Classificazione
In attesa della nuova infornata di politici al ministero si assiste da alcuni giorni alle affermazioni di molti ippici alcuni anche autorevoli di quanto vorrebbero che si realizzasse per risolvere i problemi attuali dell’ippica.
Il problema non è di quello che si vuole, ma di quello che le leggi permettono di fare perché l’attesa di una nuova legge si protrarrebbe per almeno due anni periodo magari superiore alla vita stessa del parlamento attuale.
Sul tavolo ci sono però alcune macerie di “costruzioni” progettate e realizzate dagli ormai “rottamati” politici passati nello specifico la classificazione degli ippodromi.
Pare che al Mipaaf si attenda con fiducia lo stop del TAR al decreto Castiglione, sembra paradossale ma è così.
Il ministero stesso spera che la giustizia amministrativa tolga le castagne dal fuoco senza che nessuno si scotti le dita.
La soluzione auspicata dal direttore Saverio Abate, che non si è mai distinto per coraggio e senso di responsabilità, anche quando era Commissario dell’Unire, appoggiato da un ministro.
L’eventuale bocciatura non avrebbe nessun riflesso sui soldi distribuiti sinora alle società di corse in quanto è ormai assodato che per i primi 6 mesi si continuerà con il modello Deloitte con buona pace di tutti e che il 50%, rispetto al 2017, dei corrispettivi promessi è inferiore al totale che dovrà percepire ogni ippodromo a prescindere dalla fascia in cui sarà inserito.
In fin dei conti le schede e i parametri della Deloitte di panzironiana memoria sono state ideate agli inizi di questo millennio e attualmente si è in regime di prorogatio da circa 10 anni.
Come si nota la distribuzione dei soldi si basa su un modello che aveva come riferimento un’ippica profondamente diversa a quella attuale le cui risorse sono state tagliate del 70%.
Da circa 5 anni il Consiglio di Stato ha cambiato la natura del rapporto tra ministero e società di corse, da contratto a sovvenzione.
Riassumendo i soldi alle società di corse vengono distribuiti su un modello scaduto da 10 anni basato su parametri ormai inesistenti e qualcuno si domanda perché l’ippica è in crisi…….
Lo studio del cambiamento è iniziato nel 2015 e si è concluso nel 2018 … tre anni di lavoro per un problema che necessitava al massimo un mese di applicazione, con un risultato catastrofico che potrebbe essere cestinato dal TAR e qualcuno chiede che l’ippica rimanga gestita dal ministero……….
Poniamo un problema: se la classificazione verrà cestinata chi risarcirà Snai dei GP sottratti, chi risarcirà i vari ippodromi e gli operatori che si sono visti diminuire le risorse a montepremi per l’errata classificazione?
Francesco Gragnaniello – Marco Folli
A gamba tesa, Vittorio Ballardini e Remigio Talpo sull’invenzione della presenza dell’allenatore sul campo
“Mipaaf quando smetterai di creare confusione, adesso l’invenzione della presenza dell’allenatore sul campo, ma chi è il suggeritore di una simile e infelice trovata! Castiglione, Abate, novello gigolò e tutta la truppa perché non andate a casa e smettete di fare dei danni, da noi non è possibile perché i cavalli non sono macchine hanno orari da rispettare sia per mangiare che per allenarsi, perciò l’allenatore dove va? Poi delegare qualcuno, chi si prende la responsabilità di un eventuale doping ! ANDATE A FARE DANNI DA UN’ALTRA PARTE! “(Vittorio Ballardini)
“L’Avv. Gragnaniello ha perfettamente ragione, non solo mancano le più elementari competenze tecniche ma manca anche la cognizione di come è strutturato il lavoro di scuderia, e mi riferisco alle limitazioni date agli allenatori, soprattutto in questi momenti che, anche grazie alla lentezza del Ministero nell’erogazione delle somme dovute agli operatori, dobbiamo fare sforzi sovrumani per equilibrare il lato economico.” (Remigio Talpo)