Vittorio Ballardini

Vittorio Ballardini

In relazione al tg Lo smantellamento dell’ippica, unsuicidio pilotato”, pubblichiamo il commento di Vittorio Ballardini, un senatore di un’ippica di altri tempi, che t’inebriava e stimolava appena messo piede nelle scuderie come nelle domeniche all’Arcoveggio, dove incontravi Paolo Jemmi, Mario Rivara, i due Trivellato, Luciano Bechicchi, tanti proprietari e allevatori e per l’appunto, seduto lungo la recinzione, cronometro al collo, Vittorio. Erano i tempi di Macheteros, il “ballardo” dominava la piazza, e mio padre si faceva fare i pronostici da Vittorio e puntualmente a fine riunione imprecava per i soldi persi.
E puntualmente ritornavamo la domenica successiva da Vittorio.

Era un’altra ippica, erano uomini di cavalli, rudi e anche un po’ birichini, ma con il coraggio di guardarti in faccia e difendere un decoro che ormai non sembra esistere più.

Non conoscono la vergogna sono dei falliti senza arte ne parte! Chi ne fa le spese è la povera ippica! Io credo che noi non dobbiamo abbandonare la lotta e al prossimo governo dobbiamo imporre senza si e senza ma le riforme per il rilancio! Spero che muoiano Martina (ministro più assente della ns storia) Poletti (ministro pagliaccio illusionista)e tutti i ruffiani del ns ministero!

Mi sento però in dovere di spezzare una lancia a favore di Poletti. Qualcosa ha fatto, poteva fare di più, ma era solo.

Però diciamolo chiaramente, ne abbiamo parlato tante volte, il vero problema sono gli ippici.
Salvo poche eccezioni che si contano sulle dita di una mano, sembrano indifferenti allo sfascio e al degrado del settore.
Come ha denunciato più volte Mario Monopoli su questo sito: “…Ho potuto costatare che purtroppo intimidazioni e tentativi di corruzione sono frequenti. Una settimana prima del fatto sopra esposto alcuni sconosciuti, nello stesso ippodromo, sono entrati nelle scuderie e hanno proposto a mio fratello – che ha segnalato il fatto alla giuria che ha annullato la corsa – di non correre a fondo…” e da te confermato, invece di combattere, ribellarsi,  accettano lo status quo, avallano la scarsa trasparenza delle corse, la scomparsa delle  buste delle corse a vendere.

Si ha l’impressione che preferiscano il gettone giornaliero e i ruffiani alla salvezza della cultura del cavallo da corsa.
Vivono alla giornata, navigano a vista senza certezze, camminano sull’orlo di un baratro senza reagire e ribellarsi contro chi invece di tutelate il loro lavoro sembra intenzionato a dargli la spinta finale per toglierli di mezzo.

Sono colpevoli tanto quanto il ministero e i ruffiani che lo aiutano a portare avanti il suicidio pilotato dello smantellamento dell’ippica italiana.

Maurizio Mattii

Traguardo finale, corse virtuali e straniere

Il mondo è bello perché è vario, purtroppo però la filiera ippica italiana è oppressa da una monotonia perversa.
Il nuovo ippodromo di  Longchamp è pronto per iniziare ad ospitare le corse dall’8 aprile e le note di presentazione ci informano che dalla sua terrazza si vedrà la Torre Eiffel, purtroppo la vista che si ha dell’ ippica italiana è di ben altro tenore.

Chi si ostina a negare l’evidenza delle difficoltà in cui quotidianamente si dibattono gli operatori ippici è complice di questo sistema che ha come obiettivo una riduzione drastica del settore.
Chi fino a ieri annunciava trionfante che i pagamenti  da 90 giorni sarebbero arrivati a 60, oggi ammette che sono  a 120 o 150 giorni anche se in realtà arrivano anche a 180 giorni.
A chi giustamente fa presente l’anomalia italiana in ambito mondiale, che all’alba di fine marzo non è ancora disponibile il calendario per predisporre i programmi dei cavalli, qualcuno assurdamente consiglia di informarsi privatamente, confondendo un diritto degli operatori con il sotterfugio dei maneggioni.

Mentre le scommesse inesorabilmente  calano alla faccia di chi strombazzava la riforma epocale avvenuta in finanziaria anche la classificazione degli ippodromi va verso una democristiana divisione delle risorse.

Il negare l’evidenza  che il sistema attuale sarà – per usare le parole del direttore Abate – la pietra tombale dell’ippica, è la peggior offesa che si può fare agli operatori che giornalmente con mille sacrifici mandano avanti la baracca.

Per un futuro che ci riserverà i rimasugli di un’ippica con orari, calendario e programmazione dettatati dai concessionari alle scommesse, di cui il ministero, come l’Unire di Panzironi, sembra sempre di più una succursale.

II progetto delle corse virtuali avanza, il traguardo finale è una bella televisione con corse straniere o corse finte, quelle virtuali che già esistono.

Marco Montana

GRAN PREMIO GIORGIO JEGHER Gr. 3  Mt. 1660  € 33.000

1°   2  PEACE OF MIND               A. GOCCIADORO  14.1
2°   3  STELLA DI AZZURRA      FED. ESPOSITO     14.3
3°   5  SUERTE’S CAGE               E. BELLEI                 14.6
4°   1  TINA TURNER                   G. LO VERDE          14.6
5°   4  TANGO NEGRO                 R. VECCHIONE      14.8

Gli anni sembrano proprio non passare per Peace Of Mind. A quasi nove anni, li compirà il 18 maggio prossimo, la figlia di Uronometro e Erica D’Alfa si aggiudica un’altra classica, la quinta dopo il Carena, il Grassi, il Palio Dei Comuni e il Duomo.
Stella Di Azzurra, velocissima dietro la macchina va davanti quindi lascia sfilare la compagna di allenamento Peace Of Mind che a quel punto, come era nelle previsioni, diventa la cavalla da battere. Dopo quattrocento metri di corsa avanza Suerte’s Cage che affianca la leader per misurarle il polso. Primo giro ad andatura di comodo quindi sulla pressione dell’allievo di Enrico Bellei Peace Of Mind risponde con un 28,5 per il terzo quarto. In retta d’arrivo mentre Peace Of Mind sostenuta da Alessandro Gocciadoro stacca, Stella Di Azzurra rimonta all’interno il calante Suerte’s Cage che, seppur di poco, chiude al terzo posto davanti a Tina Turner. Solo quarto Tango Negro.
14.1 il ragguaglio al chilometro, molto lontano dal record di 12.7 della corsa fatto registrare da El Nino nel 2007.
Dunque un’ottima Peace Of Mind presentata già in gran condizione dopo la sosta dai Gocciadoro che con Stella Di Azzura fanno il pieno.

Fral

Di

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