E’ Scomparso il made in Italy

Il Mipaaf ha predisposto il piano di comunicazione per il 2018 (le parti in corsivo sono copie del testo allegato).

Le finalità della PA sono così elencate:

  • valorizzare e promuovere l’immagine del Ministero: rafforzarne l’univocità in modo che i destinatari delle azioni – siano essi cittadini, operatori del settore o Istituzioni – possano percepire un’immagine integrata, omogenea e facilmente riconoscibile;
  • Informare i target di riferimento (cittadini, operatori del settore) sulle attività e sui servizi del Mipaaf così da stimolarne l’accesso ai servizi;
  • Favorire una conoscenza più ampia ed approfondita di tematiche inerenti i compiti e le attività del Mipaaf che si prestino ad essere fruite per la loro rilevanza pubblica o sociale;
  • Organizzare e garantire un coordinamento delle fonti e delle informazioni all’interno del Mipaaf in modo da realizzare una comunicazione efficace sia interna che esterna al Ministero.

Dalle premesse si deduce che un aiuto finalizzato ad aumentare le risorse economiche della filiera non è tra gli scopi di base.
Ma andiamo nel dettaglio, perché magari il prodotto con il passare delle pagine migliora……..
Il primo accenno all’ippica è fatto a pag. 6 in relazione ai compiti del Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca indicando come il piano della comunicazione è redatto perché :

Dall’agroalimentare alla pesca, dai prodotti a marchio certificato al settore ippico e alla promozione delle filiere, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è in campo per la tutela del Made in Italy.

Di questa difesa del made in Italy anche per le corse ippiche, dovrebbero essere avvisati anche il Sottosegretario e i dirigenti competenti perché la messa fuori ruolo dall’ippica della Sicilia del trotto e della Sardegna del Galoppo, abbinata alla diminuzione delle giornate di corse e alla riduzione del montepremi, hanno aperto le porte alla fuga di cavalli italiani all’estero  e ai campi stranieri, in attesa del palinsesto complementare, sempre su campi stranieri.

L’unica fiera o evento ippico citato nella tabella a pag. 11 è come tutti hanno indovinato “FIERA CAVALLI” a Verona dal 25 al 28 ottobre 2018 e l’obiettivo è:

“realizzare iniziative volte a rilanciare l’immagine del settore ippico, sia per gli aspetti connessi all’economia nazionale e all’occupazione sia per quelli di carattere socio-economico e culturale e stimolare i cittadini alla riscoperta della cultura e della conoscenza del mondo dei cavalli nella propria interezza.”

In se in questo evento importantissimo a livello mondiale per il cavallo in generale ha un senso, purtroppo non proprio per l’ippica da competizione, visto inoltre che ad oggi sono stati cancellati gli ippodromi Sardi, punto di riferimento per la selezione e per l’allevamento delle uniche razze in espansione – Arabo, e Sella Italiano – che hanno un ruolo importante a Verona Fiera.
Non entriamo nel merito dei costi di questa campagna di comunicazione e dei risultati lusinghieri ed ottimali per l’ economia nazionale, rimane l’ amarezza e la certezza che l’ippica nel contesto del Mipaaf ci sta come “i cavoli a merenda” o meglio sembra servire solo a soddisfare alcuni compagni di merende.

L’ippica in Italia è mal gestita.

Gli sforzi lodevoli di proprietari, allevatori, allenatori, delle stesse società di corse naufragano di fronte ad un potere politico che, ignorando cosa rappresenti e quanto valga lo sport del cavallo da corsa, sfrutta il comparto, una volta fiore all’occhiello del made in italy.
Il settore per non scomparire deve salvaguardare la propria autonomia, deve essere sottratto al mortale abbraccio dello Stato.
Noi abbiamo Francesco Saverio Abate curriculum e formazione ippica lo ricordano Commissario nell’Unire di Franco Panzironi – un gruppo di dirigenti e impiegati anch’essi provenienti dall’Ente panzironiano, punto di partenza dello smantellamento dell’ippica, uno sparuto gruppo di fedelissimi vertici di categoria sordi e muti e un pallottoliere difettoso
Sono il braccio operativo di una volontà politica di ridimensionare il settore, di trasformare l’ippica italiana in un baldacchino, ostaggio dei concessionari alle scommesse.
Occorre un vero leader che sappia gestire con competenza, accortezza e onestà.

Non degli apprendisti stregoni.

La privatizzazione è l’unica carta da giocare e le perdite di tempo, soprattutto per perseguire interessi particolari e non collettivi, sono letali.

Organismo Ippico Italiano

All.to: piano di comunicazione Mipaaf

[real3dflipbook id=”169″]

Di

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *