Nel Vangelo di Luca 11,9 è scritto: chiedete e vi sarà dato.

A questa linea evangelica ci siamo sempre attenuti e il Dirigente Bittini ha provveduto ad esaudire quanto richiesto.

In data 11 aprile sono state pubblicate per la prima volta le nomine dei veterinari e non solo quelle del mese in corso ma da gennaio ad oggi.

Nulla di eccezionale solo la dovuta trasparenza minima di un ministero, comunque grazie.
Adesso andremo a valutare, se all’interno di queste nomine, tutto sia finalizzato all’ottimizzazione delle risorse senza dispendio del denaro pubblico.
Certo, rimangono ancora zone d’ombra nel tragitto informatico tra Settimo Milanese e Roma, ma accenderemo anche lì una lampadina. Quanto prima pubblicheremo come sempre dati, tabelle e considerazioni con dati e numeri alla mano.

La situazione dei controlli rimane sempre precaria e poco credibile, con un regolamento lacunoso che fa sprecare risorse ingenti nell’indifferenza generale, una commissione scientifica vacante da tre anni e ad oggi una assenza, per fine mandato a marzo, di tutti gli organi disciplinari.

Del resto il comportamento degli uffici ministeriali non è certo lineare e credibile, da una parte vengono redatte relazioni in cui ci si appella, per sostenere astruse teorie, all’obbligo di rispettare quanto disposto dagli accordi internazionali sottoscritti dall’Italia pena l’esclusione del nostro paese dal consesso internazionale, dall’altra i rappresentanti ministeriali alla riunione  dell’UET a gennaio a Parigi sono stati costretti ad ammettere, oltre a non consegnare – unico paese in Europa – il calendario dei Gran Premi, che dopo un anno dall’introduzione della soglia del cobalto in Italia e dopo due anni dalla sottoscrizione dell’accordo internazionale non ci sono controlli in atto.

Souloy in Norvegia e in altre nazioni è stato squalificato per anni per uso del cobalto, in Italia non abbiamo ancora i macchinari per questo controllo.
Siamo il paese dei balocchi da noi si può di tutto e di più, mancanza di trasparenza nel doping, provvidenze assegnate, contro legge, a chi più a chi meno, guidatori picchiati da colleghi impuniti, spreco di denaro pubblico per le maxi trasferte dei funzionari da un capo all’altro del paese e chi più ne ha più ne metta.

Per le tasse si va nei paradisi fiscali, per il doping al cobalto in Italia.

Pertanto le corse italiane hanno una attendibilità inferiore a quelle svolte negli altri paesi.

Del resto nessuno controlla il laboratorio e il laboratorio non ha spessore scientifico e personalità per contrastare le manchevolezze e le assurdità dell’ufficio ministeriale.
D’altronde i vertici sono connotati dal colore politico in voga al momento o da legami famigliari e la parte tecnicatenendo famiglianulla solleva. Quindi la competenza sarebbe utile, ma in effetti non è necessaria.

Occorre, una volta per tutte, pianificare qualcosa di concreto.

Altrimenti l’ippica, da evento sociale, tecnico, economico, assumerà  sempre più i connotati di un modello virtuale (e ci siamo quasi arrivati), nel quale la storia, cultura, genealogie e qualità dei cavalli, delle professioni – compresa quella dei lavoratori – non avranno più alcun significato.

Organismo ippico italiano

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