Si narra che Michelangelo al termine delle ultime rifiniture della statua raffigurante Mosè abbia esclamato “ ..perché non parli?”.

Questo invito se lo sono posto molte volte gli ippici osservando il Ministero e rivolgendogli pressanti domande dopo aver subito l’ennesima omissione.

Ebbene ieri il “Mosè” di via XX Settembre stupendo tutti ha parlato.

Onore al merito al dott. Gualtiero Bittini per essere stato il primo a rispondere in un tempo incredibilmente rapido rispetto ai tempi impiegati per i pagamenti.

Ma questa novità ci impone una riflessione molto interessante: se il ministero davanti ad una contestazione errata risponde, vuol dire che quando tace davanti ad altre puntuali contestazioni queste devono essere ritenute vere.

Facciamo un rapido riassunto delle domande rimaste inevase negli ultimi tempi:

  • Perché non sono pubblicati tutti gli elenchi dei pagamenti dei premi?
  • Perché non è permesso inviare la richiesta dei pagamenti dei premi se non dopo l’autorizzazione del ministero?
  • Perché tutti i procedimenti della giustizia sportiva non sono pubblicati in tempo reale come avviene in tutti i paesi europei?
  • E’ vero che il regolamento delle sostanze proibite è stato aggiornato sui livelli vietati di cobalto quasi un anno dopo rispetto a tutta l’Europa?
  • E’ vero che a distanza di un anno dalla pubblicazione dei livelli vietati UNIRELAB non è ancora in grado di fare un controllo dei campioni?
  • È vero che tutti i cavalli nati in Italia di competenza MIPAAF (trottatori e galoppatori) sono senza libretto, fatto questo illegale, parecchi mesi dopo l’inserimento dei microchip, contravvenendo alle disposizioni date dallo stesso Ministero?
  • È vero che nel decreto che distribuisce il Preu 2017 mancano 1,5M? Dove sono finiti?
  • Perché si è aspettato il primo dicembre per effettuare i tagli previsti dal decreto fiscale (4,2M) quando era un dato certo dal ottobre?
  • Perché i tagli del decreto fiscale sono stati accollati nella quasi totalità all’ippica?

E non è tutto… …basti pensare al mancato controllo dei recinti riservati e in pista, dove si rileva la presenza di personaggi non autorizzati che malmenano gli operatori che non si piegano a richieste di combine, vedi esposto di Mario Minopoli su questo sito e di allenatori radiati per doping al cobalto, vedi il caso di Fabrice Souloy in scuderia e in pista il giorno del Lotteria ad Agnano e in pista a Cesena.

Aspettiamo fiduciosi delucidazioni, correzioni e approfondimenti.
Le mancate risposte rispecchiano una totale confusione e si traducono in una palese mancanza di trasparenza e di regolamenti troppo spesso non rispettati.

L’ippica è uno sport serio e deve essere gestita seriamente da persone competenti.

RIFORMA SCOMMESSE

Una riflessione sul recente emendamento sulle scommesse ippiche approvato nell’ultima finanziaria è obbligatorio.

Saremmo felici che eventuali confutazioni fossero avallate, al nostro pari, da dati e fatti e non dalle solite chiacchiere a vuoto che esprimono la pochezza di chi troppo spesso finge di non sentire, non vedere e non parlare.

Partiamo dai ricavi a quota fissa prima e post riforma, partendo da un movimento di euro 150 milioni, leggermente superiore a quello del 2017.

