è un rimedio peggiore del male.

C’è poco da gonfiarsi il petto.

  1. Il montepremi (e le provvidenze all’allevamento) di dicembre è stato ridotto del 38% rispetto allo stanziamento comunicato dal Mipaaf con decreto 57190 del 26.07.2017 della dirigente Stefania Mastromarino. Dal Mef a settembre nello schema del Bilancio dello Stato, capitolo 2295, scende da 94 a 74 milioni;
  2. Il Mef nella finanziaria 2018 ha previsto uno stanziamento a favore dell’ippica di 74.000.000 contro i 94.000.000 del 2017. Per il 2018 saranno aggiunti, su indicazione del Mef, 14.000.000 dal Mipaaf. Il montepremi si assesterebbe sugli 8788 milioni, contro i 94 del 2017, per un diminuzione di 67 milioni di euro ( 6,57,5%) che comunque uno scherzo non è.
    Attenzione però: l’azione tampone varrà solo per il 2018.
    Per il 2019 nulla di certo, si naviga a vista.
    La legge Zaia (2/2009) prevede un finanziamento a favore dell’ippica di 150 milioni per i primi 2 anni,  determinato poi dal Mef con un importo variabile da 1 a 140 milioni di euro. Nel 2017 il finanziamento è stato di 94M, nel 2018 di 74M, pari a una diminuzione del contributo statale del 21,28%.
    Il montepremi di gennaio 2018 è stato diminuito, rispetto al corrispondente mese 2017, a “titolo precauzionaledel 10%.
    Che il Mef, indipendentemente dalla privatizzazione, abbia iniziato ad applicare la riduzione annuale sino a estinzione degli oneri della finanza pubblica pari al 20% prevista dalla lettera e) dell’art. 15 del Collegato Agricolo?
  1. Movimento e ricavi dalle scommesse (dati Aams, schema nell’home) al 31 dicembre 2017 continuano a scendere, rispetto allo stesso periodo 2016, e il danno erariale ad aumentare:
    – Il dato dei due totalizzatori è pari a 16,03%: tot. ippico + nazionale: 2016 517.815.6132017 434.826.259.
    – Ininfluente l’introduzione della terza tris, un farmaco destinato a peggiorare la situazione;
  1. La quota fissa segna un +28,97%, da 98.008.489 a 126.404.616, con un maggior ricavo però di soli euro 1.774.758;
  2. Il movimento dalle scommesse a riferimento segna 21,58%, 10.810.094 contro 8.477.492;
  3. I minori ricavi giornalieri (tot ippico + tot nazionale + quota fissa + riferimento) è pari a euro 23.895, 8.730.647 in proiezione annua. Conseguenza anche della circolare programmazione 2017. Altro montepremi e altra qualità delle corse che se vanno;
  4. Il danno erariale è di euro 4.877.551 pari a 15,49% rispetto al 2016. La Corte dei Conti prima o dopo dovrà metterci gli occhi!
  5. Allevatori, proprietari, allenatori, guidatori, fantini sono pagati con ritardi di mesi, tempi ancora più lunghi per le società di corse;
  6. I prodotti nati al trotto sono passati dai 4530 del 2008 ai 1693 (62,62%), in percentuale maggiore al galoppo, da 600 a circa 200. Ferrero però è contento perché nel 2017, rispetto al 2016, la produzione è aumentata di 200 nati. Beato lui!!
  7. La riduzione (– 20% i convegni previsti in proiezione annua nel 2018 rispetto al 2017) e lo spostamento di convegni in assenza di criteri per la rimodulazione del calendario delle corse è una pratica consueta;
  8. Molti impianti sono in svendita, altri in chiusura. Palermo chiuso, in via di smantellamento: entro il 15 gennaio l’IRES ha comunicato agli operatori che l’area dovrà essere restituita libera da animali, persone e cose. La situazione è drammatica, l’ippica del trotto in Sicilia rischia l’estinzione e con essa tante famiglie che d’ippica vivevano e a cui l’Organismo ippico è vicino. Pescara, Grosseto e Roma Capannelle restano a forte rischio di chiusura. Siamo a un punto di non ritorno;
  9. Il clientelismo tecnico – finanziario è all’ordine del giorno;
  10. Le denunce di combine e pressioni da parte degli operatori aumentano e tutto tace.
  11. Posti di lavoro in diminuzione, quelli rimasti sempre più a rischio;

Poco importa che i regolamenti non sono rispettati e che il pubblico abbandona gli ippodromi.

Se poi il miglior risultato possibile è un risultato negativo (su cui i dipendenti e dirigenti prendono i premi) è spiegabilissima anche la lettera di ringraziamento del presidente dell’Anact al ministero per l’ottimo lavoro e i risultati ottenuti.

Non vogliamo essere complici dello smantellamento del settore, siamo disposti a difendere la nostra dignità con tutti i mezzi, convinti che il giorno della resa dei conti arriverà per tutti.

E i primi a precipitare saranno i giullari. Invece di sterili comizi, dovrebbero adoperarsi per salvare l’ippica, anziché farla morire.

Necessita una svolta, l’unica via è la privatizzazione del settore.

Organismo Ippico Italiano

Di

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *