Eccezionalmente, ben 6 giorni prima della fine del mese, è stato pubblicato il calendario del mese di marzo (allegato).
La programmazione come specificato nel decreto ricalca quello dello scorso anno, tanto per non sforzare le meningi, con l’eccezione che giornate di corsa e montepremi sono stati massacrati.

Il taglio delle giornate di corse sia del trotto sia del galoppo è del 26%. Per il trotto nel 2017 sono state assegnate 95 riunioni di corse contro 71 del 2018, per il galoppo 47 nel 2017 contro 34 del 2018. Totale 105 giornate di corse contro 142 del 2017.
Inserito S. Giovanni Teatino con una sola riunione contro quattro del 2017.
Il numero massimo delle corse disputabili per giornata è stabilito in sette per il trotto e in sei per il galoppo.

Ugualmente del 26% è il taglio del montepremi.
Stanziati per il 2018 4.863,670 (trotto € 2.989.580, galoppo € 1.847.090) contro € 6.585.480 del 2017.

Anche al netto della mancanza di Palermo il taglio è drammatico.

Che cosa è successo per devastare il mese di marzo?

Visto che nel bilancio del Mipaaf  il taglio del montepremi  su base annua  era solo  del 7% e che a febbraio la riduzione era stata quasi nulla per il galoppo e del 15% per il trotto, sale il dubbio che Mef e Mipaaf, anche per effetto della classificazione degli ippodromi e indipendentemente dalla privatizzazione, abbiano iniziato ad applicare la riduzione annuale pari al 20%, sino a estinzione del finanziamento pubblico, prevista dalla lettera e) dell’art15 del Collegato Agricolo.

Sarebbe poi paradossale, per rimpolpare il palinsesto, dover acquistare delle corse estere, “dimenticarsi” del loro pagamento e ricorrere a ulteriori tagli, come successo nel  dicembre scorso.
Si pensa sempre di aver toccato il fondo ma gli abissi del dilettantismo sono infiniti.

Ogni tanto cambiano nomi e volti, ma il modo di ragionare e di risolvere problemi – con il tacito silenzio di categorie e società di corse – è sempre quello.

E scommesse e ricavi continuano a calare e il danno erariale ad aumentare.

Che soluzione geniale s’inventeranno i dirigenti del piano di mezzo del Mipaaf e l’Anact per convincere i proprietari a investire alle prossime aste? Che partecipare a una corsa di minima o a un G. Premio è la stessa cosa? L’importante è partecipare. Che non è vero che le scommesse calano a picco (-21,26% al totalizzare, 12,79% i ricavi), che quelle nuove inserite in finanziaria uno di questi anni, prima o dopo, arriveranno? Che il montepremi non deve essere una voce stabile, ma residuale, come lo considera contro legge il Mipaaf?
Sembrerebbe che per i geniacci del ministero e per Valter Ferrero un’ulteriore riduzione del 20% del montepremi sia più che sopportabile.
Non ucciderebbe nessuno, al massimo costringerebbe qualcuno a rubare, qualcun altro a cambiare lavoro.

Il progetto delle corse virtuali avanza, il traguardo finale è una bella televisione con corse straniere o corse finte, quelle virtuali che già esistono.

Maurizio Mattii

All.to: Calendario marzo 2018

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