Arrivano gli arabi?

Dopo le notizie di una cessione di Snaitech a un concessionario israeliano impegnato nel mondo del gaming – Vlt e slot, poco interesse per le scommesse – rimbalzate in modo insistente in questi giorni si aggiunge una voce più inquietante.

Oltre alla cessione dell’area del vecchio trotto che era venuta alla ribalta il 14 febbraio sul Corriere Della Sera in questi giorni circola insistente la notizia della cessione congiunta anche dell’area della Maura, ippodromo e box compresi.

L’operazione non ha nessuna impronta ippica, ma solo un risvolto immobiliare in quanto tutta l’operazione è condotta da  Manfredi Catella, fondatore e amministratore delegato di Coima sgr, società che negli ultimi tre anni «ha raccolto oltre due miliardi di euro di capitale» da fondi sovrani — come quello del Qatar per Porta Nuova a Milano — fondi pensione, fondazioni, private equity, assicurazioni. Sono stati negoziati finanziamenti per oltre 4,5 miliardi (di cui 2,4 miliardi già rimborsati) con oltre venti istituti bancari. Di cui il 73% è capitale di fondi esteri e il 27% domestico.(fonte Corriere della Sera).
In questi giorni sono stati effettuati sopralluoghi per una prima valutazione.

Se la notizia fosse confermata sarebbe un colpo ferale per l’ippica in generale e per il trotto in particolare.

Come si vede l’arrivo degli arabi non porterà un euro all’ippica.

Certo che con la nuova classificazione degli ippodromi e la conseguente possibile cancellazione dei Gran Premi dall’ippodromo della Maura – l’Europa sicuramente a Modena – il Mipaaf ha dato la prima picconata tecnica, in attesa del definitivo colpo che arriverà con un probabile taglio consistente della sovvenzione ministeriale.

Lo smantellamentopilotato” iniziato nel 2001 con Panzironi, sta per arrivare all’atto finale e la pietra tombale per l’ippica è sicuramente il comportamento del Mipaaf, contrario a qualsiasi riforma che tolga la possibilità di gestire i soldi dell’ippica.

Sembra ritornata in auge una dichiarazione di Panzironi del gennaio 2005 lo spostamento dell’ippodromo del trotto all’interno di quello del galoppo è un’ipotesi che andrebbe studiata e valutata molto attentamente…

Quando c’è da fare tabula rasa questi signori non hanno avversari.

Ci risulta che Saverio Abate non voglia essere ricordato come la persona che ha posto una pietra tombale sul comparto, determinandone la morte.

Non solo ha messo una pietra tombale sull’ippica, ma l’ha anche seppellita

Da quando è stato nominato direttore generale del dipartimento ippica e pesca non ne ha azzeccata una, senza il minimo rispetto della dignità di chi paga gli stipendi suoi e dei suoi collaboratori, dirigenti e a contratto.
“Se rimangono 5 ippodromi chi se ne frega” (Saverio Abate all’Organismo, 13 ottobre 2016) è una sua affermazione e non certo dell’Organismo, fino a pronunciare che la giustizia sportiva non può uscire dal ministero perché l’ippica è uno sport sui cui è possibile effettuare scommesse riconosciute dallo Stato, ignorando che anche sul calcio e molti altri sport è possibile giocare.

Invece dei soliti discorsi perché non ha pubblicato il bando per la privatizzazione del settore, come per legge e come suo dovere?

Nel privato contano i fatti, in politica le parole a…vuoto

Manca un progetto che il Mipaaf ha sempre sbandierato, ma che non ha mai avuto e che non può avere perché non sa cos’è una corsa di cavalli.

I dati sono alla portata di tutti e assolutamente incontrovertibili.

Il Mipaaf ragiona in termini politici e non tecnici, antitetici agli interessi dell’”industria dell’ippica”.

Saverio Abate, dirigenti e personale a contratto debbono assumersi le loro responsabilità.

Hanno dissanguato la filiera, umiliato chi si alza presto la mattina, allevatori, proprietari, allenatori, guidatori, fantini, ucciso la cultura del cavallo, il piacere di “fare” un cavallo da corsa, la gioia di un giro d’onore e anche la serenità di poter campare di questo lavoro.

Rappresentano insieme a un gruppo di fedelissimi vertici di categoria sordi e muti il braccio operativo di una volontà politica di ridimensionare il settore, di trasformarlo in un baldacchino ostaggio dei concessionari alle scommesse.

Magari, ormai più di un sussurro, con il miraggio di un successivo incarico nel futuro, se mai si dovesse realizzare, soggetto privato.

Come nell’Unire di Saverio Abate Commissario e Franco Panzironi Segretario Generale.

Oltre il danno la beffa.

Quando cambierà il vento, noi saremo presenti ad esigere che i colpevoli paghino.

L’ippica deve essere di tutti, altro che di soli “5 ippodromi.

Maurizio Mattii – Marco Montana

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