Movimenti e ricavi dalle scommesse a totalizzatore e a quota fissa aggiornati al 28.01.2018, pubblicati, insieme alle somme destinate all’erario, nella home del sito (dati Aams)
Premesso che la trasparenza amministrativa non è un optional e che la Pubblica Amministrazione deve renderne conto, motivando dei propri provvedimenti e delle proprie spese, occorre intimare al Mipaaf di esibire pubblicamente le schede delle voci di bilancio, che stanno determinando la morte dell’ippica e capovolto il sistema dei flussi in entrata e uscita.
Non ci stancheremo mai di produrre, cifre, fatti e progetti.
Mipaaf, Anact e filo ministeriali perseguono interessi contrari al settore e continuano a negare l’evidenza.
Negare l’evidenza è un rimedio peggiore del male.
I tagli al montepremi sono all’ordine del giorno , i pagamenti ritardano di mesi e gli ippodromi chiudono.
Il settore e la cultura del cavallo da corsa stanno agonizzando.
- Il Mef nella finanziaria 2018 ha previsto uno stanziamento a favore dell’ippica di 74.000.000 contro i 94.000.000 del 2017. Per il 2018 saranno aggiunti, su indicazione del Mef, 14.000.000 dal Mipaaf. Il montepremi si assesterebbe sui 87–88 milioni, contro i 94 del 2017, per un diminuzione di 6–7 milioni di euro (– 6,5–7,5%) che comunque uno scherzo non è.
Attenzione però: l’azione tampone varrà solo per il 2018.
Per il 2019 nulla di certo, si naviga a vista.
La legge Zaia (2/2009) prevede un finanziamento a favore dell’ippica di 150 milioni per i primi 2 anni, determinato poi dal Mef con un importo variabile da 1 a 140 milioni di euro. Nel 2017 il finanziamento è stato di 94.000.00, nel 2018 di 74.000.000, pari a una diminuzione del contributo statale del 21,28%.
Il montepremi di gennaio 2018 è stato diminuito, rispetto al corrispondente mese 2017, a “titolo precauzionale” del 10%.
Sale il dubbio che il Mef, indipendentemente dalla privatizzazione, abbia iniziato ad applicare la riduzione annuale sino a estinzione a carico degli oneri della finanza pubblica pari al 20% prevista dalla lettera e) dell’art. 15 del Collegato Agricolo.
Comparazione scommesse e ricavi 2018 – 2017
- Movimento e ricavi dalle scommesse (dati Aams, schema nella home) continuano, al 28 gennaio 2018, rispetto al corrispondente periodo 2017, a scendere e il danno erariale ad aumentare.
I ricavi dalla quota fissa sono stati determinati in base a quanto disposto dal punto 1.051 dell’emendamento sulle scommesse approvato nell’ultima finanziaria: il prelievo per la rete fisica è stabilito nella misura del 43 per cento del margine (differenza tra somme giocate e vincite corrisposte), di cui il 33% a titolo di imposta unica e il 67% al finanziamento del montepremi;
- Il dato dei due totalizzatori è pari a –21,06%: ippico + nazionale: 2017 € 517.815.613 – 2018 € 434.826.259. Un –21,06% che segue il –16% 2017 rispetto al 2016;
- Ininfluente l’introduzione della terza tris, un farmaco destinato a peggiorare la situazione;
- La quota fissa segna un +15,23%: 2017 € 9.619.185 – 2018 € 11.084.588 per un maggiore ricavo di € 364.269, pari a € 4.371.228 in proiezione annua;
- Il movimento dalle scommesse a riferimento segna –28,26%, € 736.674 contro € 528.299;
- Il minori ricavo giornaliero (tot ippico+tot nazionale+quota fissa+riferimento) è pari a € 27.551, € 10.028.675 in proiezione annua. Ulteriore montepremi e qualità corse che se vanno;
- Il danno erariale è di € 703.965 pari a –21,9% rispetto al 2016;
- Allevatori, proprietari, allenatori, guidatori, fantini, società di corse sono pagati con un ritardo di mesi;
- I prodotti nati al trotto sono passati dai 4530 del 2008 ai 1693 (–62,62%), in percentuale maggiore al galoppo, da 600 a circa 200. Ferrero però è contento perché nel 2017, rispetto al 2016, la produzione è aumentata di 200 nati;
- La riduzione e lo spostamento di convegni in assenza di criteri per la rimodulazione del calendario delle corse è una pratica consueta;
- Molti impianti sono in svendita, altri in chiusura. Palermo chiuso, Chilivani, Villacidro, Sassari, Corridonia, Pescara, Ferrara, Grosseto e Roma Capannelle a forte rischio di chiusura. Siamo a un punto di non ritorno;
- Il clientelismo tecnico – finanziario è all’ordine del giorno;
- Più che di “classificazione” degli ippodromi, sarebbe corretto parlare di “dispensazione”;
- Le denunce degli operatori di combine e pressioni aumentano e tutto tace.
- Posti di lavoro in diminuzione, quelli rimasti a rischio.
Poco importa che i regolamenti non vengano rispettati e che il pubblico abbandoni gli ippodromi.
La sopravvivenza di un settore in grave crisi come quello dell’ippica è legata alla risoluzione dei temi scottanti e decisivi. Imprescindibile per la ripresa del settore è il contributo di tutte le componenti ippiche, dalle categorie alle organizzazioni sindacali, e l’istituzione da parte del Mipaaf di un tavolo unitario di concertazione improntato alla massima trasparenza. Il contrario della politica perseguita dalla dirigenza del ministero, che preferisce scegliere di volta in volta interlocutori funzionali ai propri fini, antitetici al rilancio culturale, tecnico ed economico del mondo del cavallo.
Il Mipaaf farebbe bene ad evidenziare tutti i punti oscuri di un progetto che non c’è mai stato e cercare, una volta tanto, di essere propositivo per frenare il processo di smantellamento dell’ippica.
Organismo Ippico Italiano