Il Collegato Agricolo prevede la riforma delle scommesse e un Organismo privato di gestione dell’ippica a controllo pubblico sino all’estinzione degli oneri a carico della finanza pubblica.
Il ministero, ovvero il suo “piano di mezzo”, reminiscenza dell’Unire panzironiana hanno spinto per la sola riforma delle scommesse a quota fissa, prima presentando in Cdm un decreto attuativo, da prima rigettato perché non attinente al disegno legge, poi con l’aiuto dei concessionari ripresentando la medesima mozione in finanziaria dove è stata approvata, pur con una tassa sul margine del 43 per cento contro il 33 richiesto.
Fatto sta che dopo 4 mesi, al 29 Aprile 2018, contro un aumento del 34,13% delle scommesse a quota fissa – dai 27,530 del 2017 ai 36,925 milioni di euro del 2018 – si ha una diminuzione del 19,62% dei ricavi a favore dell’ippica, da 2.384 del 2017 a 1.914 milioni del 2018.
In soldoni 427 mila euro in meno. Dati assolutamente incontrovertibili e alla portata di tutti.
Briciole, ma indicative dello scarso gradimento dello scommettitore e dell’ennesima riforma delle scommesse a vuoto.
Per contribuire al rilancio dell’ippica il movimento sulla quota fissa deve raggiungere minimo 700 milioni annui contro i 120 previsti per il 2018.
Il resto sono chiacchiere…a vuoto.
Senza un prodotto certificato – l’odierno è falsato prima di entrare in pista – le sommesse a quota fissa sulle inguardabili corse italiane non decolleranno mai, neanche se la tassa sul margine dovesse essere dimezzata.
Per un prodotto certificato, oltre alla trasparenza delle corse, è necessaria una buona programmazione, un calendario – ad oggi restano un mistero le giornate di corse da luglio a dicembre – e una classificazione che tengano conto dei rating degli ippodromi, delle corse, dei professionisti.
L’opposto di quanto avviene oggi, dove il perseguimento di vecchi schemi clientelari e assistenziali e la mancanza di imprenditorialità sta portando all’estinzione un patrimonio socio culturale che non è soltanto scommessa, ma soprattutto impiego del tempo libero e opportunità di lavoro.
Inutile esaltare la quota fissa come riportato ieri su Trotto&Turf, partendo dal movimento del Lotteria di Agnano.
Uno degli eventi più affascinanti d’Europa non paragonabile alle monotonia e poca trasparenza delle riunioni di corse programmate quotidianamente.
Quelle descritte da Mario Minopoli “…..dietro di lui una decina di persone che hanno operato nei confronti di Ferdinando un vero e proprio assalto con tanto di calci e pugni.
Persone che non avrebbero dovuto avere accesso alle scuderie e che invece in barba a tutti gli articoli del regolamento delle corse erano presenti.
Ho potuto costatare che purtroppo intimidazioni e tentativi di corruzione sono frequenti.
Una settimana prima del fatto sopra esposto alcuni sconosciuti, nello stesso ippodromo, sono entrati nelle scuderie e hanno proposto a mio fratello – che ha segnalato il fatto alla giuria che ha annullato la corsa – di non correre a fondo”
A meno che l’intento non sia il mantenimento della filiera e l’esaltazione delle corse estere e che il fine non sia solo il rilancio dell’ippica italiana, ma anche e soprattutto quello di fornire dati e servizi vari ai concessionari, da Bet 365 a tanti altri, lasciando al suo destino la triste realtà italiana.
Il Mipaaf come l’Unire, giova ricordarlo, era l’Unione Nazionale Incremento Razze Equine, è un ente di diritto pubblico che pone quale fine istituzionale indefettibile la promozione della cultura del cavallo italiano e non, o perlomeno non soltanto, di quello estero.
Altrimenti diventa lecito presupporre che a “pensar male del prossimo si fa peccato ma si indovina”.
Francesco Gragnaniello – Marco Folli – Mario Minopoli – Maurizio Mattii
Movimenti e ricavi dalle scommesse a totalizzatore e a quota fissa aggiornati al 29.04.2018, pubblicati insieme alle somme destinate all’erario nell’home del sito (dati Aams)
Non ci stancheremo mai di produrre, cifre, fatti e progetti.
Premesso che la trasparenza amministrativa non è un optional e che la Pubblica Amministrazione deve renderne conto, motivando dei propri provvedimenti e delle proprie spese, occorre intimare al Mipaaf di esibire pubblicamente le schede delle voci di bilancio, che stanno determinando la morte dell’ippica e capovolto il sistema dei flussi in entrata e uscita.
