Continua incessante l’azione riformatrice del Ministero che con l’incomprensibile classificazione degli ippodromi, salutata con grandi applausi da quei pochi che accettano acriticamente le decisioni ministeriali e del politico di turno, ha portato dopo la cancellazione della Sardegna dal panorama ippico anche alla cancellazione della Sicilia.

L’ennesima azione tesa a occupare poltrone e a togliere soldi alla povera gente.

Dopo la sentenza del TAR che ha ribadito purtroppo la chiusura dell’ippodromo di Palermo, la messa fuori ruolo di Siracusa trotto rende impossibile un calendario di corse in Sicilia fino alla riassegnazione della gestione della Favorita ad un nuovo soggetto.
Come l’illuminato decreto a firma dell’onorevole Castiglione prevedeva, gli ippodromi fuori ruolo non possono avere corse fino alla presentazione e successiva accettazione di un piano di sviluppo.
Nessuna traccia, come nella migliore tradizione ministeriale, della procedura necessaria a risolvere i problemi degli operatori siciliani.

Il fatto incredibile è che la situazione di Palermo era nota e mettere fuori ruolo Siracusa trotto – che ha una valenza sia tecnica che promozionale anche per il trotto – per dei discutibili parametri è uno schiaffo a tutta la filiera ippica e c’ è pure qualcuno che invita a discutere con chi ha firmato il misfatto.

 Quale sarà la prossima regione a pagare il prezzo della mancanza di strategia del ministero?

Redblack

Pagamenti

Si moltiplicano le lamentele e il ricorso alla giustizia ordinaria degli ippici per ottenere i legittimi pagamenti di premi risalenti non solo al 2017 anche al 2016, come ha sottolineato ieri anche Massimiliano Romanelli su Gaet.
Purtroppo il problema è strutturale e non dipende dalla mancanza di soldi, disponibili in toto per legge e nemmeno da lentezze per scarsa voglia da parte degli uffici ministeriali dell’UCB.
Le modalità di pagamento di un ministero sono stabilite per legge e non possono essere delegate a Enti non previsti da leggi dello Stato, quindi dimenticatevi gli ippodromi o altri soggetti, finché l’ ippica rimarrà nel ministero la forbice dei pagamenti purtroppo aumenterà.
E se da domani gli aventi diritto a un pagamento emetteranno fatture dopo 45 giorni dalla fine della giornata di corsa e non quando il ministero darà il via al proforma di fattura il sistema collasserà.
Il mancato pagamento dei premi e dei corrispettivi agli ippodromi dipende da problemi burocratici, il ritardo è inammissibile.
L’ippica italiana sta scomparendo, l’azione del Mipaaf l’ha condotta in un vicolo cieco.
L’unica speranza di sopravvivenza è un’inversione di rotta che porti alla privatizzazione del settore.

La creazione di un Organismo forte, celere, trasparente per difendere il settore dai cantori a gettone, dagli speculatori e dalle bugie dei politicanti di seconda mano.

Organismo Ippico Italiano

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