Dopo l’intervista di Stefano Marzullo alla trasmissione IPPICA DOMANI, sulla televisione di casa oggi ritorna sull’argomento anche l’AD di Snaitech, Fabio Schiavolin, lamentando l’assurdità del decreto sulla classificazione e annunciando ricorso. Finalmente qualcuno oltre ai “soliti noti” prende posizione non solo contro l’applicazione di decreti ministeriali insensati, ma anche richiedendo d’applicare quanto disposto da due leggi primarie dello Stato concernenti la scelta dell’Organismo privato a cui affidare la gestione e il rilancio dell’ippica e capace di rigenerare cultura, passione e ricambio generazionale di cui necessita il settore.
L’ippica prima di essere un evento sul quale scommettere è uno sport.
Bisogna ricreare l’attività sportiva delle corse dei cavalli.
Come si possa pensare oggi che l’ippica riesca a finanziarsi con le sole scommesse è un altro tema.
Il problema semmai è chiedersi: l’ippica italiana, pur avendo tutti gli ingredienti che si richiedono a uno sport (cavalli come atleti, allenatori, guidatori che gareggiano, ecc.) ha i requisiti per essere considerato uno sport credibile?
L’ippica italiana deve tornare a essere credibile. Le cause del degrado della nostra ippica sono molteplici, da chi l’ippica oggi la governa, fino ad arrivare agli ippodromi e ai protagonisti dello spettacolo. Tutti hanno le loro colpe sulle quali devono riflettere.
Personale in molti casi senza nessuna garanzia, mancato rispetto dei regolamenti, vigilanza inesistente, corse sotto inchiesta, tris annullate, ippodromi chiusi per infiltrazioni mafiose.
Non ci nascondiamo questa è l’ippica italiana. Ogni persona impegnata nel settore ha il dovere di riflettere sulle proprie responsabilità e dare il proprio contributo per il cambiamento.
Quando si dice che l’ippica italiana non ha più l’appeal di un tempo (quando le corse andavano in tv anche in chiaro e i nomi dei grandi fantini e dei driver di successo erano conosciuti da tutti) bisogna anche chiedersi perché. Se vogliamo tornare a fare presa sul pubblico, è necessario offrire un prodotto certificato, pulito e garantito da una giustizia sportiva efficiente, in due parole un prodotto professionalmente all’altezza.
Attualmente il prodotto ippico è scadente, anche e soprattutto perché non credibile.
La privatizzazione è l’unica carta da giocare e le perdite di tempo, soprattutto per perseguire interessi particolari e non collettivi, sono ferali.
Giuseppe Castiglione
Dal sito “Meridione news” viene rilanciata una notizia scontata ma non per questo meno inquietante (allegato):
“Che fosse il segreto di Pulcinella adesso lo dicono un po’ tutti, ma questo non impedisce ai vertici di Forza Italia a Catania di mostrarsi sorpresi. Pino Firrarello e – forse – Giuseppe Castiglione tornano a casa, nel centrodestra, nel partito di Berlusconi”
Per Arcidiacono, coordinatore di Catania di FI ci sono però anche altre questioni ancora irrisolte: «Ricordo che Castiglione ha criticato pesantemente Berlusconi. Se è vero che adesso ritorna da noi, come minimo credo che avrebbe dovuto esserci un chiarimento con il presidente».
Alla luce di questi sviluppi risultano ancora più incomprensibili più le decisioni del ministro Maurizio Martina -che risulta essere del PD- di svendere la riforma dell’ippica da lui e dai suoi collaboratori lanciata, sostenuta ed ottenuta ora dalla onnipresente compagine di destra all’interno del ministero, ora dal sottosegretario con delega all’ippica e al cambio di casacca.
Per di più considerando che Giuseppe Castiglione è indagato in qualità di allora soggetto attuatore del Centro accoglienza richiedenti asilo più grande d’Europa e che ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato.
Temiamo che il disegno dell’ippica futura sia solo un foglio bianco, bianco come la bandiera di resa allo statalismo e all’immobilismo.
L’ippica non ha bisogno di questi personaggi che prima o dopo dovranno rispondere dei disastri che hanno fatto e stanno continuando a fare. Se non vuole sprofondare, è necessario voltare pagina.
Organismo Ippico Italiano
Allegato:
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