Ogni tanto sembra di vivere in un mondo tutto particolare.
E’ di questi giorni l’ennesima notizia “ufficiosa” di una decisione che il Ministero prenderà.
E’ già per se molto anomalo che un ministero quando deve prendere una decisione non segua la normale trafila che deve essere quella della trasparenza e della consultazione, tra l’altro obbligatoria, dei cosiddetti stakeholder cioè dei legittimi portatori d’interesse.
Ci riferiamo al cambiamento del limite delle somme vinte per far correre le cavalle “anziane” con la diminuzione da 5000 a 3000€.
In una missiva inviata al sito “GAET” di ieri, una proprietaria espone le sue legittime rimostranze per una decisione che non condivide.
In fin dei conti la proprietaria solleva un problema molto importante: perché associazioni diverse da quella dei proprietari del trotto prendono delle decisioni che non competono loro? In effetti, ringrazia l’associazione dei guidatori, ma altrettanto chiaramente la invita a occuparsi dei suoi associati e non di quelli di altri.
Nel buffo mondo dell’ippica qualcuno ha preso questo sfogo come un applauso a queste associazioni, ma a dir la verità sembra un chiaro invito a non invadere le competenze altrui.
La coraggiosa proprietaria dice di non sentirsi rappresentata, orbene non sappiamo se è iscritta a una associazione di proprietari o meno comunque una domanda sorge spontanea: le associazioni che rappresentano i proprietari sono state interpellante ufficialmente dal Ministero su questo argomento?
Se la risposta fosse affermativa, il problema sarebbe di comunicazione tra le associazioni avvisate dal ministero e i suoi associati, se invece nulla è stato chiesto, ci troviamo davanti all’ennesima applicazione dello schema ministeriale sulla trasparenza detto “porta aperta”.
Questo protocollo esiste in due versioni:
- Versione A: si apre la porta dell’ufficio e si guardano i rappresentanti delle associazioni presenti nel corridoio antistante e quelle danno il parere;
- Versione B: il rappresentante dell’associazione che apre la porta dell’ufficio che sta pensando al problema è tenuto a dare il suo parere vincolante.
Continuiamo a concordare quanto detto più volte:
“la situazione è tragica ma non seria”
Qualcuno spaccia alcuni interventi non risolutivi o addirittura dannosi per la filiera (riforma scommesse, classificazioni ippodromi) – fatti per scopi che nulla hanno a vedere con l’interesse generale – come grandi risultati, d’altra parte sono gli stessi che si compiacciono delle conferme degli uffici ministeriali che hanno portato al taglio da 252M a 175M delle risorse in questi anni.
Gli stessi che continuano a dire che tutto va bene nonostante le scommesse siano diminuite nel 2017, rispetto al 2016, del 16% per minori ricavi pari a € 8.370.647, un danno erariale di € 4.977.451, un taglio del montepremi a dicembre 2017 del 38% e un calo a gennaio 2018, rispetto al corrispondente mese 2017, del 10% dei premi al traguardo.
Gli stessi che continuano a fingere di non sapere che il settore sia quasi tutto in nero e con quattro diversi contratti di lavoro, che stanno zitti sullo sfascio in atto, sul clientelismo e sulla sperequazione delle nomine dei funzionari, sulla mancanza di trasparenza della giustizia sportiva e si preoccupano solo di appoggiare il capoccione di turno per poter trarre vantaggi personali senza rispetto per il lavoro delle persone e di una dignità che, per fortuna, è ancora trasversale fra la gente dell’ippica.
RedBlack