Classificazione ippodromi
“Errare humanum est, perseverare autem diabolicum“.
Anche se l’origine di questa frase latina è incerta (Seneca , Sant’Agostino o altri) il suo significato è chiarissimo:
“Commettere errori è nella natura umana, ma il perseverare nell’errore è diabolico“.
Vorremmo applicare questa frase in un contesto ben preciso del momento attuale dell’ippica italiana: la classificazione degli ippodromi.
Come abbiamo più volte scritto riteniamo che la sequenza amministrativa che parte dai decreti del 2016 e arriva fino all’ultimo datato 2018 che si è occupata di mettere nero su bianco una classificazione degli ippodromi si basi su principi e finalità totalmente sbagliati.
Intendiamoci, siamo perfettamente concordi che una classificazione degli ippodromi sia necessaria, che il superamento del sistema Deloitte, nato in era Panzironi, sia da rottamare insieme al piano di mezzo e ai vertici politici questo del resto già deciso dagli elettori (2 su tre, sottosegretario e viceministro, non eletti e il ministro perdente nell’uninominale, ma ripescato nel proporzionale).
L’attuale risultato voluto fortemente dal sottosegretario Castiglione è partito con un incipit totalmente sbagliato in quanto il lavoro non era finalizzato a disegnare un piano di sviluppo della filiera ippica partendo dai “teatri” in cui si svolge lo spettacolo corsa ma bensì finalizzato a salvaguardare alcuni punti critici.
Questo approccio non è stato tecnico, ma solo politico – clientelare e ha portato ad alcune macroscopiche distorsioni:
- Partenza dal termine “ippodromo” errato nel concetto e nella definizione;
- Utilizzo di parametri quali i risultati delle scommesse che non dipendono dai classificati;
- Forzatura di alcuni parametri matematico/statistici con la creazione di parametri “virtuali” per ottenere il risultato voluto;
- Rinnegamento della storia dell’ippica italiana con la dimenticanza del settore del cavallo da sella;
- Rinnegamento delle finalità del ministero di incrementare le razze equine italiane;
- Cancellazione di una regione per il galoppo (Sardegna) e di una per il trotto (Sicilia);
- Totale “dimenticanza” del parametro qualità a favore del parametro quantità
e ci fermiamo per brevità e non perché non vi siano altri punti “assurdi“.
In previsione della riunione di lunedì con i rappresentanti degli “ippodromi” ci permettiamo di dare un nostro consiglio ai dirigenti ministeriali: fermatevi.
I decreti emanati debbono essere sospesi, in autotutela o utilizzando qualsivoglia altro tecnicismo amministrativo pertinente, perché da questi decreti che hanno basi di argilla friabile, si dovranno redigere i decreti con i finanziamenti alle società di corse.
Pertanto partendo da una base aberrante, i soldi “pubblici” saranno distribuiti in modo assurdo e poco utile per la sopravvivenza dell’ippica italiana, perché se altri ippodromi saranno costretti a chiudere e altre regioni saranno cancellate dal panorama ippico per criteri anti meritocratici e clientelari, si assesterà l’ennesimo colpo mortale al comparto.
Non ci interessa colpevolizzare l'”umano” che ha sbagliato, ma certamente gli ippici non potranno mai perdonare il “diabolico” che ha perseverato nell’errore.
Marco Montana
Gran Premio Città di Padova mt. 1640 € 33.000
1 Valdivia R. Secchione
2 Vicino Mec A. Di Nardo
3 Vallecchia Dr A. Gocciadoro
4 Vertigo Spin A. Farolfi
5 Villa Santina Jet V.P. Dell’Annunziata
6 Venivici Roc G. Lombardo Jr.
7 Vaprio G. Di Nardo
8 Vanguardia A. Greppi
9 Vernissage Grif Non partente
10 Venanzo Jet L. Baldi
La terza sfida dei quattro anni è il Città di Padova che si disputa sulla distanza dei 1640 metri. Dopo il ritiro di Vernissage Grif rimangono in nove. Innanzi tutto si rivedono due nomi eccellenti come Valdivia, che non corre dal giorno dell’Orsi Mangelli quando si classificò terza e Vallecchia Dr lontana dalle pista dal primo novembre dell’anno scorso, quando si aggiudicò il Mangelli Filly. Tra gli altri dopo la prova di Aversa è da attendere in progresso Villa Santina Jet che sul tracciato di Padova avrebbe una chance di prima nel caso in cui le riuscisse di guadagnare la testa senza troppa spesa. Bene in corsa nonostante il numero al largo della prima fila l’altro dei Rocca, Venivici Roc, vincitore della prima classica dell’anno disputatesi a Firenze e Vicino Mec che resta su tre successi piuttosto netti che ne certificano la crescita. Da non escludere poi un inserimento da parte del secondo del Derby Vertigo Spin e di Vaprio autore di un’ottima prestazione nell’Andreani. Chance ridotte per Vanguardia e Venanzo Jet.
Fral
Museo delle carrozze
Musei Civici di Palazzo Farnese
Il Museo delle Carrozze, Piacenza, Piazza Cittadella, 29
Il Museo delle Carrozze si colloca fra i più prestigiosi d’Italia, non solo per la varietà e ricchezza dei pezzi presenti, ma soprattutto per la loro integrità.
Questa ingente raccolta è ospitata nei locali sotterranei del Palazzo, ed è stata aperta al pubblico in parte nel 1990 ed infine inaugurata nel 1998.
La collezione presenta vari esemplari che vanno cronologicamente dal 1700 fino all’avvento del trasporto a motore, si aggiungono inoltre un carro funebre, tre esemplari di Sacre, un carro-pompieri, un carro-scala, una serie di carrozzini per bambini, carrozzelle per neonati, un bellissimo carretto siciliano e una slitta.
Redblack