Mipaaf, Anact e filo ministeriali perseguono interessi contrari al settore, continuando sordi e muti a negare l’evidenza, usando un pallottoliere difettoso.
Il Mef nella finanziaria 2018 ha previsto uno stanziamento a favore dell’ippica di 74.000.000 contro i 94.000.000 del 2017.
Per il 2018 dovrebbero essere aggiunti – sinora non è stato messo un euro -, su indicazione del Mef, 14.000.000 dal Mipaaf. Il montepremi si assesterebbe sui 87–88 milioni, contro i 94 del 2017, per una diminuzione di 6–7 milioni di euro (– 6,5–7,5%) che comunque uno scherzo non è.
Attenzione però: l’azione tampone, se applicata, varrà solo per il 2018.
Per il 2019 nulla di certo, si navigherà a vista.
La legge Zaia (2/2009) prevede un finanziamento a favore dell’ippica di 150 milioni per i primi 2 anni, determinato poi dal Mef con un importo variabile da 1 a 140 milioni di euro. Nel 2017 il finanziamento è stato di 94.000.00, nel 2018 di 74.000.000, pari a una diminuzione del contributo statale del 21,28%.
Comparazione scommesse e ricavi 2018 – 2017
Movimento e ricavi dalle scommesse (dati Aams, schema nella home), al 28 febbraio 2018, rispetto al corrispondente periodo 2017, continuano a scendere e il danno erariale ad aumentare.
- I ricavi dalla quota fissa sono stati determinati in base a quanto disposto dal punto 1051 dell’emendamento sulle scommesse approvato nell’ultima finanziaria: il prelievo per la rete fisica è stabilito nella misura del 43 per cento del margine (differenza tra somme giocate e vincite corrisposte), di cui il 33% a titolo di imposta unica e il 67% al finanziamento del montepremi;
- Il dato dei due totalizzatori è pari a –16,14%;
- La quota fissa registra un +36,48% per un minore ricavo però di € 427.000;
- Il movimento dalle scommesse a riferimento segna –24,57%;
- Il minor ricavo giornaliero (tot ippico+tot nazionale+quota fissa+riferimento) è di € 30.995, pari a € 11.282.345 in proiezione annua;
- Il danno erariale è di € 1.781.591 pari a – 14,73 % rispetto al 2017;
- Allevatori, proprietari, allenatori, guidatori, fantini, società di corse sono pagati con un ritardo di mesi;
- I prodotti nati al trotto sono passati dai 4530 del 2008 ai 1693 del 2017 (–62,62%), peggiore il dato del galoppo;
- La riduzione e lo spostamento di convegni in assenza di criteri per la rimodulazione del calendario delle corse è una pratica consueta;
- Molti ippodromi sono in svendita, altri chiusi come Palermo, Pescara, Grosseto;
- Il clientelismo tecnico – finanziario è all’ordine del giorno;
- Più che di “classificazione”degli ippodromi, sarebbe corretto parlare di “dispensazione”;
- Posti di lavoro in costante diminuzione;
- Le denunce degli operatori di combine e pressioni aumentano e tutto tace.
Organismo Ippico Italiano
Corse estere
Il Mipaaf continua a sbandierare un piano strategico che non esiste, ma strumentale per il depotenziamento del settore ippico, in linea con le preoccupanti dichiarazioni rilasciate dal direttore generale Francesco Saverio Abate nella “memoria di replica al ricorso Dioscuri e altri operatori ippici Marche/Ministero Politiche Agricole Alimentari e forestali”.
“….L’Amministrazione, utilizzando l’acquisto di corse estere da armonizzare con la programmazione di competizioni italiane per il mantenimento del palinsesto, ha predisposto il calendario, atto fondamentale per l’organizzazione delle gare ippiche, ponendosi come obiettivo quello di assicurare non solo il miglioramento della selezione dei cavalli da corsa, ma anche, specie nell’attuale periodo di crisi del comparto ippico, di tendere a massimizzare i proventi derivanti dalla singola competizione ippica italiana….”
Il Mipaaf tutto ha a cuore fuorché l’ippica. Il fine ultimo è quello di consegnare il comparto in mano ai concessionari alle scommesse, con il tacito e colpevole silenzio delle categorie, delle società di corse e dei mezzi d’informazione, tutti in attesa del nuovo padrone di casa.
Il progetto delle corse estere e virtuali avanza, il traguardo finale è una bella televisione con corse finte o straniere.
O.I.I.