Il colpo definitivo
A conclusione della settimana che doveva chiudere la partita della classificazione degli ippodromi e della conseguente loro remunerazione è andata in onda su questo tema la trasmissione “Ippica domani” con la presenza di alcuni importanti rappresentanti, in ordine alfabetico, Pierluigi D’Angelo, Concetto Mazzarella ed Elio Pautasso, con la presenza dell’avv. Stefano Mattii , moderati da Luigi Migliaccio.
I rappresentanti delle società presenti hanno criticato aspramente i criteri scelti per la classificazione, sottolineandone le contraddizioni (con i relativi ricorsi amministrativi) ma in fin dei conti centrando il punto critico principale: una classificazione che non è stata pensata per essere la base o il volano del rilancio dell’ippica, ma solo un mero esercizio politico/burocratico di basso profilo.
Sarebbe stato interessante cercare di ottenere il parere, magari tampinandolo, del regista del tutto, cioè il sottosegretario Castiglione, anche solo per poter trasmettere ai telespettatori il suo diniego o il suo silenzio ma questo approccio sarebbe stato più da giornalismo d’inchiesta che da giornalismo ippico.
Queste le nostre sensazioni.
Visto che ormai quasi tutti gli ippodromi con il prossimo decreto saranno classificati, abbandoniamo la discussione sulla remunerazione conseguente e rimandiamola a data da destinarsi (nuovo governo, nuovo ministro, nuovo sottosegretario) e concludiamo in tempi rapidi un accordo sul pagamento del 2017 e un anticipo del 2018, di almeno il 50% perché in caso contrario il numero di ippodromi che chiuderanno sarà notevole.
Quindi il concetto base è “primum vivere, deinde philosophari”, frase che secondo la Treccani viene tradizionalmente attribuita, anche se non in maniera certa, al filosofo Thomas Hobbes (1588-1679).
E’ emersa una rivendicazione forte del trotto di essere maggiormente remunerato per il maggior peso e spessore del movimento scommesse sia a livello nazionale che internazionale rispetto al galoppo.
Non condividiamo questo approccio in senso settario, in quanto in un’ippica agonizzante una lotta tra trotto e galoppo per sottrarsi le risorse sarebbe il colpo definitivo.
Ritorniamo al vecchio concetto del gatto che si morde la coda che si morde la coda che non spiega niente ma che nella spiegazione ripete ciò che dovrebbe spiegare.
Si continua nell’ostinato perseguimento di vecchi schemi assistenziali, nella mancanza di imprenditorialità, nel non coraggio di accettare le sfide del mercato da parte di tutte le componenti ippiche, contribuendo all’estinzione di un patrimonio socio – culturale che non è soltanto scommessa, ma soprattutto impiego del tempo libero e opportunità per posti di lavoro.
Gli operatori del galoppo per la sopravvivenza del trotto a Milano e Roma hanno già pagato un prezzo altissimo. Purtroppo continua la saga degli imprenditori al Seltz.
Intanto le notizie sentite direttamente, sui rapporti tra le gestioni di Roma e Napoli e i rispettivi comuni sono tali da non dare certezze alla filiera.
Senza atti formali entro il 19 maggio Roma chiude e la conferma che effettivamente il comprensorio di Agnano pur con i vincoli conosciuti è in vendita impedisce di fatto investimenti a lungo termine.
Tra le righe una notizia positiva Siracusa trotto sarà riclassificata e il trotto siciliano potrà ripartire in attesa della riapertura di Palermo.
Speriamo anche per la Sardegna.
Organismo Ippico Italiano
GRAN PREMIO ITALIA Mt. 1660 € 33.000
1 ZIGOLO DE BUTY R. ANDREGHETTI
2 ZILATH R. VECCHIONE
3 ZIPPY FREEDOM LF M. MINOPOLI Jr
4 ZIMAN Fr. FACCI
5 ZEN BI E. BELLEI
6 ZAR DEI BABA M. PISTONE
7 ZEBRINA FONT L. BALDI
8 ZALSHAN AS M. BARBINI
9 ZENIO A. GOCCIADORO
Eccoci al Gran Premio Italia, seconda classica dell’anno per i tre anni. Come avvenuto per l’Etruria mancano alcuni soggetti che avrebbero reso più credibile e tecnicamente apprezzabile la corsa.
Ma veniamo ai nove al via tra i quali emerge piuttosto nettamente il nome di Zigolo De Buty, netto vincitore il 18 marzo dell’Etruria. Il figlio di Napoleon e Midnight Bi, sulla base della condizione mostrata in quella circostanza, degno epilogo di un’ascesa testimoniata da una serie di meritatissimi successi, deve essere considerato il favorito della corsa. E’ pur vero che l’uno all’Arcoveggio non è il massimo della vita, di certo però non è il sei o un numero della seconda fila.
Gli avversari più temibili il portacolori della scuderia Altomare li ha alla sua destra, in particolare i veloci Zippy Freedom Lf, Ziman e Zen Bi.
Zippy, vincitore lo scorso anno del Criterium Partenopeo e quarto nel Gran Criterium, rientrato quindici giorni fa in vista di questa corsa, dovrebbe essere pronto a giocarsi fino in fondo le sua carte. Ziman, vincitrice dell’Allevatori Filly, rientra dal nulla di fatto in terra francese di fine gennaio. La figlia di Nad Al Sheba e Iman Bi difficilmente riuscirà a saltare Zippy quindi per lei sarà fondamentale evitare di rimanere scoperta. Zen Bi, terzo al rientro nell’Etruria dopo aver corso per buona parte della gara all’esterno, è la chance non trascurabile di Gennaro Casillo. Zen è un cavallo che ha disputato solo sette corse e che di conseguenza dovrebbe avere consistenti margini di miglioramento.
Gli altri sono Zar Dei Baba che si è ben comportato nell’Etruria, Zilath, Zabrina Font e Zalshan As che almeno sulla carta non sembrano poter interferire per quanto riguarda il risultato finale, e Zenio che si fa notare soprattutto per il team sempre molto pericoloso.
Fral