Ipotesi 1:  al 31.12.2017: TAX 12.5%.     
Movimento € 150.000.000,00  
Meef Imposta unica (12,5%) € 18.750.000,00  
Mipaaf € 9.375.000,00 (=6,25% della raccolta)
Meef € 9.375.000,00  
Concessionario (Payout 85%)  € 3.750.000,00 *(Pari al 2,50% del movimento da dividere con l’esercente)
(= 100%-85%-12,5%= 2,50%)*    
     
Ipotesi 2: dal 01.01.2018 ” :     
a) 33% prelievo sul margine ;    
b)  25% Imposta unica;     
c)67% Mipaaf    
     
Movimento € 150.000.000,00  
Payout (85%)° € 127.500.000,00 °probabile futuro payout 88%-90%
Margine € 22.500.000,00  
Prelievo (33% margine) € 7.425.000,00  
Concessionario € 15.075.000,00 pari al 4,95% da dividere con l’esercente
     
     
Meef (33% del 33% prelievo a titolo IU € 2.450.250,00  
Mipaaf (67% del 33%=3,72 del venduto € 4.974.750,00 (Payout 85%=3,72% della raccolta
     
     
Ricavi per l’ippica dalla quota fissa    
secondo normativa vigente € 9.375.000,00  
     
Ricavi per l’ippica dalla quota fissa     
secondo nuova riforma € 4.974.750,00  
     
Minor ricavo per l’ippica € 4.400.250,00  

Poi, da fonti più che attendibili:

  • Quando entrerà in vigore il palinsesto complementare, subordinato a un decreto di Aams, questo sarà effettuato, per scelta dei concessionari, solo su campi esteri sino a quando non sarà modificato l’attuale regolamento delle scommesse ippiche che prevede in caso di ritiro di 2 cavalli (da 8 a 6) il subentro della quota al totalizzatore;
  • L’adeguamento dei 2 totalizzatori sarà parametrato sulla percentuale del totalizzatore nazionale. Allo scommettitore ritornerà il 64% dell’importo scommesso. Attualmente il totalizzatore di agenzia ha un payout del 70% e il Collegato Agricolo prevede che deve aumentare sino al 74%. Quindi è più che prevedibile una diminuzione delle scommesse al totalizzatore tra un anno circa, quando Sogei adeguerà i software;
  • Sisal ha disdetto, dal 1 gennaio 2018, 1350 dei suoi 4.000 corner ippici, Snai 1.000 dei suoi 1.300. Questo per non pagare un rinnovo oneroso di 3.500 per il 2018 a corner, come previsto dal comma 651 della finanziaria;
  • Gli unici concessionari di un certo rilievo che permetteranno nel 2018 di giocare la quota fissa sono Sisal, Snai, BetFlag e i primi 2 hanno palesamente dato dimostrazione di non voler investire nel settore, specialmente – e giustamente – dopo aver constato che il costo medio di una corsa europea è del 3% del movimento, a meno che non si voglia ricorrere alle corse del Guatemala o a quelle dei cammelli telecomandati dai robottini;
  • Bet 365 il maggior concessionario estero che aveva manifestato la volontà di entrare nel mercato italiano ha fatto dietrofront. Qualche sprovveduto asseriva che volesse investire 10 milioni di euro sul mercato italiano, più probabile che ce li volesse togliere;

Certamente, viste le percentuali sul margine” obietterà qualcuno? Certamente un cavolo rispondiamo, con una tassa sul margine minore il concessionario avrebbe percepito una maggiore remunerazione, ma all’ippica sarebbe rimasto poco o niente.
E qui a pensare male non si farebbe peccato!
Senza contare la diminuzione dal 70 al 64 per cento della percentuale al totalizzatore destinato allo scommettitore che farà scendere notevolmente il movimento che prevede per la filiera una provvigione del 12,5% contro il 3,75% della quota fissa.
Subnormali non sono gli ippici veri ma tutti i pseudo tecnici che con la solita approssimazione si sono dati una zappata sui piedi e messo il settore in mano ai concessionari per l’ennesima volta. Gli stessi che magari, per risparmiare, continuano a tagliare servizi nei loro ippodromi, compresa la carta igienica.

 E a cui il Mipaaf offre qualche cioccolatino di tanto in tanto.

Organismo Ippico Italiano

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