Alcune domande sono fluttuanti nell’aria.
Quante saranno le corse estere che saranno acquistate per il mese di marzo?
Quanto queste scelte incideranno sulla raccolta delle scommesse?
A quanto ammonterà la diminuzione delle risorse che questa scelta causerà?
Le scommesse sui campi esteri sono utili e vantaggiose per la filiera ippica?
Tutto questo è ben rappresentato da Massimo Pierini si Gaet e le risposte per noi sono ben chiare: queste scelte porteranno a un’ulteriore spinta alla filiera ippica sul piano inclinato della scomparsa.
Chi si illude e straparla sull’impatto positivo delle riforme delle scommesse partorita dalla legge finanziaria dovrebbe leggere i risultati e le analisi degli esperti e soprattutto i ricavi dalle scommesse a quota fissa dal 1° gennaio al 28 febbraio sulle quali è applicata la nuova tassazione sul margine. Stiamo perdendo rispetto al 2017, 21.808 euro il giorno.
L’ippica in questa fase ha necessità di esperti e professionisti preparati e non d’improbabili sostenitori a prescindere di “riforme” che nulla potranno dare al futuro del sistema.
Altre domande sono sospese sull’altro caposaldo dei sostenitori ministeriali cioè la classificazione degli ippodromi.
Perché i libretti delle corse sono strutturati sulle vestigia dei passati quattro “enti tecnici”: Jockey Club, Steeple Chase, Encat e Enci passati attraverso l’Unire, poi Assi e oggi Mipaaf e nella classificazione un settore è sparito?
Perché le nomine delle giurie e dei funzionari e le decisioni delle commissioni disciplina sono riferiti a quattro settori e la classificazioni sono fatte solo da tre settori?
Quali sono stati i criteri di scorporo dei tre settori classificati?
Quali sono stati i criteri che hanno portato all’eliminazione di un settore che ogni anno si occupa di numerose giornate di corse e un numero rilevante di corse?
Ma anche qui c’è chi ha accettato a scatola chiusa in modo acritico una decisione, che per noi, lo ripetiamo fino alla noia, è sbagliato nel suo incipit concettuale.
Purtroppo il 2018 è iniziato nel peggiore dei modi, con tagli e proposte contrarie alla risoluzione dei problemi e tanto per cambiare con decreti che distribuiscono soldi dovuti da anni tagliati in modo non trasparente e non in linea con i decreti originali.
Il chiedere chiarimenti o “trasparenza” è ormai un rito che purtroppo sarà come sempre inascoltato.
A colpi di tagli al montepremi senza contare i parametri aberranti della classificazione ippodromi e i criteri di redditività sbagliati viaggiamo verso la morte, ma nessuno sembra rendersene conto.
Redblack