Quando si sbaglia si deve fare ammenda.
Grazie all’incisiva azione di 52 ippici che hanno dato mandato all’avv. Stefano Mattii di richiedere delucidazioni sul taglio del montepremi nel mese di dicembre il Tar Lazio ha disposto che la trasparenza del Ministero deve essere aiutata e ha imposto la consegna dei documenti relativi a quel taglio.
Noi ci eravamo indignati che appena c’era qualcosa da tagliare era l’ippica a pagare ed invece leggendo le carte dobbiamo riconoscere che i tagli sono stati applicati a molti segmenti della DPQAI.
Infatti tagli per 2,75M sono stati fatti alla pesca, al comparto dell’olio e della coltivazione biologica e solo 1M al montepremi e 0,5M alle società di corse.
Dato a Cesare quel che è di Cesare, rimane però che il taglio di dicembre è stato superiore al milione di euro ufficializzato nel Dl148 dell’ottobre scorso.
Come è possibile?
Sempre leggendo le carte si scopre che il 14 novembre su disposizione del Direttore Generale Saverio Abate vengono prelevati 2,5M dal capitolo montepremi per essere passati al capitolo 2298 per pagare i diritti televisivi esteri (allegato).
I ben informati avevano già avanzato questa ipotesi, assurda in quanto da circa 3 anni il movimento delle scommesse sulle corse estere si aggira sui 110–120M e l’aggio da pagare è del 3,3% (solo il 3% per il resto del mondo) quindi intorno i 3,6/3,9M, ma reale nei fatti.
Del resto già nel decreto del 2013 erano allocati 4M, un dato stabile che in sede di previsione era impossibile sbagliare.
Visto che il movimento nel 2017 è stato di 120M con una percentuale da pagare di quasi 4M, come è possibile aver sbagliato del 65%?
Insospettisce che – guarda caso – la cifra corrisponde esattamente a quella già destinata a montepremi nell’assestamento di bilancio 2017.
Riassumendo, il primo agosto ci si fa belli aumentando il montepremi e i cantori anticipano Sanremo, ringraziando e cantando lodi al ministero, ma al rientro dalle vacanze qualcuno fa notare l’errore e già il 31 agosto si cerca di scippare questi soldi dai conti ex UNIRE, ma ovviamente il Mef risponde picche.
A questo punto non resta altro che mettere le mani nelle tasche della filiera ippica.
Come sempre i responsabili di errori, in questo caso di una previsione sbagliata del 65%, rimarranno imperterriti a gestire i soldi ippici e la trasparenza si potrà avere solo parzialmente attraverso l’intervento della magistratura, in questo caso quella amministrativa.
Il solito modo di operare dei soliti noti, che prima o dopo dovranno rispondere dei disastri che hanno fatto e continuano a fare.
Redblack
All.to:
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