Gamba tesa, i commenti di cantica, Vittorio Ballardini e Alberto Bonati

Dal tg di ieri:

“Da quanto riferisce Alberto Bonati, grazie al decreto n.93661 del 28 dicembre 2017 che ha modificato i criteri di assegnazione qualche allevatore otterrebbe una somma per le provvidenze 2011 superiore a quella calcolabile utilizzando i criteri della deliberazione n° 93 del 2009 -“adozione dei programmi delle provvidenze all’allevamento triennio 2009 -2011”-qualche altro invece riceverebbe di menose non addirittura nulla!

L’ippica è allo sfascio e il Mipaaf continua a considerare il montepremi un optional, un ministero dove nessuno è in grado di dare la pur minima spiegazione, dove le aree tecniche non svolgono le proprie funzioni, dove sono discrezionali l’uso della giustizia sportiva e del rispetto dei regolamenti…”

I commenti di:

Cantica

Il tutto sotto lo sguardo benevolente dell’Anact e dell’irrilevante/gaudente Ferrero.
Di sconfitta in sconfitta verso “la gloria“.

Vittorio Ballardini

“Avevamo la seconda pagina della Gazzetta Dello Sport tutti i giorni, dovevamo costruire tribune alternative in vista di un gran premio, trecento mila appassionati di ippica ci seguivano tra ippodromi e agenzie, dopo il gioco del lotto eravamo la seconda forza come movimento, poi un bel giorno è arrivato un governo di sinistra con un ministro delle finanze che decise di gestirci e da lì è iniziato il calvario: via libera a tutte le scommesse sportive, alle slot, e ai virtual game, non potevamo competere per una serie di fattori, loro poco tassati e noi tartassati , complici, ieri come oggi, un nugolo di ruffiani speculatori. A questo punto morte certa e così è stato! Ecco la sintesi di chi eravamo e di chi siamo! Altro che colpa agli ippici veri! Solo con le riforme noi potremo sopravvivere

Dal tg di domenica:

“Visto che ormai quasi tutti gli ippodromi con il prossimo decreto saranno classificati, abbandoniamo la discussione sulla remunerazione conseguente e rimandiamola a data da destinarsi (nuovo governo, nuovo ministro, nuovo sottosegretario) e concludiamo in tempi rapidi un accordo sul pagamento del 2017 e un anticipo del 2018, di almeno il 50% perché in caso contrario il numero di ippodromi che chiuderanno sarà notevole.
Quindi il concetto base è “primum viveredeinde philosophari”, frase che secondo la Treccani viene tradizionalmente attribuita, anche se non in maniera certa, al filosofo Thomas Hobbes (1588-1679)…”

Il commento di Alberto Bonati

Per capire Hobbes basta tenere presente Gesù: sono l’uno il contrario dell’altro. Ogni uomo, dice il filosofo, desidera appropriarsi dei beni dei suoi simili e considera tutti gli altri uomini dei diretti concorrenti che lo vogliono fregare (homo homini lupus). E ciò perché a fondamento dell’uomo vi è una cupiditas naturalis che lo oppone agli altri esseri viventi e agli altri uomini fino a quando la paura non lo costringe ad abdicare davanti allo Stato, il cui compito è quello di conciliare gli interessi del singolo con gli interessi comuni.” (cit. De Crescenzo “Storia della filosofia moderna”)
Rousseau, che la pensava diversamente, fondamentalmente attribuiva invece alle forme di organizzazione della società la responsabilità della “corruzione” dello stato naturale dell’uomo, originariamente buono.
Ti saluto con una citazione di Davila sulla filosofia:
“L’atto filosofico per eccellenza è scoprire un problema in ogni soluzione.

Sintetizzando, la riforma del settore ippico è l’unica strada da percorrere e pertanto va intrapresa, celermente e unitariamente, con determinazione, richiamando con fermezza le Istituzioni a svolgere il loro ruolo di proposta e sostegno alla riorganizzazione dell’intera filiera.

E’ necessaria un’ippica sana, una nuova ippica in grado di soppiantare l’ippica delle menzogne, dei personalismi, della poca trasparenza e di un deleterio pseudo assistenzialismo, che hanno caratterizzato la conduzione dell’ex Unire prima, dell’Assi dopo e del Mipaaf ora. Ciascuna categoria dovrà legittimamente rappresentare e difendere i propri interessi avendo però la capacità di collocarli in un quadro di interesse generale dell’intero comparto, tenendo presente e rispettando gli interessi di tutte le altre componenti (società di corse, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali) ai fini della realizzazione di un disegno comune di rilancio e di stabilizzazione.

Solo in questo modo sarà possibile uscire dal tunnel, da una crisi che ha eroso la filiera ippica sino a minarne l’esistenza.

Maurizio Mattii

Tv ippica

C’ è uno strano fenomeno che si sta sviluppando sui social media: l’attacco senza sosta alla TV ippica.
Ma un conto è la critica alle mille manchevolezze e ai palesi limiti del prodotto televisivo ippico un altro è un attacco diretto alla proprietà anche da parte di chi  negli ultimi hanno è stato ospite continuo ed assiduo di tutte le trasmissioni.
Attacchi personali con insinuazioni di conflitto di interessi da parte di chi ha utilizzato la “scandalosa” tv per attaccare in modo cieco e ottuso tutti i progetti di riforma.
Ovviamente nulla viene rimproverato al reale controllore della TV cioè il Mipaaf, del resto i cantori ministeriali non hanno l’autorizzazione alla critica alla casa madre.
Ma una domanda sorge spontanea: perché questo cambio di atteggiamento visto che il prodotto televisivo e i suoi protagonisti non sono di fatto cambiati?
Sarebbe superficiale e molto limitativa la spiegazione di alcuni cambi editoriali con la chiusura di alcune trasmissioni perché altre ne sono state inserite, alcune piatte come le precedenti, altre invece con un prodotto soddisfacente.

Pensiamo invece che tutto sia collegato alla data del 2018, infatti il segnale televisivo deve essere rimesso a bando durante quest’anno.

Pertanto è partita una “campagna elettorale” che inizia con tipica prima mossa italica che consiste nella denigrazione dell’avversario, il tutto facilitato dai macroscopici difetti della gestione attuale.
Nei mesi prossimi vedremo se questa sensazione sarà confermata e se si appaleserà il fatidico concorrente di Snai e si capirà anche se le critiche erano in buona fede o erano state commissionate da qualcuno che antepone i propri interessi personali all’utilità della filiera.

Redblack

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